ALBERT - BOLLETTINO PACIFISTA N. 5
Albert
Autore: Natangelo
Fonte: Fatto Quotidiano
Albert: la voce della ragione in tempi di guerra
1. Pacifisti a Ghedi, nella "tana del lupo"
Ghedi è il comune italiano dove sorge una delle basi militari più critiche del nostro Paese: qui, in silos segreti, vengono custodite testate nucleari statunitensi. È significativo che oggi i pacifisti abbiano scelto proprio Ghedi – nella provincia di Brescia – per sollevare il tema della legalità delle armi nucleari in Italia, attirando l'attenzione su un nodo cruciale di questa situazione: la "tana del lupo", così potremmo definirla. Il convegno di Ghedi ha ripreso la questione della denuncia per l'eliminazione della armi nucleari in Italia (si veda la raccolta firme online).
L'Italia, infatti, ha firmato nel 1975 il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP), e nell'articolo 2 si impegna a "non ricevere da chicchessia armi nucleari". Tuttavia, la realtà della base di Ghedi contraddice questo impegno, ponendo seri interrogativi sulla nostra adesione al diritto internazionale. L'Italia infatti ospita le bombe nucleari statunitensi a Ghedi e anche ad Aviano, in provincia di Pordenone.
“Non esiste una sufficiente consapevolezza della gravità del rischio della guerra nucleare che stiamo correndo", denuncia l'avvocato Ugo Giannangeli, uno degli organizzatori del convegno. "Uno studio di Greenpeace ci dice che, in caso di esplosione delle testate nucleari a Ghedi, ci sarebbero tra i 2 e i 10 milioni di morti, ed è impressionante. E non parliamo solo di un attacco nucleare, ma anche della possibilità di un incidente – situazioni già accadute altrove, anche se non in Italia".
Per saperne di più sulle armi nucleari in Italia clicca qui.
Per l'elenco delle basi militari si veda questa mappa in via di realizzazione.
2. Ottantesimo anniversario della strage di Marzabotto
Oggi ricorre l'ottantesimo anniversario della strage nazifascista di Monte Sole, vicino a Marzabotto, in provincia di Bologna.
La commemorazione ha visto la partecipazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier.
Questo evento ci riporta a uno dei capitoli più tragici della nostra storia, ricordandoci l'importanza di non dimenticare le vittime innocenti di quella barbarie e la necessità di vigilare affinché ideologie di odio e intolleranza non trovino spazio nella società.
La strage di Marzabotto, avvenuta tra il settembre e l'ottobre del 1944, è simbolo della ferocia nazifascista e, al contempo, della resistenza contro l'oppressione. Marzabotto non è solo un luogo di lutto, ma anche un simbolo della lotta per la libertà e la giustizia.
Tuttavia, questa memoria rimane dolorosa anche per le ingiustizie subite nel dopoguerra: molti responsabili della strage vissero liberi e indisturbati, protetti dalle circostanze geopolitiche della Guerra Fredda. L'ombra di quella mancata giustizia getta una luce amara su una vicenda che, a ottant'anni di distanza, ci invita a riflettere sulla continua attualità della lotta contro il fascismo e il neonazismo, oggi presenti in nuove forme.
Un esempio inquietante è quello di Stepan Bandera, a cui in Ucraina vengono dedicati monumenti e intitolate strade e piazze. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Bandera guidò l'esercito ucraino, i cui uomini uccisero migliaia di ebrei e polacchi, tra cui donne e bambini, mentre combattevano a fianco della Germania nazista contro l'Armata Rossa e i comunisti. Come riportato da Michelle Zarfati del Museo Ebraico di Roma, i sostenitori di Bandera si schierarono con i nazisti nella convinzione che Adolf Hitler avrebbe concesso l'indipendenza all'Ucraina. Oggi, l'amnesia storica che circonda queste figure inquietanti crea un pericoloso precedente di legittimazione del neonazismo.
La commemorazione di oggi non è solo un momento di riflessione sul passato, ma un richiamo alla responsabilità di vigilare nel presente, affinché tragedie simili non si ripetano e la pace non rimanga una promessa disattesa.
Come ha ricordato Giorgio Diritti nel suo film L'uomo che verrà, dedicato a questi eventi, la memoria storica è un potente strumento per costruire un futuro di pace. Essa rappresenta una guida per educare le nuove generazioni, contrastare l'indifferenza e rafforzare i valori della democrazia.
Un editoriale su PeaceLink ha toccato queti temi connessi alla strage di Marzabotto.
3. Domenico Gallo: "Se il Parlamento europeo vuole portarci in guerra"
Il Parlamento europeo, con la risoluzione del 19 settembre 2024, ha ribadito la necessità di continuare e intensificare l'escalation militare in Ucraina, proseguendo sulla linea tracciata dalle risoluzioni precedenti. Gli Stati membri sono invitati a fornire all'Ucraina armamenti sempre più sofisticati, come i missili Taurus e Storm Shadow, oltre a moderni aerei da combattimento e artiglieria a lungo raggio. L'obiettivo dichiarato è la vittoria sull'esercito russo e la riconquista di tutto il territorio ucraino, inclusa la Crimea, occupata dalla Russia dal 2014.
Nonostante il fallimento della controffensiva ucraina nell’estate del 2023, l'UE non ha riconsiderato la sua strategia, insistendo sull'aumento delle forniture militari. Putin ha sollevato un punto tecnico cruciale: l'uso di armi avanzate come i missili a lungo raggio richiede la partecipazione diretta degli esperti NATO, poiché l'Ucraina non dispone della tecnologia satellitare necessaria per guidare questi sistemi. Ad esempio, i missili Storm Shadow sono dotati di tecnologia GPS M-code, una risorsa riservata agli Stati Uniti e non condivisa nemmeno con alleati stretti. Questo significa che per l'impiego di tali armi sono necessari dati forniti da satelliti NATO e la supervisione diretta di specialisti occidentali, rendendo l'Ucraina solo la "rampa di lancio". Di conseguenza, la fornitura di questi sistemi rappresenta un coinvolgimento diretto della NATO nella guerra, cambiando la natura stessa del conflitto.
Domenico Gallo denuncia come il Parlamento europeo non abbia preso in considerazione alcuna soluzione diplomatica per porre fine alla guerra. Invece, le classi dirigenti europee hanno condotto una massiccia operazione di propaganda, alimentando la paura di un’invasione russa dell’Europa. Chi si oppone a questa narrativa viene rapidamente etichettato come antipatriottico, creando una pressione costante sulla popolazione affinché accetti la guerra. Nonostante ciò, in Italia la maggior parte della popolazione continua a non volere la guerra, e il Paese deve rispettare sia la volontà dei suoi cittadini che la propria Costituzione, che ripudia l’uso della guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti.
Gallo conclude con un appello chiaro e forte: è giunto il momento di alzare la voce contro questa spirale di violenza e conflitto. L’Italia deve trovare la strada per uscire da questo scenario prima che sia troppo tardi. “Se non ora, quando?”
Clicca qui per leggere l'articolo di Domenico Gallo.
4. Il 2 ottobre incontro per la presentazione del libro “Il Paese delle armi” di Giorgio Beretta
Nell’ambito della rassegna “Ottobre di Pace”, mercoledì 2 ottobre 2024, si terrà a Sanremo (in provincia di Imperia) un incontro con Giorgio Beretta, esponente di OPAL (Osservatorio Permanente sulle Armi) e della Rete Italiana Pace e Disarmo.
"Il paese delle armi"
Autore: Giorgio Beretta
Fonte: Altreconomia
L'evento, che avrà luogo alle ore 17.00 presso la Fondazione Operaia Sanremese (Via Francesco Corradi, 47), vedrà la presentazione del libro di Beretta, “Il Paese delle armi”.
In Italia si stimano tra 3 e 4 milioni di persone armate, con armi “comuni”, per la difesa personale, l’attività venatoria, il tiro sportivo.
“Ottobre di Pace” è una rassegna giunta alla 19esima edizione, organizzata da una rete di associazioni cittadine che promuovono la riflessione sulla costruzione della pace.
Tra i promotori della rete cittadina figurano Amnesty International, Assefa, Mappamondo in Casa Africa, Centro ascolto Caritas Sanremo, Club per l’UNESCO di Sanremo, Coop Liguria (sezione soci Sanremo) e Popoli in arte.
Un’occasione preziosa per approfondire temi legati al commercio delle armi e alla difesa dei diritti umani.
La copertina del libro è di Mauro Biani, noto vignettista, illustratore, scultore.
Fonte: Rete Italiana Pace e Disarmo
5. Nasce oggi a Roma l'Istituto Cattolico per la Nonviolenza
Il 29 settembre 2024, a Roma, è stato inaugurato l'Istituto Cattolico per la Nonviolenza, promosso da Pax Christi International. Questa novità segna un momento storico per la Chiesa cattolica, che per la prima volta abbraccia la nonviolenza in modo così organico e profondo, istituendo un centro di ricerca dedicato al tema. Composto da rappresentanti di tutto il mondo, l'Istituto terrà alta l’attenzione sui conflitti dimenticati, contribuendo alla diffusione di una cultura della pace.
L'evento ha visto la partecipazione di figure di rilievo come il cardinale Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, e il cardinale Robert McElroy, vescovo di San Diego. A moderare l'incontro è stata Maria Stephan, nota ricercatrice e autrice di studi sulla nonviolenza. Il Papa ha inviato un messaggio di sostegno, esprimendo il suo compiacimento per l’iniziativa e augurando che essa favorisca una società fondata sulla carità, sulla fraternità e sulla nonviolenza. Francesco ha esortato i partecipanti a diventare "artefici di una società fondata sull’amore reciproco" e ha sottolineato l'importanza di difendere i diritti di ogni creatura.
Questo Istituto rappresenta una pietra miliare nell’impegno della Chiesa per la pace e la nonviolenza, confermando la sua volontà di agire concretamente per un mondo più giusto e umano.
Fonte: Vatican News
6. Manifesto per la Diserzione Civile
Manifesto per la diserzione civile
Autore: Valeria Poletti
Fonte: Valeria Poletti
Su PeaceLink è disponibile il Manifesto per la Diserzione Civile.
Il manifesto denuncia il coinvolgimento dell’Italia, sotto i governi Draghi e Meloni, in una guerra non voluta dalla maggioranza degli italiani. Seguendo le direttive di USA e UE, l'Italia è diventata parte attiva nel conflitto in Ucraina, inviando armi, addestrando soldati ucraini e svolgendo esercitazioni militari. Inoltre, viene evidenziato come il governo stia potenziando l'industria bellica a discapito della spesa sociale, impoverendo i cittadini per finanziare la macchina da guerra.
Disertiamo
Fonte: Valeria Poletti
Secondo il manifesto, il rafforzamento degli apparati militari è giustificato dalla necessità di difendere i valori occidentali e di contrastare presunte minacce provenienti da Russia e Cina. Tuttavia queste guerre derivino da vecchie lotte di potere per il controllo delle risorse e per consolidare il proprio dominio economico.
Il documento invita alla diserzione civile contro la guerra e la NATO, rifiutando la propaganda militarista. Si legge: "La diserzione civile comincia con l’impegno a smentire la propaganda e a far circolare informazione veritiera. Contrastare i piani di riarmo vuol dire pretendere il finanziamento della spesa sociale per la sanità, la scuola, l’ambiente sottraendo fondi alla militarizzazione".
E' possibile realizzare spillette con la scritta "Diserzione civile".
7. Riconoscimento al giornalismo palestinese: Watchdog Award 2024
Il Direttivo di DIG Festival ha assegnato il Watchdog Award 2024 ai Press House – Palestine e a tutti i giornalisti palestinesi per il loro straordinario impegno nel sostenere i valori del giornalismo. La decisione è stata unanime, e la cerimonia di premiazione ha toccato il cuore del pubblico quando Hekmat Youssef, membro del Board of Directors della Press House, ha potuto connettersi da Gaza.
Nel suo discorso di accettazione, Hekmat Youssef ha sottolineato che il giornalismo «non è mai stato solo una trasmissione di notizie o una narrazione di fatti, ma piuttosto è il polso della società, la voce degli oppressi e uno specchio della realtà con tutte le sue contraddizioni e speranze». Questo riconoscimento evidenzia l'importanza del giornalismo come strumento di verità e giustizia, specialmente in contesti di conflitto e oppressione.
Questo premio non solo celebra l'impegno dei giornalisti palestinesi, ma mette anche in luce la necessità di sostenere e difendere la libertà di stampa in tutto il mondo.
8. Marcia della Pace a Pellegrino Parmense in memoria del professor Antonio Papisca
Oggi, 29 settembre 2024, il comune di Pellegrino Parmense, luogo natale del professor Antonio Papisca, ha celebrato la terza edizione della Festa della Pace. L'iniziativa è stata organizzata in collaborazione con il Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova e la Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace.
Alla vigilia della marcia della pace, si è tenuto un incontro pubblico alle ore 16:30 presso l’Auditorium Costerbosa, mirato ad aprire un cantiere per un futuro di pace.
La Marcia della Pace è partita dal Parco delle Feste a Pellegrino Parmense alle ore 9:00 e si è diretta verso Mariano di Pellegrino, un luogo significativo per il professor Papisca. All’arrivo i partecipanti hanno potuto pranzare nell'ampio spazio verde, godendo di momenti di festa con banchetti delle associazioni partner, un bar aperto e bandiere della pace che sventolavano alte.
La Festa della Pace ha visto il supporto di numerosi enti e associazioni, tra cui il Forum Solidarietà Csv di Parma, la Rete Nazionale delle Scuole di Pace e il Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Parma e dell’Università di Parma. Questo evento ha rappresentato un’importante occasione per riflettere sull’impegno per la pace e i diritti umani, in onore della memoria del professor Papisca.
9. Cosa è Albert
Siamo al quinto numero di questo nuovo strumento di comunicazione, il bollettino quotidiano pacifista Albert, un progetto ideato da PeaceLink. Questo bollettino, aggiornato quotidianamente grazie all'uso dell'Intelligenza Artificiale generativa, mira a connettere realtà nazionali e internazionali impegnate nella promozione della pace, della giustizia sociale, della tutela ambientale e nella lotta alle disuguaglianze.
In un contesto associativo spesso frammentato, la necessità di unire le forze diventa sempre più urgente. Albert si propone come un luogo di raccolta e condivisione, dove le voci della pace trovano una sintesi e una diffusione efficace. Il bollettino vuole superare l'autoreferenzialità associativa, offrendo una piattaforma per la condivisione e l'azione collettiva, elementi cruciali per raggiungere obiettivi significativi.
Come più volte sottolineato da Alex Zanotelli, fare rete è essenziale per moltiplicare l'impatto delle azioni pacifiste. Attraverso il mediattivismo, si può mobilitare l'opinione pubblica e influenzare le decisioni politiche, sfruttando le nuove tecnologie per creare comunità virtuali unite da obiettivi comuni.
Albert è disponibile quotidianamente su www.peacelink.it e può essere diffuso tramite email, social, WhatsApp e Telegram. Mentre le potenze mondiali continuano a organizzare la guerra, Albert si impegna a costruire un'informazione pacifista solida e continua.
Un articolo oggi su PeaceLink - a cura di Adriana De Mitri - descrive le finalità di Albert.
10. Cosa puoi fare tu
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