Cronaca kafkiana
La piazza surreale di Michele Serra e le sagge parole di Adelmo Cervi
Per la prima volta nella storia del movimento pacifista i pro-pace e i pro-guerra si daranno appuntamento nella stessa piazza. Chi si oppone alla guerra si troverà accanto a chi la sostiene, in una rappresentazione degna di Pirandello. O di Kafka. O del teatro dell'assurdo.
12 marzo 2025
La piazza surreale di Michele Serra
Cronaca kafkiana
Immaginate di svegliarvi in un giorno del 1914, nel cuore dell’Europa in ebollizione per la prima guerra mondiale. Siete in una grande piazza, e davanti ai vostri occhi si dispiega un corteo surreale: da un lato gli interventisti con il tricolore, pronti a marciare per la gloria della patria; dall’altro, i neutralisti con le loro bandiere, i volti sdegnati contro l’inutile strage. Eppure, invece di fare manifestazioni opposte, si danno appuntamento nella medesima piazza. I neutralisti dicono: non si può lasciare la piazza e il tricolore agli interventisti.
Ovviamente questa scena kafkiana non si è mai presentata e la stiamo solo immaginando per un copione del teatro dell’assurdo. Non è mai accaduto, tranquilli.
Ma accade oggi. E questo è il problema.
Il 15 marzo 2025, nel cuore dell’Italia, una piazza ospiterà pacifisti e guerrafondai, uniti in una manifestazione che sfida la logica e il buon senso.
Chi si oppone alla guerra si troverà accanto a chi la sostiene, in una rappresentazione degna di Pirandello, dove le identità si confondono e i ruoli si scambiano fino al parossismo.
Michele Serra ci invita a questa messinscena ambigua, a questa farsa moderna in cui l’idea stessa di pace e guerra viene risucchiata in un vortice dell’ambiguità a cui la politica ci ha abituato e persino narcotizzato.
Padre Alex Zanotelli prende le distanze. Come pure monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo e presidente di Pax Christi. E tanti altri prendolo le distanze, dal pedagogista Daniele Novara, allievo di Danilo Dolci, all'allievo di don Lorenzo Milani Francuccio Gesualdi. Per non parlare di pacifisti storici come Luisa Morgantini, Domenico Gallo, Paolo Cacciari, Marinella Correggia. E tanti, tanti altri. Li vedete qui sotto.
Ma CGIL e ANPI vanno avanti come cingolati. Passando sopra i forti dissensi interni.
Si può essere contro la guerra e con chi la giustifica?
Si può sfilare accanto a chi fornisce le armi e poi dire che si è per la pace?
Se fossimo in un racconto di Kafka, il protagonista si troverebbe inghiottito in questa piazza dell’assurdo, circondato da figure enigmatiche che gli dicono:
— Sei qui per la pace? Bene, sistemati in questo settore della piazza, ma non dare fastidio a quelli che vogliono inviare i droni su Mosca
— Sei qui per fermare il massacro? Ottimo, noi crediamo che per fermarlo servano più armi, non meno!
— Sei qui per dare una lezione a Putin e a Trump? Bravo, questa è la piazza che fa per te, saboteremo il dialogo fra questi due autocrati, senza una pace giusta allora c'è solo la resa!
E il nostro personaggio resterebbe lì, inebetito, mentre le parole si sovrappongono, prive di senso, prive di coerenza.
Oggi questa piazza esiste davvero.
È il teatro dell’assurdo in cui chi si dice pacifista finisce per legittimare chi arriva in piazza per la “guerra giusta”, in cui le contraddizioni si abbracciano e si cammina insieme senza rendersi conto che, mentre si manifesta, muore l'unità del movimento pacifista.
E allora forse l’unica cosa da fare è svegliarsi da questo incubo, rifiutare di essere parte di questa pantomima e ricordare che occorre dire basta con gli accomodamenti, con l’ambiguità. Altrimenti le lacerazioni e i contraccolpi sul movimento pacifista saranno gravi e forse irreparabili.
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Ecco quello che ha scritto Adelmo Cervi figlio di Verina ed Aldo Cervi 3° genito dei 7 Fratelli Cervi fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 Dicembre del 1943
Me lo avete chiesto in tantə ed ecco la mia posizione in merito alla manifestazione del 15 Marzo a Roma.
Ho letto con attenzione l'appello di Michele Serra su Repubblica appello che sta alla base della manifestazione che si terrà a Roma il 15 marzo.
Manifestare per un'Europa libera e forte può essere giusto, ma come è possibile in questo momento così drammatico per il nostro Continente, non dire chiaramente che si scende in piazza per un'Europa che si impegni con forza a favore della pace e contro l'avanzare del neonazismo e del neofascismo? Un appello così vago ed equivoco, che mai pronuncia la parola pace e che non permette neppure di manifestare con le bandiere pacifiste non può essere condivisibile. Vedo con dispiacere, peraltro, che sta provocando divisioni nel mondo della sinistra, ma d'altronde quando mai la piattaforma politica di una manifestazione di piazza, se vuol essere unitaria, la decide una persona e un giornale?
La guerra in Ucraina e il genocidio a Gaza impongono a lottare per un'Europa che, riprendendo i valori contenuti nel manifesto di Ventotene, anziché spendere ulteriori 800 miliardi in armi, si adoperi per percorsi diplomatici di pacificazione dei conflitti.
Il 15 marzo dunque non sarò in piazza a manifestare a favore di un'Europa generica, ma non smetterò di certo di lottare e di stare al fianco di tutti coloro che si battono per un'Europa pacifista, antifascista e antirazzista.
Quindi invito, chiunque potrà, a partecipare alla Manifestazione di Piazza Barberini a Roma.
Adelmo
Note: Per firmare contro il riarmo europeo
https://www.peacelink.it/noriarmo
Per firmare la lettera a Michele Serra "Noi non ci saremo"
scrivere a Alessandro Marescotti a.marescotti@peacelink.org
https://www.peacelink.it/pace/a/50600.html
Hanno firmato (e tanti altri devono essere ancora trascritti):
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