Lettera ai miei studenti dopo il discorso di Ursula Von der Leyen
Cari Studenti, care Studentesse, buongiorno,
speravo di non dovevi scrivere queste poche righe, ma coi tempi che corrono credo sia importante che tutti quanti apriamo gli occhi su quello che rischia di essere il nostro futuro.
Chi come voi ha seguito le mie lezioni, sa che da molto tempo temo che la situazione politica internazionale stia andando verso una direzione pericolosissima, con un rischio elevatissimo di un conflitto che può diventare anche nucleare. Le folli e incoscienti dichiarazioni di molti (troppi) importanti rappresentanti delle istituzioni che dovrebbero governarci, mi fanno capire che è fondamentale prendere coscienza di quello che sta accadendo.
Vi mando questo link, dove troverete le più recenti dichiarazioni di un guerrafondaio dell’élite bellicista che davvero non credo rappresenti i cittadini europei, i quali per la maggior parte non vogliono finire coinvolti in conflitto che possiamo solo immaginare quando e come inizierà, ma non potremo dire se e quando finirà: https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/02/28/von-der-leyen-prepara-leuropa-alla-guerra-servono-piu-armi-dobbiamo-produrne-come-e-stato-fatto-con-i-vaccini/7462372/
È tempo che tutti i cittadini e tutte le cittadine di questo nostro pianeta siano consapevoli della tragedia verso cui stiamo andando incontro a causa degli interessi inconfessabili di coloro che traggono profitto dalle guerre, e che ci vogliono far credere che sia inutile considerare l’utilizzo degli strumenti alternativi alla guerra per dirimere le controversie internazionali.
Parlo soprattutto a voi che siete ancora giovani e che rischiate di vedere il vostro futuro deturpato da odio, violenza, guerra e morte.
È necessario far sentire la propria voce a chi ci governa, a tutti livelli, dal livello locale (i comuni, le regioni, i rappresentanti eletti democraticamente e non democraticamente) a quello più elevato (I governi nazionali, le istituzioni internazionali e sovranazionali), non tanto o non solo con manifestazioni di piazza (che non sono mai servite a molto), quanto attraverso una mobilitazione morale, culturale, sociale, a partire dalle relazioni più strette, nel proprio ambito familiare, passando attraverso i rapporti con amici e colleghi, per giungere al livello dei nostri rappresentanti: grazie alla voce di coloro che credono che un altro mondo è possibile, dove la pace viene costruita con lo strumento della diplomazia, con la tolleranza e la comprensione empatica, grazie a questa voce, che può essere fortissima, tutti devono comprendere che i cittadini di questa nostra Terra non vogliono la guerra, e che non si avrà mai la pace se prepariamo la guerra: da sempre il riarmo è stato seguito da interminabili guerre sanguinose.
Oggi non agire e attendere lo sviluppo degli eventi significa ipotecare il proprio futuro e, chi crede in un mondo di pace e armonia, deve farsi sentire in maniera nonviolenta e gentile, ma ferma.
Gli individui che vogliono la guerra sono poche centinaia di migliaia, gli uomini e le donne che vogliono la pace sono miliardi.
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