Il governo cubano prende di mira gli influencer
Il 14 ottobre la polizia si è presentata nelle case di quattro YouTuber che stavano per partecipare a un forum online sulla politica cubana. Due di loro, Jancel Moreno e Maykel Castillo, sono stati arrestati, a Iliana Hernández e ad altri è stata sospesa la connessione a internet, mentre la ventunenne Ruhama Fernández ha dovuto nascondersi e partecipare alla discussione per telefono.
L’episodio è solo l’ultimo esempio delle vessazioni che gli influencer cubani sono costretti a subire.
Prendiamo il caso di Ruhama Fernández, che ha aperto il suo canale su YouTube da appena dieci mesi.
Nei suoi video, dai toni spesso critici nei confronti del governo, la giovane commenta fatti di attualità e intervista i cittadini sulla loro vita di ogni giorno o sulle loro opinioni politiche.
Come ha raccontato a Human Rights Watch, poco dopo la diffusione dei primi video, la polizia ha iniziato a convocare i suoi amici. Gli agenti si presentavano a casa loro e nei luoghi di lavoro dei loro genitori: “Volevano sapere chi ero, dove abitavo, se avevo un fidanzato”.
Persone sconosciute hanno cominciato a fermare suo fratello per la strada. A volte erano poliziotti, spesso persone in borghese, ma il messaggio era sempre lo stesso: “Di’ a tua sorella di smettere con quello che sta facendo, altrimenti potrebbe scomparire.
In aprile Fernández ha ricevuto la prima convocazione dalla polizia. Quando si è presentata, un agente le ha ordinato di smettere di postare video o sarebbe stata perseguita per attività “controrivoluzionarie”.
A luglio le autorità hanno obbligato il suo operatore di internet a sospendere la connessione della sua abitazione. Fernández si collegava attraverso una rete informale gestita da una delle sue vicine, una pratica diffusa a Cuba, dove l’accesso a internet è molto limitato. La vicina ha raccontato che la polizia l’ha minacciata di tagliare tutta la connessione se avesse continuato a fornirla a Fernández.
In agosto le autorità hanno negato a Fernández il passaporto per andare a trovare i genitori negli Stati Uniti. Una funzionaria del ministero degli esteri l’ha informata che non poteva lasciare il paese per “motivi di interesse pubblico”, una misura restrittiva adottata spesso nei confronti dei dissidenti.
In settembre, dopo essere stata interrogata dalla polizia per la seconda volta, Fernández ha postato un video in cui racconta la sua esperienza. A distanza di alcuni giorni ha ricevuto una telefonata da un numero sconosciuto, con la minaccia di “finirla” se fosse uscita di casa.
Come altri influencer, Ruhama Fernández dice che non ha nessuna intenzione di arrendersi: “Ora che ho detto la verità, non si può tornare indietro”.
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