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Albert - bollettino pacifista del 28 settembre 2024

Per la pace, per la verità, per il disarmo

L’indignazione non basta per descrivere l'ultimo crimine di guerra in Libano. Una squadra di caccia israeliani ha sganciato bombe da una tonnellata su un quartiere densamente popolato di Beirut, lasciando sotto le macerie i civili innocenti.
28 settembre 2024
Redazione PeaceLink

ALBERT - N. 4 Albert

Bollettino pacifista ispirato a Albert Einstein, scienziato e pacifista


1. Editoriale: il convegno contro la guerra e le armi nucleari a Brescia e Ghedi

28-29 settembre 2024

"Non esiste una sufficiente consapevolezza della gravità del rischio della guerra nucleare che stiamo correndo". Con queste parole, l’avvocato Ugo Giannangeli, uno degli organizzatori del convegno che si svolge oggi e domani tra Brescia e Ghedi, sottolinea la minaccia imminente che rappresentano le armi nucleari presenti sul nostro territorio.

Durante il convegno, ospitato nella Camera del Lavoro di Brescia e nella sala consiliare di Ghedi, si discuterà del rischio concreto per milioni di persone in caso di esplosione delle testate nucleari attualmente dislocate nella base di Ghedi. “Uno studio di Greenpeace ci informa che un'esplosione nucleare a Ghedi potrebbe causare tra i 2 e i 10 milioni di morti", aggiunge Giannangeli, ricordando che il pericolo non deriva solo da un attacco diretto, ma anche da un possibile incidente, come già avvenuto in altre parti del mondo.

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Sintesi dell'intervento di Alessandro Marescotti al convegno di Brescia

Durante il convegno contro la guerra e il rischio nucleare, Alessandro Marescotti - presidente di PeaceLink - ha sottolineato l'urgenza di costruire una rete sociale resistente alla retorica bellica e di prevenire un'escalation militare globale. Marescotti ha presentato Albert, un innovativo bollettino pacifista alimentato dall'intelligenza artificiale, nato da un corso promosso da Pax Christi e PeaceLink. Albert è progettato per raccogliere e diffondere in tempo reale notizie pacifiste e approfondimenti, fornendo una piattaforma che unisce varie voci del movimento pacifista.

Nel suo intervento, ha toccato tre questioni chiave:

  1. Campagna contro i nuovi euromissili: Marescotti ha enfatizzato la crescente mobilitazione per fermare il dispiegamento di nuovi missili nucleari in Europa, invitando a firmare l'appello No Euromissili e a partecipare attivamente alle campagne locali.
  2. Rischio di guerra nucleare: Ha lanciato l'allarme per l'escalation in Ucraina e il pericolo concreto di un conflitto nucleare, accentuato dalla decisione dell'Unione Europea di autorizzare l'uso di missili a lungo raggio contro la Russia.
  3. Ruolo del mediattivismo: Infine, ha invitato i partecipanti a sostenere il bollettino Albert, a segnalare eventi pacifisti e a contribuire all'archivio di risorse per la pace, ribadendo che solo attraverso una mobilitazione collettiva si potrà fermare la corsa alla guerra.

Link all'intervento di Alessandro Marescotti

L'avvocato ha parlato a Radio Onda d'Urto della lunga tradizione di mobilitazione antimilitarista e pacifista, che coinvolge laici e cattolici, e del lavoro svolto per denunciare pubblicamente la mancanza di trasparenza e preparazione in caso di emergenza nucleare. "Abbiamo scoperto che non esistono piani di emergenza in caso di esplosione atomica. Ciò è inaccettabile, eppure la magistratura ha archiviato una denuncia in soli 9 giorni, senza approfondire.”

Il convegno è promosso da una rete di organizzazioni tra cui il Centro di documentazione Abbasso la guerra, l’Associazione nazionale vittime dell’uranio impoverito, Donne e uomini contro la guerra di Brescia e il Centro sociale 28 maggio. Durante i due giorni si affronteranno non solo le conseguenze di un conflitto nucleare, ma anche le azioni necessarie per fermare la corsa agli armamenti e promuovere la pace.


2. Sudan: un disastro umanitario dimenticato

Il conflitto prosegue e l'Europa guarda altrove

Il Sudan è nel pieno di una catastrofe umanitaria, ma sembra esserci poca attenzione da parte delle istituzioni europee, molto impegnate con l’Ucraina ma inerti di fronte alla tragedia africana. Da mesi il conflitto tra l’esercito regolare del generale Al-Burhan e le Forze di Supporto Rapido di Hamdane Dagalo infuria, causando la morte di oltre 28mila civili, con alcune fonti che parlano di fino a 100mila vittime. Le conseguenze per la popolazione sono devastanti: 11 milioni di sfollati e una crisi sanitaria senza precedenti, con l’80% degli ospedali al collasso.

L'ONU ha ripetutamente chiesto un cessate il fuoco umanitario e un maggiore sostegno, ma solo il 15% delle risorse umanitarie necessarie è stato finanziato, e meno del 5% è arrivato a destinazione. Nonostante gli appelli dell'Unione Africana, le atrocità continuano, con combattimenti casa per casa e bombardamenti che minacciano centinaia di migliaia di civili nella regione del Darfur.

L’attenzione dell'Europa su questa crisi è quasi nulla, se confrontata con l'impegno profuso per l'Ucraina. Mentre i rifugiati ucraini hanno ricevuto un'accoglienza relativamente immediata e generosa, i sudanesi in fuga dalle atrocità affrontano rotte pericolose verso l'Europa e una gestione frammentaria della loro accoglienza. Questo pone interrogativi morali e politici: esiste un doppio standard nelle priorità umanitarie dell'Europa?


3. Beirut sotto le macerie: l'orrore dell'attacco israeliano

Pioggia di fuoco ordinata da Netanyahu 

È difficile trovare parole che possano esprimere lo sgomento e l'indignazione per quanto accaduto ieri a Beirut. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha autorizzato uno degli attacchi più devastanti degli ultimi undici mesi di conflitto. Una pioggia di fuoco si è abbattuta sul quartiere di Dahiyeh, nella parte meridionale della capitale libanese, distruggendo vite, case, speranze.

Bombe da una tonnellata, cariche di distruzione e morte, sono state sganciate su un'area densamente popolata, con l'obiettivo dichiarato di eliminare lo sceicco Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah. Tuttavia, come sempre accade in questi casi, le vittime principali sono state i civili. Sei edifici – forse nove, secondo fonti locali – sono stati rasi al suolo, aprendo un cratere nel cuore della città. Decine di persone sono ancora intrappolate sotto i resti delle loro case.

Il governo libanese ha definito l'attacco una «guerra di sterminio». Il premier Najib Mikati ha accusato Israele di portare avanti una strategia brutale, colpendo indiscriminatamente per terrorizzare una popolazione già martoriata da anni di conflitto e instabilità.

Gli ultimi dati del ministero della Sanità libanese riferiscono che questa settimana in Libano sono state uccise quasi 600 persone, tra cui 50 bambini, mentre quasi 1.800 sono rimaste ferite.


4. Mediattivismo: cosa possiamo fare Manifesto per la diserzione civile

Vuoi fare la tua parte per la pace?

 

Note: Per altre informazioni utili sulla pace e la nonviolenza si segnala

Adista https://www.adista.it
Azione Nonviolenta https://www.azionenonviolenta.it
Centro di Ricerca per la pace https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Gaia https://ecoistituto-italia.org/cms-4/category/gaia-rivista/
Mosaico di Pace https://www.mosaicodipace.it
Pressenza https://www.pressenza.com/it/
Qualevita info@qualevita.it
Rete Italiana Pace Disarmo https://retepacedisarmo.org
Tera Aqua https://ecoistituto-italia.org/cms-4/tera-e-aqua/

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