Ci lascia Falco Accame
Accettò anche di fare un intervento per il libro che elaborai con altri compagni riconvertisti espulsi da Aermacchi che intitolammo "Nuovo Ordine Militare Internazionale", sull'analisi del Nuovo Modello di Difesa del 1991.
Sono davvero dispiaciuto e affranto.
Elio Pagani
Anch’io lo ricordo con molta stima. Era uno dei nostri riferimenti ai tempi della FLM e partecipò anche a un nostro convegno a Genova nel 1982 sulla riconversione nel civile e l’obiezione di coscienza alla produzione militare.
Gianni Alioti
L'abbiamo conosciuto nel 1990 quando a Taranto rivelammo che Taranto stava diventando una base NATO. Gli chiedevamo informazioni tecniche su come funzionasse una base navale. Eravamo riuniti in un gruppo locale dell'Associazione per la Pace molto attivo, collegato ad Avvenimenti, al Manifesto, alla CGIL e all'associazionismo.
Lo incrociai nuovamente quando PeaceLink cominciò ad occuparsi di uranio impoverito. E poi di porti a rischio nucleare. Falco Accame per noi rappresentava il militare che dialogava con i pacifisti e che metteva la sua conoscenza degli armamenti al servizio di una buona causa, quella dell'articolo 11 della Costituzione: "L'Italia ripudia la guerra".
Alessandro Marescotti
Chi volesse inviare un ricordo di Falco Accame può scrivere a questa email: a.marescotti@peacelink.org
Ha avuto un infanzia difficile perché la Mamma Letizia lo ha lasciato per una leucemia a soli tre anni. È stato allevato e amato dai nonni Maria e Claudio insieme al fratello Bubi.
La sua vita è stata dedicata al lavoro e alla lotta alle ingiustizie. Ha seguito un “moderno” cursus honorum. Ha studiato dagli Scolopi a Firenze, poi al Morosini di Venezia. Dopo l’Accademia Navale di Livorno combatte sul fronte di Cassino, partecipa allo sminamento di numerose zone di guerra. Come ufficiale inventa per la Marina Militare un meccanismo per lo sminamento. Da Comandante dell’Indomito si dimette per protesta contro i vertici per la mancata tutela dei sotto ufficiali e scrive una lettera aperta di protesta sul Corriere della Sera. Da quel momento nasce un non programmato impegno politico con il Partito Socialista e diventa Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati. Come deputato presenta diverse riforme di legge sui servizi segreti e sulla leva che partendo da quelle bozze diverranno successivamente leggi della Repubblica. Successivamente con il consolidamento di Craxi al controllo del partito gli viene offerta la possibilità di diventare ministro della Difesa ma con la richiesta di appoggiare il complesso militare industriale. Al suo rifiuto Craxi lo emargina fino a non farlo rieleggere. Continua la sua attività creando l’ANAVAFAF (Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti) dove insieme a Concetta Conti e i vari associati cerca di proteggere i militari e i loro familiari dalle ingiustizie e dalle coperture di misfatti di altri militari. Sono i casi di nonnismo, dei tumori derivanti dall’operare in zone con l’uranio impoverito senza alcuna protezione, da situazioni in cui non erano state applicate le più elementari azioni di sicurezza sul lavoro, dal nascondere responsabilità importanti dei vertici delle forze armate.
Durante la sua vita ha sempre amato capire la molteplicità di elementi che generano la “realtà”, approfondire, analizzare partecipando attivamente alla vita pubblica del paese con articoli, proposte di legge, dibattiti manifestazioni.
Ha scritto un importante libro sulla natura epistemologica della strategia.
A 96 anni forse era venuto il tempo di lasciarci perché sentiva non essere più in grado di combattere contro le ingiustizie impegnandosi con la mente e il corpo che hanno dato il senso e il motivo alla sua vita.
Un saluto di rispetto per la vita che ha perseguito mentre raggiunge il fratello Bubi, la moglie Lola e i nonni Maria e Claudio Paolozzi.
Con affetto profondo Beatrice, Carlo, Ginevra, Lorella, i Rainz, tutti i parenti, gli amici e le persone che lo hanno stimato.
Grande maestro e amico, è un dolore immenso.
Marilina Rachel Veca
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