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La Lituania è entrata a far parte dell'Unione Europea dal 2004

La Lituania nega l’asilo politico alla pacifista Olga Karatch: una decisione sconcertante

Olga Karatch è stata condannata dal Tribunale bielorusso di Brest a 12 anni per i reati di “tentato colpo di stato per impadronirsi del potere statale con mezzi incostituzionali”, con le aggravanti di “screditamento della Repubblica di Bielorussia” e “diffamazione di Aleksandr Lukashenko”.
21 luglio 2024
Redazione PeaceLink

Olga Karatch

La vicenda di Olga Karatch, attivista bielorussa nota per la sua lotta contro il regime di Aleksandr Lukashenko, ha sollevato un'ondata di incredulità e sconcerto dopo il rifiuto della Lituania, membro dell'Unione Europea, di concederle l'asilo politico.

Ricordiamo che Olga è stata condannata dal Tribunale bielorusso di Brest a 12 anni di carcere e 170mila euro di multa, per i reati di “tentato colpo di stato per impadronirsi del potere statale con mezzi incostituzionali”, con le aggravanti di “screditamento della Repubblica di Bielorussia” e “diffamazione di Aleksandr Lukashenko”.

Questo caso pone molte domande sulla Lituania e sulle regioni oper cui non intende dare asilo a Olga.

Olga Karatch è una figura di spicco dell'opposizione bielorussa, nota per il suo impegno a favore della pace, della democrazia e dei diritti umani in un paese dove le libertà fondamentali sono sistematicamente calpestate. La sua condanna da parte dei tribunali bielorussi non sorprende: in Bielorussia sono state più volte segnalate violazioni dei diritti umani. Tuttavia, è proprio questa condizione di rischio e di vulnerabilità che rende il rifiuto della Lituania di dare asilo a Olga Karatch così difficile da comprendere e da giustificare.

La Lituania ha storicamente adottato una posizione critica nei confronti del regime di Lukashenko. Pertanto la decisione di negare l'asilo a Karatch appare quindi ancor più paradossale. Accogliere una pacifista condannata nel "paese nemico" avrebbe potuto rappresentare per Vilnius un'occasione per dimostrarsi diversa e per ribadire il proprio impegno nei confronti dei diritti umani. Invece, la scelta di negare asilo a Olga Karatch solleva il sospetto che pregiudizi legati alla sua nazionalità e al suo pacifismo abbiano avuto il sopravvento.

Questa decisione rischia non solo di mettere in pericolo la vita di Olga Karatch, ma anche di indebolire la credibilità della Lituania e, più in generale, dell'Unione Europea come spazio di protezione per chi fugge da nazioni che violano i diritti umani. La Lituania infatti è entrata a far parte dell'Unione Europea dal 2004. Ma, come denunciato da Amnesty International, viola i diritti dei migranti e dei richiedenti asilo, mentre l'Unione Europea mostra accondiscendenza.

La perplessità che ci accompagna di fronte a questa vicenda è profonda e giustificata. La speranza è che la Lituania possa rivedere la sua decisione, riconoscendo il valore del coraggio di Olga Karatch e offrendo a lei, e a tutti coloro che si trovano nella sua stessa situazione, la protezione e il sostegno che meritano.

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