Ha insultato alcuni funzionari della Commissione Elettorale Suprema turca nel 2019
All’udienza hanno partecipato gli avvocati delle parti e diversi sostituti, ma non il Sindaco.
L’avvocato di İmamoğlu, Kemal Polat, ha chiesto che il ministro dell’Interno Süleyman Soylu fosse ascoltato come testimone (richiesta poi respinta dal Tribunale) e che fossero ascoltati anche gli altri testimoni presenti.
L’addetto stampa del Sindaco Murat Ongun, in veste di testimone, ha dichiarato quanto segue:
Quel giorno (alla conferenza stampa del 6 novembre 2019, NdT) ero insieme al nostro stimato Sindaco. In qualità di suo addetto stampa, sono io a mantenere le relazioni con i media. Molti giornalisti sostengono che durante la conferenza stampa il Ministro dell’Interno Süleyman Soylu abbia definito il nostro Sindaco “idiota”. İmamoğlu era deciso a rispondere a tono. A quel punto ho radunato i giornalisti, i quali, indicando il Ministro dell’Interno, hanno chiesto al Sindaco che cosa volesse dichiarare in proposito. In seguito ho chiesto al Sindaco se si fosse espresso duramente e lui mi ha risposto di essere stato perfino troppo buono.
Questo è tutto quello che so.
Non l’ho sentito dire niente a proposito della Commissione Elettorale Suprema (YSK). Ho lavorato accanto a lui durante l’intero processo elettorale e non ha mai detto una parola fuori posto in tal senso.
Polat ne ha chiesto l’assoluzione, affermando che le parole di İmamoğlu fossero una risposta a Süleyman Soylu in particolare e non alla Commissione Suprema in generale. Il Tribunale ha respinto la richiesta di far salire Soylu sul banco dei testimoni.
L’accusa ha controbattuto dichiarando che alla conferenza stampa che aveva fatto seguito alla nuova vittoria del Sindaco, egli avesse invece insultato alcuni funzionari della Commissione Suprema (İmamoğlu è il principale rivale di Erdogan e aveva vinto con un distacco di una decina di voti dall’avversario, l’ex premier Bildirim caro al Presidente. Le elezioni erano state annullate per “irregolarità”, salvo poi essere riconvocate qualche mese dopo, in occasione delle quali İmamoğlu aveva vinto nuovamente e con un netto distacco, NdT)
È stata pertanto chiesta una condanna pari a due anni, sette mesi e 15 giorni di reclusione per “insulti a pubblico ufficiale”.
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