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Albert, il bollettino quotidiano pacifista

Manovra finanziaria: 4,6 miliardi di euro dal fondo auto all'industria bellica

Il titolo di prima pagina de Il Sole 24 Ore di oggi, 29 ottobre 2024, riporta che il governo italiano ha deciso di trasferire 4.6 miliardi di euro dai fondi pubblici destinati all'economia civile a quelli per l'industria militare.
29 ottobre 2024
Redazione PeaceLink

ALBERT - BOLLETTINO QUOTIDIANO PACIFISTA Albert

Albert: la voce della ragione in tempi di guerra

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Governo di guerra decreta la Caporetto dell'industria automobilistica per finanziare l'industria bellica

Taglio di 4,6 miliardi ala transizione ecologica dell'economia civile per costruire bombardieri e carri armati

Il titolo di prima pagina de Il Sole 24 Ore di oggi, 29 ottobre 2024, riporta che il governo italiano ha deciso di trasferire 4.6 miliardi di euro dai fondi pubblici destinati all'economia civile a quelli per l'industria militare. Questa decisione è stata presa nel contesto di un crescente impegno del governo verso il settore bellico, in risposta a pressioni internazionali e alla necessità di incrementare le capacità militari del paese. Governo taglia 4,6 miliardi alla riconversione del settore auto per darli all'industria bellica

Contesto della decisione

  • Crescita della spesa militare: l'Italia sta aumentando la sua spesa per la difesa, in linea con gli impegni presi in ambito NATO e le crescenti tensioni geopolitiche.
  • Priorità governativa: il governo ha enfatizzato la necessità di investire nella produzione di armi, spostando risorse che erano attese da settori civili strategici come sanità e istruzione.

Implicazioni

  • Settori colpiti: il taglio ai fondi pubblici potrebbe influenzare negativamente settori già vulnerabili, come quelli legati ai servizi sociali, alla sanità e all'istruzione.
  • Reazioni politiche e sociali: questa manovra è legittimo che susciti critiche da parte di opposizioni politiche, organizzazioni sindacali e gruppi civili, preoccupati per il futuro dei servizi pubblici e dell'economia civile.

Approfondimento

In Manovra, 4,6 miliardi tagliati al Fondo Automotive: preoccupazione per il futuro dell’industria auto italiana, fondi dirottati alla Difesa

Nella Manovra finanziaria 2025, il governo ha scelto di decurtare oltre 4,6 miliardi di euro dal Fondo Automotive, destinato a sostenere la riconversione ecologica e industriale del settore automobilistico italiano, dirottando questa somma verso le spese della Difesa. La riduzione dell'80% delle risorse del Fondo Auto lascia in allarme tutto il comparto: ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), FIM, FIOM e UILM hanno espresso forte preoccupazione per il futuro di quello che rappresenta il principale settore manifatturiero italiano. Con oltre 270.000 addetti diretti e un fatturato che supera i 100 miliardi di euro, l’industria automobilistica italiana si trova di fronte a una doppia sfida: una crisi industriale interna, aggravata dalla competizione sul mercato europeo, e la necessità di riconvertirsi verso obiettivi di sostenibilità e transizione energetica imposti dal Green Deal europeo.

Il taglio di 4,6 miliardi rappresenta, secondo ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), “un fulmine a ciel sereno” per un settore già fortemente in difficoltà. Oltre a incidere sulla disponibilità di incentivi per i consumatori, questa riduzione mina il sostegno alle aziende italiane che dovrebbero adattarsi a una trasformazione epocale e obbligatoria entro pochi anni. Il comparto auto, unico tra i settori produttivi a cui è richiesto un cambiamento così drastico in tempi così ristretti, vede ora ridursi drasticamente le risorse necessarie a innovare e restare competitivo su scala internazionale.

In parallelo, la Manovra prevede un aumento degli stanziamenti per l’industria bellica, che ha ricevuto il fondo da 4,6 miliardi inizialmente destinato all’automotive, rispondendo alle pressioni per aumentare il bilancio militare nazionale.

Oltre centro vittime civili oggi a Gaza

La drammatica spirale della guerra in Medio Oriente

Secondo la giornalista e storica Paola Caridi, che oggi in un post su Facebook ci offre una riflessione preoccupata sulla situazione in Medio Oriente, la velocità e la brutalità con cui si susseguono le notizie sembrano travolgere la capacità di comprenderne la portata e di tenere traccia delle violenze in atto.

"Occorre mettere tutto in ordine," scrive Paola Caridi, per eliminare la nebbia e affrontare una realtà che si rivela, tuttavia, "colma di orrore".

Gli ultimi giorni sono stati segnati da violazioni devastanti.

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Tel Aviv (Israele), 29 ott. (LaPresse) - Sale ad almeno 109 morti, secondo la protezione Civile di Gaza, il bilancio dell'attacco lanciato all'alba dall'esercito israeliano contro un edificio residenziale che ospitava circa 200 sfollati a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza. Ci sarebbero ancora circa 40 persone 'disperse sotto le macerie'. 

Oggi ci sono state oltre cento vittime, di cui un quarto bambini, nell’ennesimo bombardamento a Gaza.

"Il cosiddetto piano dei generali, messo in atto dalle forze armate israeliane nel nord della Striscia, prevede violazioni del diritto internazionale", scrive Paola Caridi, che segnala come i recenti eventi siano andati "oltre la pulizia etnica", tanto da evocare accuse di genocidio, ora sostenute anche da un documento di 750 pagine presentato dal Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ).

A livello simbolico e storico, il conflitto assume contorni sempre più preoccupanti: Israele ha colpito in questi giorni il Libano, non solo nelle aree di combattimento, ma anche in luoghi storici come la corniche di Tiro, distruggendo siti "di inestimabile valore dal punto di vista del patrimonio dell'umanità". 

Al contempo, un altro sviluppo inquietante si è verificato: la Knesset, il parlamento israeliano, ha votato a larga maggioranza per bandire l’UNRWA, l'agenzia ONU che sin dalla fine degli anni Quaranta si occupa dei rifugiati palestinesi. Questo voto, approvato sia dal governo sia dalle opposizioni israeliane, mina la base stessa del diritto al ritorno e dell’autodeterminazione del popolo palestinese. “Israele si pone fuori dai suoi obblighi internazionali in quanto potenza occupante,” sottolinea la giornalista, “e dalla legalità internazionale in quanto Stato facente parte dell’ONU”.

Paola Caridi conclude con un'amara riflessione sull'indifferenza dell'Occidente di fronte a questa crisi che continua ad aggravarsi senza sosta. "Ho l’impressione che in Italia e in Europa non ci si renda conto di quello che sta succedendo" afferma, richiamando l'attenzione sull’"enormità" di quanto sta accadendo a oriente del Mediterraneo, nella colpevole indifferenza di molti.

"Save Gaza", Manifestazione ad Amsterdam, 29 settembre 2024

Attacco all'ONU

UNRWA messa al bando dal parlamento israeliano

L’ONG Un Ponte Per esprime profonda preoccupazione per l’approvazione da parte della Knesset di due leggi che vietano l’attività dell’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei rifugiati palestinesi) e chiudono la sua sede di Gerusalemme. Questa misura, sottolinea l’organizzazione, aggrava ulteriormente la crisi umanitaria già devastante a Gaza e nei territori occupati della Cisgiordania, privando oltre 700.000 bambini e ragazzi palestinesi del diritto all’istruzione e all’accesso ai servizi di base.

La dichiarazione di Un Ponte Per evidenzia come questo passo sia parte di un più ampio progetto di delegittimazione dell’ONU e delle istituzioni internazionali portato avanti dal governo israeliano, che ha dichiarato il Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, “persona non gradita” e rifiutato il riconoscimento delle decisioni della Corte Internazionale di Giustizia e del Tribunale Penale Internazionale. In parallelo, continuano i violenti attacchi israeliani contro le postazioni dei Caschi Blu dell’UNIFIL in Libano, atti che rappresentano ulteriori violazioni del diritto internazionale.

Un Ponte Per lancia un appello al Governo italiano e ai Paesi dell’Unione Europea affinché intervengano presso le autorità israeliane per revocare il bando dell’UNRWA, valutando anche l’applicazione di sanzioni e la sospensione dell’Accordo di Associazione UE-Israele. L’ONG invita, inoltre, l’opinione pubblica a sostenere attivamente le campagne di solidarietà “Acqua per Gaza” e “Emergenza Libano” per fornire assistenza umanitaria a chi ne ha più bisogno in questo momento critico. Infine, rivolge un appello al movimento per la pace e alla solidarietà internazionale per intensificare la mobilitazione, chiedendo un cessate il fuoco immediato e condannando ogni atto che metta in pericolo la vita e la dignità del popolo palestinese.

Qui il comunicato della ONG Un Ponte Per

Premio Langer 2024

Un riconoscimento per la pace condivisa in Palestina

Il Premio Internazionale Alexander Langer di quest’anno segna una vittoria del dialogo, dell’impegno nonviolento e della solidarietà tra due movimenti uniti nella lotta per la giustizia e la pace in Palestina. A ricevere questo prestigioso riconoscimento sono il movimento israeliano Ta’ayush e l’organizzazione palestinese Youth of Sumud (YOS), entrambi attivi nei Territori Palestinesi Occupati. Questo premio, dotato di 10.000 euro, verrà consegnato nella rassegna Euromediterranea prevista a Bolzano nei primi mesi del 2025.

Chi sono i premiati

Ta’ayush, che in arabo significa "vivere insieme", è nato nel 2000 come movimento israeliano di base. Composto da attivisti israeliani e palestinesi, Ta’ayush si oppone all’occupazione della Cisgiordania, alla segregazione e alla discriminazione che colpiscono i palestinesi nei territori occupati e in Israele. Attraverso azioni quotidiane di interposizione e solidarietà, il movimento documenta e denuncia le violenze dei coloni e delle forze armate israeliane, subendo spesso minacce e arresti. Gli attivisti, come Guy Butavia, un noto esponente di sinistra, lavorano per costruire una società senza muri: “Noi - arabi ed ebrei, israeliani e palestinesi - viviamo circondati da muri di segregazione e razzismo; il nostro obiettivo è abbattere questi confini e promuovere l’uguaglianza e la coesistenza”.

Youth of Sumud (YOS) rappresenta invece la perseveranza (in arabo, “sumud”) dei giovani palestinesi nelle colline di Hebron. Fondata nel 2017, YOS porta avanti una resistenza popolare nonviolenta contro le violenze quotidiane subite dagli abitanti della zona. Il gruppo si è impegnato nella ricostruzione del villaggio di Sarura, abbandonato anni fa a causa della presenza di coloni violenti. I membri di YOS hanno ricostruito le case-grotta della comunità locale, trasformandole in centri di resistenza pacifica e ospitando chiunque voglia contribuire alla causa. Grazie alla loro costanza, Sarura è tornato a essere un simbolo di speranza e tenacia.

Il Premio Langer: un’eredità di impegno per la pace

Dal 1997, il Premio Alexander Langer è assegnato a individui e organizzazioni che, con coraggio e indipendenza di pensiero, promuovono la “conversione ecologica” e la convivenza pacifica. Il premio, intitolato alla memoria dell’attivista Alexander Langer, sostiene realtà che spesso operano nell’ombra, impegnate nella difesa dei diritti umani e nella promozione della democrazia, della pace e dell’inclusione. Langer dedicò la propria vita a evidenziare le connessioni tra pace, giustizia e ambiente, proponendo un approccio concreto basato sulla costruzione di relazioni solidali.

Ta’ayush e Youth of Sumud incarnano questo spirito: vivere insieme e perseverare non sono solo nomi simbolici, ma azioni quotidiane e valori radicati nella lotta comune per un futuro senza oppressione. Riconoscere questi due movimenti significa valorizzare le voci di coloro che, in un contesto complesso e segnato da divisioni profonde, scelgono ogni giorno la strada della resistenza nonviolenta.

La Fondazione Alexander Langer, assegnando questo premio a due gruppi di attivisti che operano insieme per abbattere i muri fisici e simbolici, rilancia un messaggio di speranza e di impegno per una pace costruita sulla base del rispetto reciproco, della giustizia e della convivenza.

Note: LINK UTILI

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Adista https://www.adista.it
Azione Nonviolenta https://www.azionenonviolenta.it
Centro di Ricerca per la pace https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Gaia https://ecoistituto-italia.org/cms-4/category/gaia-rivista/
Mosaico di Pace https://www.mosaicodipace.it
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