“Una panchina per la Pace" a Foggia
Inoltre, nella prima manifestazione contro la guerra in Ucraina la testa del corteo è stata affidata ad un’azione performativa in cui gridavamo insieme, spostandoci avanti e indietro: PUTIN, FAI UN PASSO INDIETRO! ZELENSKY, FAI UN PASSO INDIETRO! parole, come disse l’ideatrice della performance, ispirate a ciò che ogni madre, ogni buona docente, insegna ai suoi bambini per abituarli a fare la pace; parole scelte perché ognuno possa riconoscere ciò che è essenziale nella convivenza umana. Un altro sit in su “La bellezza della vita” focalizzava l’attenzione sull’opera di ricucitura che fanno le donne fra popolazioni di culture, religioni, e storie differenti per costruire un futuro comune, come fa Women Wage Peace, fondato in Israele nell’estate 2014 da un gruppo di donne ebree e musulmane. C’è un’altra strada, loro ci dicono, rispetto alle guerre e alle risposte armate, la stessa strada che sta praticando il movimento Donne Vita Libertà in Iran, a cui partecipano donne e uomini proprio perché la libertà femminile è diventato il simbolo della libertà e di una vita vivibile per tutti.
Da questo desiderio di rimanere vicini all’esperienza è nata l’iniziativa “Una panchina per la Pace”, pensando che le panchine nei pressi delle scuole sono il luogo in cui i ragazzi e le ragazze amano sostare, incontrarsi, chiacchierare, raccontarsi. Quella è l’esperienza di pace che conoscono e che può essere coltivata con amore. Solo se questo immaginario prende il posto di quello guerresco, possiamo sperare che il desiderio di pace diventi la bussola dell’agire umano, nella quotidianità come nella pretesa di un’altra politica istituzionale: vicina e lontana.
La panchina quindi come luogo per esprimersi, mischiando la lingua dei colori, delle immagini e le parole. La panchina per scoprire il piacere di portare nello spazio pubblico il proprio pensiero. Come è stato. Decine e decine di studenti hanno apprezzato, hanno profuso il loro impegno, si sono conosciuti meglio fra loro, si sono aiutati, anche collaborando fra Scuole diverse e fra Accademia di Belle Arti e scuole. Le scuole, infatti, che hanno aderito alla proposta sono oltre l’Accademia, il liceo Marconi, il liceo Poerio, la scuola ASSORI, la scuola media Dante Alighieri, l’istituto comprensivo Parisi-De Sanctis e l’Istituto comprensivo Santa Chiara-Pascoli-Altamura
Tutta l’iniziativa è stata un momento di scambio, come volevamo, fra studenti e studentesse di varia età e anche fra generazioni. Infatti, l’idea era stata fatta propria da molte associazioni perché, quando, è stata decisa la data dell’8 marzo per l’inaugurazione delle panchine, è apparso naturale coinvolgere circoli e associazioni che, dallo scoppio della guerra in Ucraina, hanno, in vari modi, messo al centro della riflessione, nella città, il modo in cui le donne hanno operato e operano per la pace. È necessaria infatti un’opera di riconoscimento e di riconoscenza nei confronti delle donne, perché sono loro quelle che hanno difeso, conservato, ricostruito la vita nelle guerre, fatte dagli uomini al Potere, mentre questo agire femminile veniva cancellato materialmente e simbolicamente dall’immaginario storico; sono loro le più coinvolte e le più attive nel conflitto col patriarcato e nella ricerca di modi di vivere fuori dalle regole patriarcali, prima fra tutte la guerra; a molte di loro, insieme a tanti uomini, dobbiamo la possibilità di costruire una Storia della Speranza invece di farci assorbire dalla Storia del Potere, come hanno fatto le nostre Madri Costituenti, come stanno facendo ancora oggi tanti giovani, donne e uomini, per disarmare il Patriarcato.
E questa possibilità volevamo consegnare ai e alle più giovani.
In questo sono impegnate, da anni, le associazioni che hanno condiviso il progetto “Una panchina per la pace” e si sono adoperate per la sua realizzazione: oltre al Coordinamento Capitanata per la Pace l’associazione La Merlettaia, Impegno Donna, Libera, presidio di Foggia, Coordinamento donne dello SPI, ASSORI, ANPI, Donne in rete, Belle ciao e Società Civile, ma anche due imprese di donne importanti per la città come le Edizioni del Rosone e Matilda Editrice.
Nel percorso per arrivare a questo 8 marzo, alla fine, si sono uniti i ragazzi e le ragazze dell’UDU link Foggia e l’Unione degli studenti di Foggia. Una bella sorpresa poi è stato lo sguardo della WebTV dell’Università di Foggia che ha composto un breve video con la ripresa degli e delle studenti mentre dipingevano.
Insieme, l’8 marzo mattina abbiamo inaugurato le panchine e ci siamo impegnati nell’incontro pomeridiano per condividere i risultati della ricerca nelle scuole, anche alla presenza della Sindaca della città a sua volta coinvolta insieme alle Assessore alla Cultura, all’Arredo urbano e all’Assessore alla legalità. C’era infatti anche la volontà di valorizzare questa forte presenza femminile in un’Amministrazione Comunale che speriamo ci sia amica.
All’inaugurazione delle panchine il corteo di esponenti delle associazioni, dell’amministrazione comunale e delle altre scuole è stato accolto vicino ad ogni panchina con canzoni, presentazione del lavoro, citazioni lette dai testi delle donne che hanno avuto il Nobel per la pace: una piccola performance che vedeva un ragazzo che reggeva il foglio e la ragazza che leggeva. Si intravvedeva l’approfondimento fatto nelle classi, la capacità di far diventare la pace un’esperienza con cui fare i conti in modo appassionato. Tutto il lavoro scolastico è apparso nella sua forma sorgiva: possibilità di tenere insieme conoscenza e sensibilità, collaborazione con le famiglie e relazioni col territorio, attenzione al qui e ora, in un orizzonte che sa pensare il futuro.
Ogni tappa era stata conclusa con uno studente o una studentessa che affiggeva su ciascuna panchina uno sticker con un bellissimo Logo, che raccoglie il senso del legame fra donne e pace, come elemento di continuità tra le varie panchine e che rimane a disposizione per quelle che, speriamo, saranno fatte in futuro. Il Logo è stato pensato apposta per questa iniziativa dall’artista, Viola Gesmundo, che lo ha donato per esprimere la sua condivisione e il suo apprezzamento.
Le tracce di questa creatività rimangono ora nelle panchine ispirate a Shamsia Hassani e a Giulio Regeni, nella parola pace scritta in ogni lingua, nella citazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione, accompagnata da riflessioni su cosa vorrebbe dire attuarlo, nell’empatia cercata con chi, in Iran, grida Donne Vita Libertà, nell’analogia fra pace e musica, nei sentimenti che generano pace, in frasi incisive come quella che dice: siamo venuti al mondo per lasciare impronte, non cicatrici.
Ma soprattutto rimane il nutrimento di fiducia e coraggio che tutti e tutte ci siamo reciprocamente donati. Rimane la gioia di aver vissuto un’esperienza di pace, il che non vuol dire dimenticare il dolore, ma vuol dire impedirgli di diventare disperazione o impotenza e “mettere al lavoro” ciò che abbiamo.
Articoli correlati
- Volantini contro la guerra per le iniziative dell'8 Marzo
Noi Donne non ci stiamo alla guerra!
La proposta al Consiglio europeo di Ursula Von Der Leyen, di un piano di riarmo che preveda lo stanziamento di 800 miliardi di euro per la difesa europea è inaccettabile, doppiamente inaccettabile perché è una dichiarazione di guerra e perché proviene da una donna.7 marzo 2025 - Donne contro il riarmo - Gruppo MCE Educazione alla Pace e alla Nonviolenza
Insegnanti per la pace: un percorso di educazione alla nonviolenza
È stato lanciato un appello a tutti coloro che desiderano contribuire a costruire percorsi di educazione alla pace. Chiunque sia interessato a partecipare al progetto può iscriversi entro il 26 novembre e partecipare al primo incontro online il 28 novembre.18 novembre 2024 - Redazione PeaceLink - Albert, il bollettino quotidiano pacifista
Educazione alla pace: la scuola come protagonista del cambiamento
Le scuole sono chiamate a diventare motori di cambiamento, proclamandosi "Scuole di Pace" e adottando programmi che promuovano valori di dialogo e risoluzione pacifica dei conflitti.20 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink - Modello di delibera
Collegio Docenti: dichiarazione di "Scuola di Pace"
Percorsi didattici, articolati in moduli tematici, per promuovere la rilettura della storia, della cultura e della scienza dal punto di vista della pace e l'importanza della nonviolenza come metodo di risoluzione dei conflitti, in linea con l'Obiettivo 4.7 dell'Agenda ONU 2030.20 ottobre 2024 - Redazione PeaceLink
Sociale.network