Chi ha mandato i soldati italiani a prendersi le fucilate della guerriglia?
http://www.repubblica.it/2004/e/sezioni/politica/iraqita6/scal/scal.html
I compromessi si possono fare sulle tasse, sulle pensioni, sul mercato del lavoro, sulla patente a punti, sulle regole societarie e su tante altre cose ancora; ma se c'è una questione che richiede e anzi impone scelte nette e non equivoche, quella è la questione della pace e della guerra.
Lì la bugia non è ammessa, il sotterfugio non è consentito, la tergiversazione non può aver luogo. Lì si sta da una parte o dall'altra. Lì il popolo è e dev'essere davvero sovrano perché "ne va la vita". Il presidente del Consiglio ha insultato l'opposizione accusandola di abbandonare i nostri soldati proprio nel momento in cui sono sotto il fuoco della guerriglia.
Ma chi li ha mandati a prendersi le fucilate della guerriglia e le autobombe del terrorismo? Invece che inviare in Iraq medici, tecnici, operatori di pace? Chi ha manipolato il mandato del capo dello Stato e del Consiglio supremo di Difesa che avevano autorizzato soltanto una missione umanitaria? Chi ha accettato che i militari spediti come presidio degli operatori di pace fossero invece impiegati come forza d'occupazione di un territorio ad essi affidato, sotto il comando angloamericano che non è certo lì per ragioni umanitarie ma politiche e d'ordine pubblico? Infine: chi ha la responsabilità politica di quelle morti e delle altre che possono ancora avvenire?
Un capo di governo serio e responsabile avrebbe dovuto dire al Parlamento e al paese la verità fin dal primo momento e comunque ammetterla l'altro ieri di fronte all'evidenza dei fatti. E la verità è che i 3 mila militari italiani sono nella regione di Nassiriya truppe occupanti, esattamente come gli inglesi e gli americani.
Tanto è che da quelli prendono ordini e come loro hanno una zona di territorio assegnata nella quale inglesi e americani non vanno se non su richiesta del comandante italiano. E non ci vanno per la semplice ragione che lì ci sono gli italiani a svolgere lo stesso ruolo e gli stessi compiti che gli angloamericani svolgono nelle altre zone dell'Iraq.
Queste cose avrebbe dovuto dire il presidente del Consiglio. Ma si sarebbe imbattuto nell'ostacolo costituzionale e quindi ha scelto la bugia.
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