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Appello di Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo, Movimento Nonviolento e PeaceLink

4 novembre non festa ma lutto

Onoriamo la memoria di coloro che furono vittime della perdita della ragione ieri come le vittime della perdita di ragione di oggi. E onoriamo tutti coloro che cercarono e cercano di sottrarsi dalla follia bellica: gli obiettori di coscienza, i disertori, i renitenti alla leva di ieri e di oggi.

Bandiera della nonviolenza

Il 4 novembre, celebrazione dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, è un giorno per riflettere sulle sofferenze e le immense perdite umane causate dalla Prima Guerra Mondiale, un conflitto che fu definito dal Papa di allora come "inutile strage".

Il 4 novembre del 2024 noi vogliamo onorare tutti coloro che morirono a causa di quella guerra, che fece strage di più di 10 milioni di persone, così simile alle stragi che si stanno consumando oggi nella guerra fra Russia e Ucraina e nel conflitto israelo-palestinese. Nessun obiettivo militare dall'una e dall'altra parte giustifica più la continuazione della guerra, nulla di sensato può giustificare quanto sta accadendo in quelle terre. Oggi la priorità assoluta è il “Cessate il fuoco!” per salvare vite.
La Prima Guerra Mondiale, che per l'Italia si è protratta dal 1915 al 1918, fu un capitolo oscuro nella storia nazionale e del mondo intero. I soldati italiani, insieme a milioni di altri combattenti, furono travolti dalla brutalità della guerra nelle trincee, vivendo in condizioni disumane, sperimentando la fame, le malattie e l'orrore costante del conflitto. Comandanti fanatici diretti da spietati governanti imposero sacrifici insensati. Le famiglie italiane subirono un dolore insopportabile mentre le notizie della perdita di vita dei loro cari giungevano a casa. Intere comunità furono devastate dalle morti e dai lutti che accompagnavano la guerra. Nei diari che giungevano dal fronte il re e i ministri di allora venivano maledetti. Tante lettere non giunsero mai alle famiglie perché censurate. Chi disobbediva all'ordine di compiere gli assalti, anche i più insensati, veniva fucilato. Questa fu la realtà di quella guerra che ancora oggi viene censurata durante le celebrazioni ufficiali del 4 Novembre.
Il sonno della ragione genera mostri. Basta guerre, basta terrorismi, basta genocidi!

Onoriamo la memoria di coloro che furono vittime della perdita della ragione ieri come le vittime della perdita di ragione di oggi. E onoriamo tutti coloro che cercarono e cercano di sottrarsi dalla follia bellica: gli obiettori di coscienza, i disertori, i renitenti alla leva di ieri e di oggi.
Un filo di speranza collega la Prima Guerra Mondiale alle guerre che insanguinano il mondo odierno: sono tutti coloro che hanno rifiutato divisa e fucile, eserciti e armi, che già lavorano per la pace e la riconciliazione. Siamo in tanti anche se l’informazione militarizzata ci cancella, oscura, censura.
La memoria della Prima Guerra Mondiale serva come monito contro la follia della guerra e la giornata del 4 Novembre, sia l'occasione per attuare l'articolo 11 della nostra Costituzione che ripudia la guerra. C’è chi lo fa ogni giorno.

 

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