A Sant'Anna di Stazzema, il 25 aprile
Questo ed altri pensieri si affacciano qui a Sant’Anna di Stazzema, lungo il percorso che dal Parco della Pace sta portando all’ossario delle vittime di uno degli eccidi più cruenti che gli anni della Seconda guerra mondiale ha impresso alla Storia.
E’ difficile arrivare a percepire per intero, dalle immagini e dalle testimonianze raccolte e fissate lungo le pareti del museo, quanto accadde ottant’anni fa. Forse la ragione rigetta istintivamente l’idea stessa di istinto demoniaco animato ai carnefici, forse la visione in due dimensioni dei volti e dei luoghi non può bastare a fare immergere completamente - noi fortunati abitanti degli ultimi decenni - nello scenario di terrore e nella realtà di quei giorni, o forse non abbastanza.
E come altre volte e in altre occasioni, che purtroppo non mancano nella storia delle nostre terre, l’istinto di pace ripete ancora la frase di sempre, seppure con voce stanca e sfiduciata, quel mantra mai ascoltato, “mai più!”.
Ma se la storia si ripete, arriverà mai del tutto l’era della condivisione e della ragione?
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