Una manifestazione per questa Europa? Noi non ci saremo
Una manifestazione per l'Europa? Per questa Europa?
Noi non ci saremo.
Ci siamo sempre battuti per l'Europa. Per un'Europa di pace, di diritti, di democrazia. Abbiamo creduto nell'Unione Europea come il più grande progetto di riconciliazione della storia contemporanea, nato dalle macerie della Seconda guerra mondiale per garantire che nessuna guerra fratricida insanguinasse mai più il nostro continente. Ma l'Europa che oggi si vuole portare in piazza non è più quell'Europa.
Non possiamo accettare un'Europa che alza il budget militare cancellando le vere conquiste europee: il primato dell'ambiente, la centralità della sanità, il finanziamento della cultura e della scuola, il welfare che difende i più deboli e che assiste i più fragili, gli anziani. Tutto questo sarà compromesso, se non cancellato, dal programma di riarmo che le istituzioni europee stanno promuovendo. Un riarmo che non serve all'Europa: già oggi, l'Unione Europea e il Regno Unito spendono in armi tre volte di più della Russia. Eppure si continua a spingere per aumentare gli stanziamenti militari, come se una corsa agli armamenti potesse portare sicurezza e non, invece, il rischio di una spirale senza fine.
Ancora più grave è la direzione politica presa dal Parlamento Europeo, che a maggioranza ha votato per colpire la Russia in profondità, un'escalation pericolosa che allontana ogni prospettiva di negoziato e moltiplica i rischi di un conflitto diretto e incontrollabile.
Abbiamo fortemente creduto negli ideali europei di pace portati avanti da Willy Brandt e Olof Palme. Ideali fatti propri da Enrico Berlinguer. Seminati con la fede di Giorgio La Pira e don Tonino Bello. Con il coraggio di Sandro Pertini. Ma oggi l'Europa calza l'elmetto per fare quella guerra in cui gli Stati Uniti non credono più.
Scendere in piazza per questa Europa con l'elmetto significherebbe rinnegare non solo i nostri ideali pacifisti ma anche quelli di uomini di pace come Picasso, Montessori, Chaplin, Russel, Einstein. Loro rimarrebbero oggi inorriditi nel vedere questo ritorno europeo all'antico motto "si vis pacem para bellum". Un ritornello ripetuto più volte e in varie forme da esponenti europei da cui ci saremmo aspettati ben altro.
Non possiamo scendere in piazza per sostenere un'Unione Europea che si allontana dai suoi valori fondanti e si piega alla logica del riarmo.
Continueremo a lottare per un'Europa della pace, della giustizia sociale, della cooperazione. Ma questa Europa del riarmo, no, non ci vedrà al suo fianco.
“Dobbiamo riarmarci urgentemente”, ha detto Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea.
Caro Michele Serra, abbiamo letto il tuo appello. Ma noi diserteremo.
Maurizio Acerbo, Emanuela Baliva, Marco Bersani, Annamaria Bonifazi, Alighiero Brega, Antonio Bruno, Anna Camposampiero, Alessandro Capuzzo, Patrizia Cecconi, Fabrizio Cracolici, Paolo Crosignani, Natale Cuccurese, Adriana De Mitri, Franco Dinelli, Patrizia Donadello, Amilcare Dondè, Domenico Gallo, Fiorella Gazzetta, Carla Gentili, Patrizia Gentilini, Michele Grandolfo, Roberto Guaglianone, Alessandro Marescotti, Davide Migliorino, Giuliana Mieli, Giovanna Moretto, Paolo Moro, Roberto Musacchio, Daniele Novara, Elio Pagani, Giuliana Palermo, Gigi Perrone, Leonardo Ragozzino, Cristina Rinaldi, Antonio Saponaro, Rosella Simone, Alberto Tamanini, Lucia Tundo, Laura Tussi, Franco Zunino
Per adesioni scrivere a questa email: a.marescotti@peacelink.org
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Caro Michele Serra, io non ci sarò alla tua manifestazione
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