Dichiarazione ONU sul diritto alla pace del 19 dicembre 2016
L'articolo 20 del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, ratificato dall’Italia nel 1977, sancisce che “qualsiasi propaganda a favore della guerra deve essere vietata dalla legge”.
Fu un grande passo in avanti che tuttavia non ha lasciato il segno visto in frequente ricorso di alcune nazioni nel fare ardenti e audaci dichiarazioni a favore della guerra. Del resto neanche il divieto di minaccia di guerra sancito dal comma 4 dell'articolo 2 dello Statuto dell'ONU.
Dal divieto di propaganda alla guerra al diritto alla pace
Nel 1978 l’Assemblea generale dell’Onu adottato la risoluzione 33/73 che nell'’articolo 1 dichiara: "Ogni nazione e ogni essere umano, a prescindere da considerazioni di razza, coscienza, lingua o sesso, ha il diritto intrinseco a vivere in pace. Il rispetto di tale diritto, al pari degli altri diritti umani, risponde agli interessi comuni di tutta l’umanità e costituisce una condizione indispensabile per il progresso di tutte le nazioni, grandi e piccole, in tutti i campi." La Dichiarazione di principio sulla tolleranza, adottata dalla Conferenza generale dell’Unesco nel 1995 dichiara all’art. 1, paragrafo 1.4 che gli esseri umani "...hanno il diritto a vivere in pace".
Il passaggio dal divieto della propaganda a favore della guerra al diritto alla pace dovrebbe essere quasi logico, ma così non è. La Dichiarazione ONU sul diritto alla pace ha infatti trovato l'opposizione degli Stati Uniti (con il presidente Barack Obama, premio Nobel per la Pace) e di vari paesi della Nato e l'astensione di alcune nazioni come l'Italia (presidente del consiglio Paolo Gentiloni, succeduto il 12 dicembre 2016 a Matteo Renzi). La cosa era già accaduta quando l’Assemblea generale aveva adottato nel 1984 (con 34 astensioni) la Dichiarazione sul diritto dei popoli alla pace che "proclama solennemente che i popoli del nostro pianeta hanno un sacro diritto alla pace" e "dichiara solennemente che la tutela del diritto dei popoli alla pace e l’impegno alla sua attuazione costituiscono un obbligo fondamentale di ogni stato".
Pubblichiamo qui si seguito la Dichiarazione ONU sul diritto alla pace del 19 dicembre 2016 in modo che ognuno possa:
- valutare cosa contenesse di così poco condivisibile da meritarsi un voto contrario;
- conoscere tutte le nazioni che hanno votato contro o che si sono astenute.
Va considerato che la base di discussione, ossia la prima bozza di dichiarazione, era stata elaborata nel 2012 dall’Advisory Committee nel 2012 composto da esperti in materia di diritti umani che offrivano le proprie competenze al Consiglio Diritti Umani dell'ONU.
Dichiarazione ONU sul diritto alla pace
L'Assemblea Generale:
[...]
Dichiara quanto segue:
Articolo 1
Ognuno ha il diritto di godere la pace in modo che tutti i diritti umani sono promossi e protetti e lo sviluppo è pienamente realizzato.
Articolo 2
Gli stati devono rispettare, implementare e promuovere l’eguaglianza e la non discriminazione, la giustizia e lo stato di diritto e garantire la libertà dalla paura e dal bisogno quali misure per costruire la pace dentro e fra le società.
Articolo 3
Gli Stati, le Nazioni Unite e le agenzie specializzate, in particolare l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura devovo assumere appropriate misure sostenibili per implementare la presente Dichiarazione. Le organizzazioni internazionali, regionali, nazionali e locali e la società civile sono incoraggiate a prestare supporto e assistenza nell’implementazione della presente Dichiarazione.
Articolo 4
Saranno promosse le istituzioni internazionali e nazionali di educazione per la pace al fine di rafforzare fra tutti gli esseri umani lo spirito di tolleranza, dialogo, cooperazione e solidarietà. Per questo scopo, l’Università per la Pace deve contribuire al grande compito universale di educare per la pace impegnandosi nell’insegnamento, nella ricerca, nella formazione postuniversitaria e nella disseminazione della conoscenza.
Articolo 5
Nulla della presente Dichiarazione sarà interpretato in senso contrario agli obiettivi e ai principi delle Nazioni Unite. Le disposizioni contenute nella presente Dichiarazione devono essere intese in linea con la Carta delle Nazioni Unite, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e i pertinenti strumenti internazionali e regionali ratificati dagli Stati.
Una breve analisi della Dichiarazione
Il dispositivo della Dichiarazione - come si legge sul sito del Centro Diritti Umani dell'Università di Padova - consta di cinque brevi articoli, da interpretare alla luce dell’ampio e dettagliato ‘preambolo’ che inizia richiamando le principali fonti del Diritto internazionale dei diritti umani: Dichiarazione Universale, Patto internazionale sui diritti civili e politici, Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, Dichiarazione dei Vienna del 1993. Questi puntuali riferimenti rendono esplicito il terreno ‘costituzionale’ in cui prende dimora formale il nuovo diritto fondamentale.
Il senso dell’articolo 1 è che la pace è pre-condizione e, allo stesso tempo, risultato della promozione e della protezione di tutti i diritti umani e dello sviluppo. “Godere la pace” comporta l’impegno di ciascuno, e naturalmente degli stati e delle organizzazioni internazionali, a costruire la pace dentro e fra le società. L’articolo 4 sottolinea l’importanza dell’educazione per la pace al fine di “rafforzare fra tutti gli esseri umani lo spirito di tolleranza, dialogo, cooperazione e solidarietà”. Opportunamente al riguardo, il preambolo della Dichiarazione fa esplicito riferimento a due precedenti Dichiarazioni delle Nazioni Unite: la Dichiarazione sull’educazione e la formazione ai diritti umani del 2011 e la Dichiarazione su una cultura di pace del 1999.
In Italia, la Dichiarazione sul diritto alla pace servirà a dare ulteriore impulso all’applicazione della ‘norma pace diritti umani’, presente in migliaia di statuti di Comuni e Province e in numerose leggi regionali. E’ il caso di sottolineare che gli enti di governo locali e regionali italiani, a partire dal 1988 con la prima legge della Regione Veneto in materia, hanno precorso il legislatore internazionale proprio in tema di riconoscimento del diritto alla pace. Il motto appropriato per l’Italia è dunque: ‘guidare con l’esempio’ (guiding by example) anche sul piano internazionale raccogliendo, in parole ed opere, la sfida della “nonviolenza come stile di una politica di pace” lanciata da Papa Francesco con il Messaggio per la cinquantesima Giornata mondiale della pace (1 gennaio 2017).
Resoconto dei lavori dell'Assemblea Generale dell'ONU
Draft resolution A/C.3/71/L.29
76. At the 46th meeting, on 8 November, the representative of Cuba, on behalf of Algeria, Bolivia (Plurinational State of), Cuba, the Democratic People ’s Republic of Korea, Eritrea, Namibia, Nicaragua, the Syrian Arab Republic, Venezuela
(Bolivarian Republic of) and Viet Nam, introduced a draft resolution entitled “Declaration on the Right to Peace” (A/C.3/71/L.29). Subsequently, Belarus, Cameroon, the Central African Republic, China, the Lao People’s Democratic
Republic, Myanmar, South Africa, Togo and Zimbabwe joined in sponsoring the draft resolution.
77. At the 52nd meeting, on 18 November, the representative of Cuba made a statement and orally revised preambular paragraph 3 of the draft resolution.
78. At the same meeting, Benin, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Egypt, El Salvador, Ghana, Indonesia, Nigeria, Paraguay, Senegal, the Sudan and Uganda joined in sponsoring the draft resolution, as orally revised.
79. Also at the same meeting, the Committee adopted draft resolution A/C.3/71/L.29, as orally revised, by a recorded vote of 116 to 34, with 19 abstentions (see para. 137, draft resolution IV). The voting was as follows:
In favour:
Afghanistan, Algeria, Angola, Antigua and Barbuda, Argentina, Azerbaijan, Bahamas, Bahrain, Bangladesh, Barbados, Belarus, Belize, Benin, Bhutan, Bolivia (Plurinational State of), Botswana, Brazil, Brunei Darussalam, Burkina Faso, Burundi, Cabo Verde, Cambodia, Cameroon, Central African Republic, Chad, Chile, China, Colombia, Comoros, Costa Rica, Côte d’Ivoire, Cuba, Democratic People’s Republic of Korea, Djibouti, Dominican Republic, Ecuador, Egypt, El Salvador, Eritrea, Ethiopia, Gabon, Ghana, Guatemala, Guinea-Bissau, Guyana, Haiti, Honduras, India, Indonesia, Iran (Islamic Republic of), Iraq, Jamaica, Jordan, Kazakhstan, Kenya, Kiribati, Kuwait, Lao People’s Democratic Republic, Lebanon, Lesotho, Liberia, Libya, Malawi, Malaysia, Maldives, Mali, Mauritania, Mauritius, Mexico, Mongolia, Morocco, Mozambique, Myanmar, Namibia, Nauru, Nepal, Nicaragua, Nigeria, Oman, Pakistan, Panama, Paraguay, Peru, Philippines, Qatar, Russian Federation, Rwanda, Saint Kitts and Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent and the Grenadines, Samoa, Saudi Arabia, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Singapore, South Africa, Sri Lanka, Sudan, Suriname, Swaziland, Syrian Arab Republic, Tajikistan, Thailand, Togo, Tunisia, Uganda, United Arab Emirates, United Republic of Tanzania, Uruguay, Uzbekistan, Venezuela (Bolivarian Republic of), Viet Nam, Yemen, Zambia, Zimbabwe.
Against:
Australia, Austria, Belgium, Bosnia and Herzegovina, Bulgaria, Canada, Croatia, Czechia, Denmark, Estonia, Finland, France, Germany, Hungary, Ireland, Israel, Japan, Latvia, Lithuania, Luxembourg, Malta, Monaco, Montenegro, Netherlands, New Zealand, Republic of Korea, Romania, Slovakia, Slovenia, Spain, Sweden, the former Yugoslav Republic of Macedonia, United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland, United States of America.
Abstaining:
Albania, Andorra, Armenia, Cyprus, Fiji, Greece, Iceland, Italy, Liechtenstein, Norway, Palau, Poland, Portugal, Republic of Moldova, San Marino, Serbia, South Sudan, Switzerland, Turkey.
80. Before the vote, statements were made by the representatives of the United States of America and Iceland (also on behalf of Australia, Liechtenstein, New Zealand and Norway). After the vote, statements were made by the representatives of Slovakia (on behalf of the European Union), Japan, Canada, the Islamic Republic of Iran, Liechtenstein (also on behalf of Austria, Belgium, Costa Rica, El Salvador, Estonia, Iceland, Latvia, Lithuania, Luxembourg, Poland, Slovenia and Switzerland) and the Syrian Arab Republic.
L'elenco analitico di come hanno votato le nazioni
Y sta per SI'
N sta per NO
A sta per ASTENUTO
Le nazioni che non sono precedute da una lettera (es. Rwanda) non hanno partecipato al voto.
Y AFGHANISTAN
A ALBANIA
Y ALGERIA
A ANDORRA
Y ANGOLA
Y ANTIGUA AND BARBUDA
Y ARGENTINA
A ARMENIA
N AUSTRALIA
N AUSTRIA
Y AZERBAIJAN
Y BAHAMAS
Y BAHRAIN
Y BANGLADESH
Y BARBADOS
Y BELARUS
N BELGIUM
Y BELIZE
Y BENIN
Y BHUTAN
Y BOLIVIA (PLURINATIONAL STATE OF)
N BOSNIA AND HERZEGOVINA
Y BOTSWANA
Y BRAZIL
Y BRUNEI DARUSSALAM
N BULGARIA
Y BURKINA FASO
Y BURUNDI
Y CABO VERDE
Y CAMBODIA
Y CAMEROON
N CANADA
Y CENTRAL AFRICAN REPUBLIC
Y CHAD
Y CHILE
Y CHINA
Y COLOMBIA
Y COMOROS
Y CONGO
Y COSTA RICA
Y COTE D'IVOIRE
N CROATIA
Y CUBA
A CYPRUS
N CZECHIA
Y DEMOCRATIC PEOPLE'S REPUBLIC OF KOREA
DEMOCRATIC REPUBLIC OF THE CONGO
N DENMARK
Y DJIBOUTI
Y DOMINICA
Y DOMINICAN REPUBLIC
Y ECUADOR
Y EGYPT
Y EL SALVADOR
Y EQUATORIAL GUINEA
Y ERITREA
N ESTONIA
Y ETHIOPIA
Y FIJI
N FINLAND
N FRANCE
Y GABON
GAMBIA
A GEORGIA
N GERMANY
Y GHANA
A GREECE
Y GRENADA
Y GUATEMALA
Y GUINEA
Y GUINEA-BISSAU
Y GUYANA
Y HAITI
Y HONDURAS
N HUNGARY
A ICELAND
Y INDIA
Y INDONESIA
Y IRAN (ISLAMIC REPUBLIC OF)
Y IRAQ
N IRELAND
N ISRAEL
A ITALY
Y JAMAICA
N JAPAN
Y JORDAN
Y KAZAKHSTAN
Y KENYA
Y KIRIBATI
Y KUWAIT
Y KYRGYZSTAN
Y LAO PEOPLE'S DEMOCRATIC REPUBLIC
N LATVIA
Y LEBANON
Y LESOTHO
Y LIBERIA
Y LIBYA
A LIECHTENSTEIN
N LITHUANIA
N LUXEMBOURG
Y MADAGASCAR
Y MALAWI
Y MALAYSIA
Y MALDIVES
Y MALI
N MALTA
MARSHALL ISLANDS
Y MAURITANIA
Y MAURITIUS
Y MEXICO
MICRONESIA (FEDERATED STATES OF)
N MONACO
Y MONGOLIA
N MONTENEGRO
Y MOROCCO
Y MOZAMBIQUE
Y MYANMAR
Y NAMIBIA
Y NAURU
Y NEPAL
N NETHERLANDS
N NEW ZEALAND
Y NICARAGUA
Y NIGER
Y NIGERIA
A NORWAY
Y OMAN
Y PAKISTAN
A PALAU
Y PANAMA
Y PAPUA NEW GUINEA
Y PARAGUAY
Y PERU
Y PHILIPPINES
A POLAND
A PORTUGAL
Y QATAR
N REPUBLIC OF KOREA
A REPUBLIC OF MOLDOVA
N ROMANIA
Y RUSSIAN FEDERATION
RWANDA
Y SAINT KITTS AND NEVIS
Y SAINT LUCIA
Y SAINT VINCENT AND THE GRENADINES
Y SAMOA
A SAN MARINO
Y SAO TOME AND PRINCIPE
Y SAUDI ARABIA
Y SENEGAL
A SERBIA
Y SEYCHELLES
Y SIERRA LEONE
Y SINGAPORE
N SLOVAKIA
N SLOVENIA
Y SOLOMON ISLANDS
Y SOMALIA
Y SOUTH AFRICA
Y SOUTH SUDAN
N SPAIN
Y SRI LANKA
Y SUDAN
Y SURINAME
Y SWAZILAND
N SWEDEN
A SWITZERLAND
Y SYRIAN ARAB REPUBLIC
Y TAJIKISTAN
Y THAILAND
N THE FORMER YUGOSLAV REPUBLIC OF MACEDONIA
TIMOR-LESTE
Y TOGO
TONGA
Y TRINIDAD AND TOBAGO
Y TUNISIA
A TURKEY
TURKMENISTAN
TUVALU
Y UGANDA
A UKRAINE
Y UNITED ARAB EMIRATES
N UNITED KINGDOM
Y UNITED REPUBLIC OF TANZANIA
N UNITED STATES
Y URUGUAY
Y UZBEKISTAN
Y VANUATU
Y VENEZUELA (BOLIVARIAN REPUBLIC OF)
Y VIET NAM
Y YEMEN
Y ZAMBIA
Y ZIMBABWE
La dichiarazione ONU sul diritto alla pace (Martina Lucia Lanza)
https://www.azionenonviolenta.it/la-dichiarazione-onu-sul-diritto-alla-pace/
Abbiamo diritto alla Pace (Antonio Papisca)
https://unipd-centrodirittiumani.it/it/schede/Articolo-28-Abbiamo-diritto-alla-pace/32
APG23 sul diritto alla pace
https://www.apg23.org/it/onu_diritto_alla_pace/
Pace e diritto alla pace
http://www.worldsocialagenda.org/22-pace-e-diritto-alla-pace
Precedente Dichiarazione del diritto alla pace (19 novembre 1984)
https://web.archive.org/web/20071025082421/http://www.ohchr.org/english/law/peace.htm
Cliccando su "Il diritto alla pace" del sito dell'ONU Italia
https://www.onuitalia.it/il-diritto-alla-pace-la-giornata-internazionale-della-pace-celebra-i-70-anni-della-dichiarazione-universale/
in data 12/12/2021 si leggeva: "Gli utenti malintenzionati potrebbero provare a carpire le tue informazioni da www.onuitalia.it (ad esempio, password, messaggi o carte di credito)".
Allegati
Dichiarazione ONU sul diritto alla pace
ONU256 Kb - Formato pdfApprovata dall'Assemblea Generale dell'ONU il 19 dicembre 2016
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