Pace

Lista Pace

Archivio pubblico

Albert - bollettino pacifista dal 10 al 16 marzo 2025

Un'azione europea contro il piano di riarmo della von der Leyen

Dal 10 aprile al 9 maggio 2025 si terrà un'iniziativa internazionale contro l'aumento europeo delle spese militari. L’International Peace Bureau (IPB) denuncia il riarmo a discapito della pace, del benessere e della sostenibilità ambientale. Sul sito di PeaceLink c'è una raccolta di firme online.
16 marzo 2025
Redazione PeaceLink

Albert ALBERT

BOLLETTINO PACIFISTA

La voce della ragione in tempi di guerra


Firma contro il piano di riarmo

Sul sito di PeaceLink c'è una raccolta di firme online rivolta ai parlamentari. Si raggiunge cliccando qui: www.peacelink.it/noriarmo

E' l'iniziativa promossa dal Coordinamento Nazionale della campagna contro l'invio di armi in Ucraina che si è dato come obiettivo quello di contrastare il piano di riarmo annunciato dal presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che tanta tensione ha generato nei partiti italiani.

Occorre agire con una forte pressione dell'opinione pubblica sui parlamentari italiani che sono fortemente divisi sulle scelte di spesa militare.

Ad aiutarci in questo senso c'è una campagna internazionale a cui è bene collegarci. E' riportata qui di seguito.


Global Day of Action on Military Spending (GDAMS)

Dal 10 aprile al 9 maggio 2025 si terrà la Giornata Globale di Azione sulla Spesa Militare (GDAMS), promossa dall’International Peace Bureau (IPB) per denunciare l’aumento esorbitante delle spese militari a scapito della pace, del benessere e della sostenibilità ambientale. Conflitti devastanti, come quelli in Gaza, Ucraina e nel Sud Globale, evidenziano l’urgenza di invertire questa tendenza, puntando su diplomazia, aiuti umanitari e giustizia sociale invece che su armi e militarizzazione.

La campagna GDAMS prevede eventi internazionali e invita organizzazioni e cittadini a unirsi all’azione per costruire un mondo più giusto e pacifico.


Ecco l'appello apparso sul sito dell'International Peace Bureau (IPB).


Dal 10 aprile al 9 maggio 2025, unisciti a noi per intraprendere azioni in occasione della Giornata Globale di Azione sulla Spesa Militare (GDAMS). La campagna di quest'anno si svolge in un momento cruciale, mentre il mondo affronta un'escalation di violenze, tra cui il genocidio in corso a Gaza, la guerra in Ucraina e oltre 30 altri conflitti armati nel Sud Globale, molti dei quali in Africa. Questi conflitti, insieme a una crescente militarizzazione e a una retorica suprematista, stanno creando un clima di paura e instabilità.

Di fronte a queste sfide, i governi stanno rispondendo con un aumento allarmante dei bilanci militari, destinando risorse senza precedenti all'industria bellica. Questo orientamento non solo intensifica le tensioni globali, ma sottrae risorse vitali a settori fondamentali per la pace, il benessere sociale e la sostenibilità ambientale. Dobbiamo porci una domanda fondamentale: perché investiamo in armi anziché in diplomazia, aiuti umanitari e risoluzione dei conflitti?

La storia ci ha insegnato che la militarizzazione non porta né alla pace né alla sicurezza, ma perpetua cicli di distruzione, sofferenza e ingiustizia. Ora più che mai, è essenziale fermare questa folle corsa agli armamenti e chiedere un impegno concreto per la pace, il dialogo e la cooperazione. I governi devono dare priorità alla giustizia e alla dignità umana, non alle armi da guerra.

La Campagna Globale sulla Spesa Militare (GCOMS) è un appello urgente all’azione, e abbiamo bisogno del tuo sostegno. Unisciti a noi per promuovere un mondo in cui la pace non sia solo un'aspirazione, ma una realtà concreta. Vuoi stare dalla nostra parte?

Eventi GDAMS 2025

  • 10-11 aprile: Consiglio per la Sicurezza Comune
  • 15 aprile: Giornata delle tasse negli USA
  • 22 aprile: Giornata della Terra
  • 28 aprile: Pubblicazione dei nuovi dati SIPRI sulla spesa militare (dati 2024)
  • 9 maggio: Giornata della Pace in Europa

Invitiamo organizzazioni e singoli cittadini a partecipare a GDAMS 2025, organizzando eventi, campagne o attività di sensibilizzazione. Se stai pianificando un’azione, informaci via email così potremo includerla nella lista ufficiale degli eventi GDAMS.

International Peace Bureau (IPB)


Conferenza delle Nazioni Unite sul Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW)

Rete Italiana Pace e Disarmo interviene all'ONU

New York, Palazzo di Vetro – La Rete Italiana Pace e Disarmo ha portato la sua voce alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), intervenendo durante la sessione dedicata all'“universalizzazione” del trattato. Un momento cruciale per riaffermare l’importanza dell’abolizione totale delle armi nucleari e la necessità di coinvolgere sempre più Stati in questo impegno.

Durante l’intervento, la Rete ha ribadito il ruolo essenziale del TPNW non solo come primo strumento giuridico che mette completamente al bando le armi nucleari, ma anche come modello innovativo di cooperazione tra Stati, società civile e comunità scientifica per costruire un mondo libero dalla minaccia atomica. Tuttavia, l’Europa si presenta come uno dei continenti con meno paesi firmatari e ratificatori del trattato, una situazione aggravata dal fatto che molti Stati membri della NATO, tra cui l’Italia, ospitano testate nucleari o si affidano all’ombrello nucleare dell’alleanza.

Per superare questo impasse, la Rete Italiana Pace e Disarmo, insieme alla Campagna Senzatomica, ha rilanciato l’iniziativa “Italia, ripensaci”, con l’obiettivo di spingere il governo italiano a rivedere la sua posizione sul TPNW.

Melissa Parke, direttrice esecutiva della Campagna ICAN, ha ribadito con forza la necessità di mantenere alta l’ambizione del disarmo nucleare: "In tempi difficili come questi, potremmo essere portati a ridurre le nostre aspettative. Ma più la posta in gioco è alta, più dobbiamo essere ambiziosi. L’obiettivo deve rimanere l’eliminazione delle armi nucleari, non il semplice prolungamento del loro non utilizzo".

L’appello della Rete Italiana Pace e Disarmo si può leggere integralmente qui:

Intervento all'ONU sul trattato TPNW


"Not in my name"

Tanti i messaggi pacifisti di dissociazione dalla piazza di Michele Serra

In questi giorni ho ricevuto nella mia posta elettronica una quantità di messaggi semplicemente impressionante, che mai avevo ricevuto prima nella mia lunga esperienza di attivista telematico. Dal 1991 mai mi era accaduto di ricevere – da tutt'Italia, provincia per provincia – un'ondata così rappresentativa e massiccia di messaggi. Voci di smarrimento, indignazione e preoccupazione. Voci di tanti attivisti e cittadini. Tutte bravissime persone che non si possono snobbare con un'alzata di spalle dicendo: non avete capito.

Questo mi ha portato a riflettere su quanto sta accadendo.

Ho percepito la stessa inquietudine parlando con padre Alex Zanotelli, che è preoccupatissimo e indignato per la piazza di ieri. Possiamo ignorarlo e dire che padre Alex non ha capito?

Le stesse preoccupazioni le ho avvertite parlando con monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo e presidente di Pax Christi. Mai lo avevo sentito così allarmato. Mi ha telefonato preoccupatissimo per la gravità – a suo parere, che era anche il mio – della scelta di andare in una piazza assieme a chi si vuole riarmare.

La stessa preoccupazione l'hanno espressa persone che stimo, come il giurista Domenico Gallo, figura storica del movimento per la pace italiano, un allievo di don Milani come Francuccio Gesualdi o un allievo di Danilo Dolci come Daniele Novara.

Poco importa che vi siano state altre brave persone che hanno avvertito in cuor loro l'esigenza di andare in piazza. Non è quello il punto, non dobbiamo confrontare brave persone con brave persone. Il punto è che quando la diversità di vedute è così evidente e così profonda (e così lacerante), quella scelta di andare in piazza non andava fatta per le più basilari regole del metodo nonviolento. Un metodo che da decenni a questa parte abbiamo imparato proprio nei gruppi di lavoro nonviolento, dove abbiamo appreso che le scelte si prendono per consenso, in maniera inclusiva e senza lacerare l'unità del gruppo. Abbiamo imparato che certe scelte non si fanno neppure a maggioranza e che bisogna attendere pazientemente finché non si è in grado di raggiungere una comunanza di sentire, una linea condivisa sui principi profondi.

Posso confermare – sulla base delle evidenze – che questa preoccupazione per la piazza convocata da Michele Serra è diffusa. Ho le prove nelle centinaia di messaggi a cui devo ancora rispondere. 

Una vasta parte del movimento pacifista non accetta quella piazza di ieri.

Se io fossi stato d'accordo con quella piazza, dovrei ingaggiare con le tantissime persone che mi hanno scritto una lotta di messaggi impari per giorni, settimane o forse mesi. Lunghe discussioni per convincerle una per una del contrario. Per fortuna devo solo rispondere dando loro ragione e incoraggiandole a non mollare. E a continuare a impegnarsi per la pace e il disarmo, nonostante tutto e nonostante la delusione ricevuta.

Non capire questo è un grave segno di scollamento dalla realtà che non ci possiamo permettere. È infatti in corso una crisi di rigetto di quella piazza, come se fosse stato sostituito a un organismo sano un cuore malato che non gli appartiene. Certe operazioni chirurgiche vanno fatte e non sono prive di rischi. Quella di ieri non era necessaria e neppure opportuna. Anzi.

Ho scritto una Storia della pace e qualcosa l'ho letta prima di scrivere: non era mai accaduto nella storia del movimento per la pace che andassero in piazza, nella stessa piazza, i favorevoli al riarmo e i contrari, i favorevoli alla guerra della Nato e i favorevoli alla pace. Il 15 marzo a Roma, per la prima volta, è accaduto l'impensabile.

Evitiamo il ripetersi di simili cose.

L'unità del movimento pacifista deve essere tutelata come la pupilla dei nostri occhi. 

Colgo l'occasione per invitare tutte e tutti a sottoscrivere l'appello contro il riarmo che tanti cittadini stanno sostenendo: www.peacelink.it/noriarmo


Alessandro Marescotti

a.marescotti@peacelink.org

Articoli correlati

  • I sostenitori del riarmo e quelli della pace si sono dati appuntamento in piazza in nome dell'Europa
    Pace
    L'evento organizzato a Roma da Michele Serra

    I sostenitori del riarmo e quelli della pace si sono dati appuntamento in piazza in nome dell'Europa

    "L'Europa deve riarmarsi, è finito il tempo della melassa", ha detto Carlo Calenda. Tantissimi pacifisti si sono dissociati da questa manifestazione. Su PeaceLink è stato lanciato un appello contro il piano europeo di riarmo. Chi firmerà fra quelli che hanno aderito alla manifestazione di oggi?
    15 marzo 2025 - Alessandro Marescotti
  • Una manifestazione per questa Europa? Noi non ci saremo
    Pace
    Molte nuove adesioni in risposta all'appello di Michele Serra su Repubblica

    Una manifestazione per questa Europa? Noi non ci saremo

    “Dobbiamo riarmarci urgentemente”, ha detto Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea. Non possiamo accettare un'Europa che alza il budget militare cancellando le vere conquiste europee. Ci siamo sempre battuti per l'Europa. Ma per un'Europa di pace, di diritti, di democrazia.
    15 marzo 2025 - Lettera collettiva
  • La piazza surreale di Michele Serra e le sagge parole di Adelmo Cervi
    Pace
    Cronaca kafkiana

    La piazza surreale di Michele Serra e le sagge parole di Adelmo Cervi

    Per la prima volta nella storia del movimento pacifista i pro-pace e i pro-guerra si daranno appuntamento nella stessa piazza. Chi si oppone alla guerra si troverà accanto a chi la sostiene, in una rappresentazione degna di Pirandello. O di Kafka. O del teatro dell'assurdo.
    12 marzo 2025 - Alessandro Marescotti
  • Crociate ieri e oggi
    Storia della Pace
    Le crociate sono cominciate contro i musulmani per liberare il Santo Sepolcro di Gerusalemme

    Crociate ieri e oggi

    Come nelle crociate, il conflitto in Ucraina è stato caricato di una dimensione simbolica che lo trasforma in uno scontro tra due visioni del mondo. Putin è dipinto come un'entità malvagia da abbattere, un po' come i musulmani erano visti nel Medioevo come nemici della cristianità.
    12 marzo 2025 - Alessandro Marescotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.30 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)