Guantanamo e le contraddizioni dei grandi della Terra
Il nostro scopo era, ed è, ricordare che nella guerra al terrorismo gli USA non stanno agendo nel rispetto delle leggi internazionali, e chiediamo venga fatta luce sui crimini di guerra consumati in nome della democrazia.
Nessuno Stato deve permettersi ancora di contravvenire alle Convenzioni di Ginevra con un gioco di lessico e definizioni; non accettiamo vengano, più o meno apertamente, nutrite divisioni tra culture per motivi religiosi.
Non lasciamo fuori dai nostri discorsi la guerra, perché ci riguarda e invitiamo a promuovere ovunque una cultura di pace.
tutto diventò più oscuro, più veloce e più violento e ci veniva detto di affidarci a chi la guerra la fa per mestiere
Sotto i nostri occhi l'Occidente si fece estremista in nome della sicurezza nazionale.
Negli USA e in Europa il sospetto assottigliò il cuore di tanta gente verso chiunque avesse tratti somatici da mediorientale e una barba nera.
Con l'11 settembre la guerra sembrò affacciarsi sulle nostre case. Noi gente comune, ci veniva detto, dovevamo affidarci a chi la guerra la fa per mestiere e sta lavorando per tenerci al sicuro. Le spese pubbliche per gli armamenti e la difesa cominciarono a crescere in maniera spaventosa in nome della lotta al terrorismo mentre piccole alternative resistenti tendevano la mano alla cultura musulmana pacifista e alle popolazioni inermi sotto i bombardamenti.
Gli USA aprirono un campo di detenzione speciale per sospetti terroristi, a Guantanamo Bay, nel sud-est di Cuba.
La distinzione aveva un impatto diretto sul trattamento riservato ai detenuti. L'amministrazione Bush proclamò che le Convenzioni di Ginevra non si applicavano al conflitto con al-Qaeda perché non apparteneva a "eserciti regolari" di qualche governo riconosciuto.
Prima di arrivare a Guantanamo molti degli uomini catturati furono trattenuti e interrogati dalla CIA, per mesi o anni in luoghi sconosciuti comunemente indicati come black sites. Iniziarono così storie inenarrabili di tortura e di detenzione indefinita, senza che si riconoscesse loro l'habeas corpus, quindi senza rendere noto a loro o ad altri il motivo dell'arresto e permettere che si avvalessero di una difesa legale. Insomma, nei balck sites e a Guantanamo si sono chiuse le porte alla legge. Legge che avrebbe impedito gli isolamenti, ordinato di celebrare processi regolari e punito l'uso di tecniche di interrogatorio avanzate.
Il 14 settembre 2001 il Congresso USA approvò l'AUMF - Autorizzazione all'uso della forza militare - che permette al presidente di usare la forza ritenuta necessaria contro quelle nazioni, organizzazioni o persone che secondo il suo esame abbiano pianificato, commesso o aiutato gli attacchi avvenuti l'11 settembre 2001. Un potere senza limiti geografici o di tempo, riconfermato nel 2012, quando si precisò che era altresì permessa la detenzione senza processo fino alla fine delle ostilità. [1]
Secondo i vertici della Difesa americana il conflitto degli Stati Uniti con al-Qaeda è ancora in corso oggi nel 2022, dopo il ritiro dall'Afghanistan, trattandosi di un conflitto non convenzionale, con attori non statali dispersi nel mondo. Quindi non è possibile definire quando finiranno le ostilità, e i 39 detenuti a Guantanamo possono ancora restare lì rinchiusi.
nei balck sites e a Guantanamo si sono chiuse le porte alla legge
I margini delle libertà negli USA e nel mondo non sono progredite verso un mondo più giusto, più a dimensione d'uomo.
Certe parole concitate sono servite solo a risvegliare i nostri istinti più bassi, a provocare quella cecità dell'odio che rende pensabile ogni misfatto, l'uccidere, il torturare, e chiamare l'altro "nemico". Subito dopo l'11 settembre si esercitò una censura grossolana sui programmi televisivi, alcuni giornalisti furono allontanati dal loro ruolo, domande lecite suonavano come scomode. [3]
Come l'orrendo muro al confine con il Messico, Guantanamo è lo specchio della politica estera americana oggi.
Oltre al campo di prigionia per i sospettati terroristi a Guantanamo c'è un Centro per la prima accoglienza dei migranti haitiani che vogliono raggiungere gli USA. Anche questo Centro è impenetrabile ai giornalisti e ai legali delle organizzazioni umanitarie. Dal 1981 gli USA hanno attivato un programma noto come Alien Migrant Interdiction Operations (AMIO) che ha iniziato a respingere tutti gli arrivi, spesso senza neppure farli arrivare sulla costa. Non è un caso che ci ricordi quello che accade nel Mediterraneo, infatti l'AMIO è stato preso a modello nell'UE per il Mediterraneo e l'Atlantico, e in Australia per il Pacifico.
Irregolarità, minacce, abusi istituzionali sono le accuse che alcuni attivisti sono riusciti a formalizzare nei confronti del ISN - Servizio per l'immigrazione e la naturalizzazione statunitense - portato nelle aule di tribunale di Miami, processi ancora oggi in corso.
Sequestri e detenzioni indefinite, torture, documenti secretati, respingimenti illegali appartengono alla politica della Nazione più democratica del mondo.
Stona, non è vero? Ecco, infatti.
Come dovrebbe agire uno Stato democratico in uno stato di eccezione?
Perché gli Organismi Internazionali che dovrebbero fermare queste aberrazioni del diritto non manifestano alcuna opposizione? Questo è il nuovo corso delle cose e dobbiamo farci l'abitudine?
L'indigenza, la morte e le mutilazioni, i muri, le divisioni, queste non sono opere di un Paese democratico.
Non lasciamo fuori dai nostri discorsi la guerra, perché ci riguarda.
Per la nostra Campagna per la chiusura di Guantanamo il nostro amico Marco Chiavistrelli ha scritto una canzone, il testo lo trovate dopo il video. Autore e musicista canta dagli anni '70 di libertà, con uno sguardo speciale rivolto agli ultimi della storia.
Grazie Marco.
PRIGIONIERO A GUANTANAMO
Mi hanno messo in una gabbia
animale sotto il sole
mi han frustato nella notte
non capivo le parole
mi hanno torturato a turno e ingiuriato
belve che non conoscono persone
Prigioniero qui a Guantanamo
prigioniero senza nome
Mi han chiamato terrorista
ma uno solo è giudicato
hanno riso a convenzioni
e tramortito sul selciato
se l'è risa il presidente
la tortura funziona eccome
Prigioniero qui a Guantanamo
prigioniero senza nome
Mi hanno trasferito muto
per governi e per finzioni
con i tubi dentro il naso
incappucciato inginocchiato
quale sia la colpa mia
l'han passata tanto eccome
Prigioniero qui a Guantanamo
prigioniero senza nome
Son sparito nella notte
con Guantanamo in colore
con le case belle tinte
risplendenti sotto il sole
siamo nulla nella storia
mai esistiti come persone
Prigionieri qui a Guantanamo
prigionieri senza nome
[2] e [3] Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra, 2002 Longanesi & C.
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