L'Unione Europea sbaglia tutto: sostenere il piano di Zelensky porta solo a più vittime
Altri 160 mila soldati
Il nuovo reclutamento ucraino non cambierà le sorti della guerra ma porterà altri 160 mila uomini nel tritacarne
Arruolare 160 mila nuovi soldati in Ucraina non eviterà la sconfitta, ma servirà solo a prolungare l’agonia di un conflitto in cui è sempre più evidente la superiorità russa. Mentre a Kiev il segretario del Consiglio per la Sicurezza Nazionale e la Difesa, Oleksandr Lytvynenko, annuncia l'arruolamento dei 160 mila (che nel frattempo si stanno magari dando alla macchia), la realtà che emerge è tragica: ogni nuovo soldato sarà esposto al devastante fuoco dell’artiglieria e alle terribili bombe plananti russe, capaci di distruggere intere trincee e di trasformare il campo di battaglia in un macabro tritacarne.
I 160 mila chiamati alle armi non cambierebbero la superiorità militare russa in termini di uomini e di mezzi. Il rapporto di superiorità di soldati russi passerebbe indicativamente da 4 a 1 a 3 a 1. Questi reclutamenti sono solo il prolungamento di un massacro dentro una guerra che oggettivamente è ormai persa per l’Ucraina e che sarebbe importante fermare ora nell’interesse prima di tutto degli ucraini.
È tempo di ammettere che questa guerra, oggi, non può essere vinta. Serve una diplomazia coraggiosa che ponga fine all’inutile massacro e riporti l’attenzione sull’unica vera priorità: la salvezza delle vite umane, prima che altri giovani siano spediti in una guerra senza prospettiva.
Zelensky "sbalordito"
Il "no" degli Stati Uniti a Zelensky sui missili a lungo raggio: Washington nega all'Ucraina i Tomahawk
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto agli Stati Uniti missili a lungo raggio da 2400 chilometri, come i Tomahawk, per rafforzare la “deterrenza non nucleare” dell’Ucraina contro la Russia. Ma, secondo un retroscena raccontato dal New York Times, gli Stati Uniti hanno rifiutato. Durante un recente incontro con il presidente Joe Biden, Zelensky ha avanzato la richiesta come parte di un “Piano di vittoria” che mira a colpire obiettivi militari anche in profondità nel territorio russo. Tuttavia, funzionari statunitensi hanno definito "irrealizzabile" l’idea di fornire tali missili, sia per i rischi di escalation sia per il rischio di ridurre le scorte di armi destinate a crisi in altre aree strategiche, come il Medio Oriente e l’Asia.
Zelensky è rimasto “sbalordito” dal rifiuto, soprattutto considerando che, in precedenza, Biden aveva approvato altri aiuti militari su richiesta dell’Ucraina, tra cui carri armati Abrams, jet F-16 e missili Atacms. Dmytro Lytvyn, consigliere di Zelensky, ha sottolineato che l’Ucraina ha fornito a Washington tutti i dettagli sugli obiettivi e le argomentazioni alla base della richiesta. Ma la risposta negativa americana conferma i limiti della politica di supporto a Kiev e, al contempo, la riluttanza dell’amministrazione Biden a spingere ulteriormente verso un’escalation con Mosca che richiederebbe l'impiego di satelliti e personale USA per dirigere i missili contro i bersagli russi, in che equivale a un'ingresso in guerra diretto della Casa Bianca.
Il rapporto Niinistö
L'UE si prepara al riarmo dopo il report sulla Difesa europea
E' arrivato l’atteso report sulla Difesa europea stilato dall’ex primo ministro finlandese Sauli Niinistö, incaricato a marzo da Ursula von der Leyen di redigere il documento. E' un documento che lascia immaginare un'Europa impreparata a un attacco russo.
Nel report sulla Difesa europea si sottolineano le gravi lacune dell’Unione Europea in caso di attacco militare a uno dei Paesi membri. Tra le soluzioni proposte si evidenziano una produzione massiccia di armi, una maggiore autonomia europea nella Difesa, la formazione di giovani alla carriera militare e la preparazione della popolazione per scenari di emergenza.
Tuttavia, queste soluzioni appaiono eccessive, dato che la Russia non ha la forza militare per minacciare l’intera Europa. Sostenerlo è pura propaganda. Lo abbiamo già detto quando Presa Diretta - sbagliando - ha preso per buona questa narrazione dell'Europa disarmata che non è corroborata da evidenze.
In realtà, la sproporzione tra le forze in campo è evidente: la NATO dispone di risorse finanziarie, tecnologiche e militari nettamente superiori rispetto a quelle della Russia. Per dare un'idea più concreta delle spese militari annue:
- Stati Uniti: 916 miliardi di dollari
- Germania: circa 64 miliardi di dollari
- Francia: circa 52 miliardi di dollari
- Regno Unito: circa 60 miliardi di dollari
- Italia: circa 24 miliardi di dollari
- Russia: 109 miliardi di dollari
La Russia - come è evidente - non ha né le risorse economiche né le forze militari sufficienti per invadere l’Europa. Le difficoltà logistiche e le limitazioni nelle risorse sono emerse chiaramente nel conflitto in Ucraina, dove l’esercito russo avanza ma con lentezza e per pochi chilometri. Immaginare che possa arrivare in Portogallo è propaganda, pura propaganda.
Un ulteriore aspetto da considerare è il ruolo degli Stati Uniti e della NATO: anche in caso di un disimpegno parziale di Washington, ipotizzato nel caso di una vittoria di Donald Trump alle elezioni, l’alleanza atlantica resta una delle forze militari più potenti e dissuasive al mondo. L’idea di una “autonomia strategica” della difesa europea appare più come un’escalation di spesa militare che come una risposta pragmatica alle reali necessità di sicurezza.
Mosaico dei giorni
Manovra, come costruire un futuro di morte
"Manovra, via 4,6 miliardi dal fondo auto per finanziare l'industria della Difesa". Era questo il titolone di prima pagina di ieri 29 ottobre 2024 de Il Sole 24 ore. Tradotto significa che il governo ha fatto una scelta precisa sottraendo fondi all'economia civile per rafforzare l'industria di guerra e di morte. A dire di tutti l'industria della Difesa sta andando a gonfie vele. La richiesta di nuovi sistemi d'arma è fortissimamente in crescita per via dei tanti conflitti "armati" in corso mentre la crisi dell'industria delle auto da Wolkswagen a Stellantis è sotto gli occhi di tutti. Quei miliardi distratti servivano peraltro a contribuire a finanziare il passaggio all'auto elettrica secondo le indicazioni di Bruxelles. Non servono nemmeno a rincorrere l'aumento del 2% delle spese per il comparto Difesa perché non vanno alle forze armate ma all'industria. Secondo i malevoli sono il risultato del peso dell'attuale ministro della Difesa che, prima di fare il ministro, era il rappresentante in capo del massimo consorzio delle industrie armiere, proprio quelle che riceveranno l'aiutino da 4 miliardi e 6 cento milioni! A preoccupare noi è piuttosto l'idea di Italia e di mondo, l'idea di futuro, che stiamo nutrendo. Incentivare la produzione di armi significa non solo dar credito all'ipotesi che le guerre si moltiplicheranno ma che noi lo prepariamo e lo sollecitiamo invece di costruire la pace con la cooperazione, la fiducia, il dialogo, l'incontro tra i popoli.
30 ottobre 2024 - Tonio Dell'Olio
Perché Albert
Se non conosciamo la realtà non possiamo cambiarla. La mera conoscenza non è un cambiamento ma è la premessa del cambiamento stesso.
«Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sé non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri».
Joseph Pulitzer
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