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Un altro passo avanti nel dialogo che da molti anni unisce Regione Toscana e Kurdistan Iracheno

Con l’UDIK per avviare nuovi progetti di cooperazione

L’evento fiorentino ha avuto lo scopo di mettere in relazione l’UDIK, associazione fondata sulla sorellanza e la solidarietà attiva, con altre associazioni impegnate sul territorio toscano, dallo SPI GGIL all’ANPI, all’ARCI, così come con le istituzioni locali.
6 febbraio 2024
Andrea Misuri

Un momento dell'incontro

L’incontro promosso dall’assessora alle Politiche sociali Serena Spinelli con l’UDIK, Unione Donne Italiane e Kurde, è un altro passo avanti nel dialogo che da molti anni unisce Regione Toscana e Kurdistan Iracheno. L’evento fiorentino ha lo scopo di mettere in relazione l’UDIK, associazione fondata sulla sorellanza e la solidarietà attiva, con altre associazioni impegnate sul territorio toscano, dallo SPI GGIL all’ANPI, all’ARCI, così come con le istituzioni locali. La stessa Spinelli ricorda come la Regione Toscana prosegue tutt’oggi, per quanto possibile, il finanziamento di progetti di cooperazione sanitaria, perché ha nel suo stesso DNA la pratica politica di relazioni internazionali. Incontri come questo servono a “creare connessioni tra associazioni e istituzioni impegnate sullo stesso fronte. Tenere la luce accesa e rivendicare la cessazione dei conflitti, il diritto alla salute e alla cura come diritti universali”. 

Women Together è un progetto sanitario che vuole essere una risposta concreta ai bisogni delle donne curde. Le referenti provengono da realtà e territori diversi, in comune i valori della solidarietà e dell’amore per il popolo curdo, Eleonora Mappa, Fiorella Ferrarini, Floriana Rizzetto, Laura Schrader. Presidente è Gulala Salih. Nata a Kirkuk da una famiglia impegnata nella lotta al regime iracheno, fin dall’età di undici anni ha pagato di persona le persecuzioni alle quali era sottoposta la sua famiglia. In Italia dal 1999, si è impegnata da subito per far conoscere nel nostro Paese la drammatica realtà della sua terra.

L’associazione pone in essere progetti di aiuto concreto a favore della salute nel Kurdistan Iracheno. In particolare dei diritti e del benessere delle persone. Ci sono state richieste specifiche di presidi sanitari come i reggiseni con protesi per le donne operate al seno. Di difficile reperimento e a costi alti seppure indispensabili per la ripresa di relazioni, familiari e sociali. 

Il primo invio di 80 reggiseni nel marzo 2023. L’impegno è ora di acquistare e consegnare più presidi possibile. L’associazione è in contatto con tre ospedali curdi che provvederanno alla distribuzione del materiale sanitario raccolto. Il futuro, si spera prossimo venturo, è creare la possibilità di produrre i reggiseni sul posto. A conclusione dell’evento, in un commovente documentario possiamo conoscere le operatrici sanitarie referenti, la dott.ssa Suzan Hoshayr Qader specialista chirurgia generale direttore del centro senologico di Erbil e la dott.ssa Raman Tharwat Abdollah oncologa dell’ospedale Nanakale di Erbil Kirkuk Cancer Center. Loro stesse aprono i cartoni arrivati dall’Italia e consegnano una ad una alle operate il reggiseno confacente al bisogno soggettivo di ciascuna.

Il convegno affronta il ruolo delle donne nella società curda. A differenza di molte aree del Medio Oriente, un ruolo da sempre fondamentale. Donne come Adela Khanm e Shamsa Khanm che hanno governato con saggezza il Principato di Halabja in epoche diverse al tempo dell’Impero Ottomano, quando musulmani, cristiani ed ebrei convivevano pacificamente. Partigiane come la leggendaria Margarete al tempo della lotta per l’indipendenza per arrivare alle peshmerga che hanno combattuto i terroristi Da’esh. E che ancora in prima fila si trovano a combattere per la liberazione ed il riconoscimento dell’identità storico culturale curda.

"Identità sospese" l'ultima opera di Gulala Salih

Nel suo intervento Gulala sottolinea che delle donne curde è lo slogan “Donna, vita, libertà” (Jin, Jiyan, Azadi), da tutti conosciuto con le proteste seguite alla morte di una ragazza curda dopo l’arresto da parte della polizia morale iraniana. Mahsa Amini, come abbiamo imparato a conoscerla sui media - indirizzati da una informazione fuorviante - anche se il suo nome curdo è Jina. Tutti noi – ci ricorda Gulala – dovremmo chiamarla con il suo vero nome. Jina. La dimostrazione di una evidente violazione del diritto di appartenenza al popolo curdo. Non è allora un caso se, insieme ai saluti di Saywan Sabir Mustafa Barzani, ambasciatore della Repubblica dell’Iraq in Italia, arriva una appassionata lettera di Rezan Kader, Alto rappresentante del Governo Regionale del Kurdistan in Italia. Come donna rivendica “con fierezza” la valorizzazione di genere in atto nel suo Paese e come “non è possibile rispondere alle grandi sfide cui siamo chiamati senza passare da una vera parità di genere”. Dal convegno emerge quindi come le donne curde sono sempre state protagoniste a salvaguardia della memoria del loro popolo. La necessità allora è di far conoscere le loro storie. Perché è proprio attraverso il racconto delle donne che le storie vanno a integrare l’identità di un popolo. Storie spesso lunghe e dettagliate, che ci tramandano coraggio e speranze profonde.

Tanti gli interventi. Floriana Rizzetto ed Eleonora Mappa, cofondatrici delle associazioni UDIK e Women Together, introducono lo scopo e le sinergie messe in atto dalle stesse, le prospettive concrete che si pongono oggi, le aspettative dall’incontro odierno. Susanna Agostini ricorda come le numerose presenze in sala non siano solo di spettatori, ma quanto ciascuna delle persone presenti sia parte del percorso che stiamo portando avanti dal 2006. I curdi “fiorentini”, solo per citarne alcuni, come l’artista scrittore, scultore, poeta e pittore Fuad Aziz, il giornalista Erfan Rashid, sempre al fianco delle Istituzioni toscane a sostegno della conoscenza della condizione in cui versa il suo popolo. Fiorella Alunni, prima sindaca della Toscana ad iscriversi all’organizzazione Mayors for Peace, dalla quale sono scaturiti gli incontri con i sindaci di città curde, irachene e iraniane nell’ambito della Conferenza Esecutiva dell’organizzazione che si tenne a Firenze nel 2007. Cristiano Franceschini e Roberto Del Bianco che come protagonisti dell’associazione International Peace Bureau dettero inizio alla collaborazione con MfP. Presenti anche Marisa Grilli responsabile Toscana SPI CGIL, Chiara Tozzi segretaria SPI CGIL di Firenze, Helen Amato referente del Centro culturale islamico di Firenze e Manfredi Lo Sauro ARCI Toscana, tutti soggetti a sostegno della rete che prende sempre più forma politica istituzionale e associativa.

Locandina dell'incontro-dibattito in Regione Toscana

Vania Bagni segretaria ANPI Firenze afferma come il percorso per arrivare alla liberazione e alla pace sia uguale in ogni Paese. Mettendo in luce il valore delle donne nelle battaglie per la crescita culturale delle radici storiche e per il riconoscimento delle identità etniche. Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo, il partigiano “Orso”, affronta il tema, ancora oggi attuale anche se uscito dall’attenzione dei media, dei crimini di guerra compiuti contro i curdi, una guerra in certi momenti a bassa intensità ma inarrestabile.

Stefania Saccardi oggi vicepresidente della Regione Toscana parla del “messaggio di pace, libertà e progresso che parte dalle donne” avendo a cuore il lavoro svolto come Comune di Firenze prima e in Regione poi per la cooperazione sanitaria e non solo. Il Dr. Osama Rashid, oggi Segretario Generale della Scuola Fiorentina per l’alta formazione e l’educazione al Dialogo Interreligioso e Interculturale, che da lungo tempo mette in sinergia realtà diverse di Firenze e della Toscana con il Kurdistan Iracheno, ci tiene a soffermarsi sul riconoscimento della “lingua curda pilastro dell’identità di un popolo, sopravvissuta grazie alla forza di volontà delle donne”.

Laura Sostegni dello SPI CGIL provinciale affronta il tema della “pace che fa parte dell’elemento femminile” e dell’incessante bisogno di creare reti di solidarietà e di conoscenza tra le persone e tra i popoli.

La senatrice Caterina Biti ricorda quando, delegata istituzionale del Comune di Firenze, ha avuto la possibilità di conoscere la forza di resistenza dei curdi. La sua visita per prendere atto che la cooperazione sanitaria si era concretizzata a Sulaymaniya con la nascita degli ospedali “italiani”. Da allora porta al collo un pendente a forma di melograno. Prezioso portafortuna, come ebbe a scoprire, per entrambi i nostri popoli.

I partecipanti

La Toscana - sottolinea l’assessora Serena Spinelli a conclusione dell’incontro - si impegna a proseguire nel portare avanti una cooperazione con le realtà associative e istituzionali che si interfacciano con progetti di solidarietà e salute del popolo curdo ed in particolare al sostegno di quello riferito al benessere delle donne operate al seno. Esprime la volontà politica di aprire un canale di informazione e conoscenza della radice culturale curda che ne riconosca l’identità, a fianco delle battaglie combattute dalle donne peshmerga nel Kurdistan Iracheno. Ieri e ancora oggi. Le guerre nel mondo stanno aumentando di numero e diventano – sembra impossibile eppure è così - ancora più crudeli. Regione Toscana e Firenze sono storicamente tessitrici di fratellanza e di pace. Quotidianamente facciamo atti, anche istituzionali, che condividono azioni propositive a beneficio delle persone. Piangiamo tutti un bimbo sulla spiaggia con la maglietta rossa. Eppure da quel giorno sono stati tanti i bimbi morti in mare. Ma se la tv non ne parla, non diventa un fatto mediatico. E dimentichiamo. Noi non ci vogliamo dimenticare né di quel bambino né di tutti gli altri.

 

Nota: è pubblicata anche una galleria delle immagini.

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