PeaceLink scrive ai Caschi Blu dell'ONU in Libano
ALBERT - BOLLETTINO QUOTIDIANO PACIFISTA
Albert: la voce della ragione in tempi di guerra
Il messaggio di solidarietà ai Caschi Blu
In questo nuovo numero di Albert, il bollettino pacifista, vi aggiorniamo sulla situazione critica che coinvolge i Caschi Blu della missione UNIFIL in Libano, sotto continuo attacco israeliano.
PeaceLink ha inviato un messaggio di solidarietà al contingente dei Caschi Blu, apprezzando il coraggio e la dedizione con cui mantengono una presenza internazionale di peacekeeping nella regione.
Andrea Tenenti, portavoce della missione UNIFIL, ha ribadito la determinazione della forza di pace a restare nel Libano meridionale, nonostante le richieste da parte delle forze di difesa israeliane di ritirarsi. "Restiamo in Libano," ha dichiarato, sottolineando che gli attacchi deliberati contro i Caschi Blu rappresentano una violazione del diritto internazionale. La situazione nella regione, ha aggiunto, è “estremamente preoccupante” e le capacità di monitoraggio di UNIFIL sono limitate a causa dei bombardamenti in corso. Tuttavia, Tenenti ha ribadito l'importanza della missione: "La nostra presenza è più cruciale che mai, ed è fondamentale mantenere la bandiera dell'Onu nel Sud del Libano".
Continueremo a monitorare gli sviluppi e a raccogliere i messaggi di solidarietà per i Caschi Blu che continuano a giungere a PeaceLink da parte di cittadini preoccupati per il futuro della missione UNIFIL. Il lavoro del contingente ONU è essenziale per evitare che la situazione peggiori e per garantire in prospettiva la stabilità e la sicurezza in un contesto così delicato come la zona di confine fra Libano e Israele.
Le accuse israeliane a Unifil
Riportiamo inoltre una dichiarazione inquietante del ministro israeliano dell'Energia, Eli Cohen, che ha accusato l'UNIFIL di fungere da "scudo" per Hezbollah e ha chiesto il ritiro delle forze di pace dal Libano meridionale. Secondo Cohen, l'UNIFIL non sarebbe riuscita a mantenere la stabilità nella regione e a far rispettare le risoluzioni delle Nazioni Unite.
Questa presa di posizione mostra tutta l'arroganza del governo israeliano. L'UNIFIL opera infatti sotto un mandato chiaro del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e svolge un ruolo cruciale nel monitorare la cessazione delle ostilità e garantire la pace tra le parti in conflitto. Accusare i Caschi Blu di essere "inutili" o di favorire le milizie locali è non solo fuorviante, ma rischia di delegittimare una delle poche presenze internazionali che ancora lavorano per evitare l'escalation di un conflitto aperto.
L'UNIFIL non è un “gioco” né per Hamas né per nessun altro gruppo, ma una forza di interposizione che, malgrado gli ostacoli, cerca di preservare quel minimo di sicurezza e dialogo che ancora può esistere in un contesto tanto fragile.
Le accuse di Cohen sono un tentativo di distogliere l'attenzione dalla reale necessità di rispettare le risoluzioni dell'ONU e di promuovere la pace.
Tante persone ci scrivono ribadendo il sostegno all'UNIFIL e ai Caschi Blu, che devono essere protetti, non screditati.
La retorica israeliana ostile all'ONU (il segretario generale nella Nazioni Unite Antonio Guterres ha ricevuto accuse gravi e infamanti e gli è stato vietato di entrare in Israele) rischia di isolare quella che è una garanzia minima di monitoraggio e stabilizzazione nel sud del Libano.
Il ministro degli esteri israeliano Katz è arrivato a definire così Guterres: "Questo è un segretario generale che odia Israele, che dà sostegno a terroristi, stupratori e assassini".
Il cinismo del governo israeliano: bloccati gli aiuti inviati da Genova
L'agenzia Stampa DIRE riferisce una notizia grave che riguarda il blocco di aiuti umanitari destinati alla popolazione di Gaza. Secondo quanto denunciato da Stefano Rebora, fondatore dell'ONG genovese Music for Peace, ottanta tonnellate di aiuti raccolti grazie alla generosità dei cittadini di Genova e non solo, per un valore di circa 800mila euro, sono bloccate da mesi. Questi aiuti, destinati alle comunità più vulnerabili di Gaza, rimangono fermi presso la sede dell'organizzazione, a causa di ostacoli burocratici e della mancanza di supporto da parte degli stakeholder nazionali e internazionali.
La situazione rappresenta una chiara violazione del diritto internazionale umanitario, come sottolineato dalla stessa Music for Peace. L'articolo 23 della Convenzione di Ginevra del 1949, insieme ai protocolli aggiuntivi del 1977, stabilisce infatti l'obbligo di consentire il passaggio rapido e senza ostacoli di aiuti umanitari destinati a popolazioni civili in zone di conflitto.
430 euro di multa aver esposto uno striscione contro il genocidio a Gaza
La mobilitazione per la pace
Intanto prosegue la preparazione della preparazione della mobilitazione pacifista nazionale del prossimo 26 ottobre.
E il 16 ottobre parte un tour di testimoni della nonviolenza israeliani e palestinesi.
Segnala cosa stai preparando per il 26 ottobre
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Adista https://www.adista.it
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