Our Voice: "Chi perseguita Julian Assange va colpito con sanzioni, purché mirate".
Recentemente, infatti, la Presidente aveva pronunciato un discorso proprio sulla necessità di proteggere i giornalisti e di prendere misure contro chi li minaccia.
Nella lettera gli attivisti hanno ricordato alla von der Leyen che un certo giornalista australiano viene perseguitato da più di 10 anni da due paesi amici dell’UE, gli Stati Uniti e il Regno Unito: il suo nome è Julian Assange, il fondatore del sito web Wikileaks che, della trasparenza e dell'accesso universale all'informazione, ne ha fatto i valori principali.
Affinché le parole della von der Leyen non risultino ipocrite – dicono i firmatari della lettera – l’Unione Europea deve abbandonare l’iniquo criterio dei “due pesi e due misure” e sanzionare appunto gli Stati Uniti e il Regno Uniti per le loro continue violazioni dei diritti umani del giornalista Assange. Proprio come l’UE fa regolarmente quando a commettere le stesse violazioni sono paesi giudicati antidemocratici o comunque “non amici”.
Nell’associarsi alla richiesta di sanzioni europee contro i paesi che perseguitano Assange, i ragazzi del movimento Our Voice formulano, tuttavia, una importante precisazione.
“Siamo contro l'utilizzo delle sanzioni applicate senza distinzioni ad un intero paese, come arma di distruzione di massa per risolvere controversie internazionali”, dicono. “Infatti, non vorremmo prendere in alcun modo ispirazione dagli Stati Uniti che utilizza le sanzioni iniquamente e senza criterio per devastare intere popolazioni. La richiesta di sanzioni contro chi perseguita Assange va pertanto intesa come gesto simbolico che, in ogni caso, contempla soltanto le sanzioni mirate. Ma quello che ci aspetteremmo davvero dall’UE è una forte presa di posizione in difesa del giornalista Assange e un forte monito ai paesi che lo hanno perseguitato per un decennio.”
Difatti, la lettera consegnata alla Presidente von der Leyen conclude esprimendo proprio i concetti appena evocati:
“Non dovrebbe essere necessario, a nostro avviso, che l’Unione Europea attui concretamente queste sanzioni contro gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Dovrebbe essere sufficiente che Lei, onorevole Presidente, si esprima a favore della liberazione immediata di Julian Assange, del rigetto della richiesta di estradizione, e del ritiro immediato delle accuse mosse dal Dipartimento di Giustizia statunitense, ricordando agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna quanto viene previsto dalle norme sanzionatorie UE in caso di inadempienza.
Voglia, Onorevole von der Leyen, iniziare ad istruire questo richiamo sin da oggi, onorando lo spirito e il significato di una giornata tanto fondamentale per le nostre democrazie: la giornata UNESCO per l’Accesso universale alle Informazioni e per il Diritto di Sapere.”
Inoltre, gli stessi regolamenti sanzionatori UE sono chiari: anche nell’ipotesi del varo effettivo di sanzioni UE contro gli USA e l’UK per le loro violazioni dei diritti umani di Julian Assange, tali sanzioni possono essere applicate, non contro ciascun paese per intero, ma soltanto in maniera mirata contro i singoli autori delle violazioni denunciate.
Nel caso della persecuzione di Julian Assange da parte degli Stati Uniti, per esempio, le sanzioni dovrebbero colpire soltanto gli attori principali: l’ex Presidente Donald Trump, l’ex direttore della CIA e poi Segretario dello Stato Mike Pompeo, e gli ex Procuratori Generali nell’amministrazione Trump, Sessions e Barr.
E’ pur vero che, in certi casi in passato ma anche oggi, l’UE ha effettivamente varato sanzioni contro un intero paese per colpire il suo leader, giudicato responsabile di violazioni dei diritti umani. Questo è, per esempio, il caso della Siria: molti giuristi internazionali, infatti, considerano “punizioni collettive” e quindi illegittime le attuali sanzioni UE in quanto sono in contrasto con gli articoli 6, 7, 13 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Ciò perché le sanzioni UE colpiscono non soltanto il Presidente Assad e i suoi più stretti collaboratori, ma l’intera popolazione siriana. Costituiscono pertanto una forma di “guerra asimmetrica” che mira a destabilizzare e a distruggere l’intero paese – e ciò le rende illegittime secondo le norme internazionali.
“Ma non c’è nessun pericolo che ciò possa accadere qualora l’UE decidesse sanzioni contro gli USA e l’UK”, sostengono le associazioni che propongono le sanzioni contro questi due paesi per i loro abusi nei confronti di Julian Assange. “L’UE dipende troppo dagli scambi commerciali con gli USA e l’UK, per volerli destabilizzare o distruggere.”
“Invece”, proseguono i proponenti, “l’effettivo varo di sanzioni contro i singoli autori degli abusi contro Assange – ovvero, nel caso degli Stati Uniti, contro le quattro personalità appena elencate – manderebbe il seguente segnale chiaro e inequivocabile a chi ricopre attualmente negli USA i ruoli di Presidente, di Segretario di Stato, di direttore della CIA e di Procuratore Generale: “Siete attualmente in una situazione di palese illegalità. Bisogna far cessare subito gli abusi che l’amministrazione precedente ha messo in atto nei confronti di Julian Assange. Questo può essere fatto (1.) scarcerandolo, (2.) ritirando la richieste di estradizione e le accuse a suo carico, (3.) restituendogli la sua Libertà di Espressione e di movimento.”
Chi vuole sottoscrivere la lettera indirizzata alla Presidente von der Leyen può aggiungere la propria firma a questo link: https://www.change.org/EUforAssange
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