Pace

Lista Pace

Archivio pubblico

Un medesimo filo conduttore: i diritti umani.

Il silenzio dei pacifisti

Le campagne lanciate da PeaceLink mirano alla liberazione di persone innocenti e a garantire processi equi: Guantanamo, Assange, Hale. E' gravissimo che paghino col carcere i testimoni che hanno rivelato crimini di guerra.
Laura Tussi20 novembre 2021
Fonte: Tempi di Fraternità

Tempi di Fraternità

L’associazione PeaceLink ha lanciato campagne con il medesimo filo conduttore: i diritti umani. La prima è centrata sulla prigione americana di Guantanamo, e ne viene chiesta la chiusura. Questa campagna registra attualmente circa 850 adesioni individuali e il sostegno di oltre cinquanta associazioni. Vede inoltre la partecipazione di nomi noti dell’attivismo pacifista e nonviolento a livello nazionale: da Moni Ovadia, a Vittorio Agnoletto, ad Alex Zanotelli e molti altri.

La campagna Guantanamo è collegata alle rivelazioni di Assange che con WikiLeaks ha reso note tutte le atrocità che accadono in quel carcere americano. L’obiettivo della campagna è il rispetto e la tutela dei diritti umani. Infatti dopo l’11 settembre 2001 è avvenuta la sospensione dei diritti in nome della guerra al terrorismo. A Guantanamo i prigionieri non sono salvaguardati dalla Convenzione di Ginevra sulla tutela dei prigionieri di guerra e dei civili e questi sono elementi per cui la Corte Penale Internazionale indaga nei confronti degli Stati Uniti.

La seconda campagna riguarda la liberazione di Daniel Hale, lo specialista di intelligence che aveva divulgato alla stampa informazioni riservate riguardo la guerra dei droni, e segreti sulle operazioni in Afghanistan, Yemen e Somalia.

Il suo crimine è stato dire questa verità: il 90% delle persone uccise dai droni statunitensi sono astanti, non gli obiettivi previsti. A marzo si era dichiarato colpevole e aveva «accettato la responsabilità» per aver violato l’Espionage Act. Il tribunale della Virginia lo ha condannato a 4 anni di carcere,  meno dei 50 chiesti dal Dipartimento di Giustizia, ma non per questo giustificabili.

Le campagne lanciate da PeaceLink mirano dunque alla liberazione di persone innocenti e a garantire processi equi.

La guerra del terrore al terrorismo ha reso “legale” la violazione dei diritti umani e la persecuzione contro tutti coloro che rivelano la verità, contro le menzogne e le falsità che, in tempi di guerra, proliferano. Ciò che è avvenuto in termini di violazione della vita di innocenti è impressionante ma purtroppo poco conosciuto. Ed è gravissimo che paghino col carcere i testimoni che hanno rivelato crimini di guerra. Si tratta di casi di coscienza: la loro colpa è aver violato segreti militari per tutelare innocenti massacrati dalle armi USA.

Per quanto riguarda la vicenda del drone americano che ha colpito un’auto di presunti terroristi dopo la strage di Kabul, Biden ha dichiarato: “Abbiamo dato indicazione di colpire in modo altamente preciso”. Invece, al contrario, sono stati colpiti dei civili. È stato colpito anche un ingegnere afgano che collabora con un gruppo di aiuto umanitario americano.

Purtroppo sono poche le associazioni che riportano quanto è accaduto a Daniel Hale e che lo hanno sostenuto.

Allora è lecito domandarsi: perché il movimento pacifista non attiva azioni di denuncia? Il movimento pacifista nel suo complesso dovrebbe essere presente in continuazione e svolgere una azione nonviolenta e militante di controinformazione. Il caso di Daniel Hale, in carcere per aver obbedito alla sua coscienza, dovrebbe diventare patrimonio di tutte e tutti. Negli anni ‘60 , ad esempio, eventi del genere diventavano patrimonio di milioni di persone e di tutta l’opinione pubblica.

Quello che sembra una diffusa indifferenza del movimento pacifista è un fatto gravissimo. Scopriamo che noi pacifisti, questo tragico accadimento, non l’abbiamo in realtà condiviso, elaborato e fatto nostro. Forse non fa più parte del nostro stile di attivismo? O dell’impegno e del nostro lavoro di denuncia? Oppure una certa frustrazione, legata anche a quelli che sembrano scarsi risultati del nostro impegno, ci sta scoraggiando?

In realtà, quelli attuali sono momenti difficili per l’assenza di valori e ideali. Ci diamo per sconfitti in partenza e certe campagne non le iniziamo neppure.

La reazione della società civile sembra flebile e forse qualche ingranaggio si è rotto nei meccanismi di attivismo e solidarietà, non solo del mondo pacifista e nonviolento, ma nell’intera comunità mondiale.

Per questo PeaceLink si schiera per la verità e la trasparenza dell’informazione e per dare una risposta forte e determinata a questa tragica carenza di responsabilità sociale da parte dell’opinione pubblica e, purtroppo, anche di una parte consistente del mondo pacifista.

Articoli correlati

  • Argentina, uno scenario ad alto rischio
    Latina

    Argentina, uno scenario ad alto rischio

    Accelera lo smantellamento dei passi in avanti fatti in termini di memoria, verità e giustizia
    12 luglio 2024 - Giorgio Trucchi
  • Veglia per Gaza a Lecce
    Palestina
    Anche il nodo PeaceLink di Lecce aderisce all'evento

    Veglia per Gaza a Lecce

    Aumentano le adesioni all'iniziativa promossa dal coordinamento salentino di Donne per la Palestina. La veglia silenziosa testimonierà la solidarietà ai civili di Gaza, massacrati da nove mesi dall’esercito israeliano con la complicità dei governi europei e dell’Occidente
    13 luglio 2024 - Redazione PeaceLink
  • Il potere invincibile della verità
    Editoriale
    Assange è finalmente libero

    Il potere invincibile della verità

    La storia di Assange è strettamente intrecciata con quella delle guerre presentateci come giuste. Ha dovuto pagare un prezzo al potere americano, che lo voleva dietro le sbarre a vita, ma non ha mai tradito la verità né coloro che hanno creduto nella giustezza del suo operato.
    25 giugno 2024 - Alessandro Marescotti
  • "Una rara buona notizia per Julian Assange"
    MediaWatch
    PeaceLink sostiene la campagna per la liberazione del fondatore di Wikileaks

    "Una rara buona notizia per Julian Assange"

    Amnesty International valuta positivamente la decisione dell’Alta corte di Londra di garantire a Julian Assange la possibilità di appellarsi contro l’estradizione negli Usa. Wikileaks ha rivelato i crimini di guerra Usa e il movimento pacifista deve oggi sostenere la causa di Assange.
    21 maggio 2024 - Redazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.17 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)