2 giugno a Lucca
Non eravamo un gruppo organizzato, un partito politico, ma singoli cittadini con la bandiera della pace sulle spalle e uno striscione con sopra scritto "Costruiamo la Pace con mezzi pacifici".
Purtroppo le forze dell'ordine non ci hanno consentito di raggiungere la piazza se non a manifestazione finita; ci hanno spiegato che ciò era dovuto a motivi di sicurezza, per evitare scontri o tafferugli.
Rispettiamo il lavoro della Polizia e capiamo le loro ragioni, ma se bastano poche persone che indossano una bandiera della pace a mettere in crisi il patriottismo e la retorica che alcuni vogliono legare a questa ricorrenza, allora questa Patria, che diciamo di amare e voler difendere, è un gigante dai piedi d'argilla, una realtà fragile, timorosa, che si sente minacciata da chiunque esprime un'opinione contraria.
Una democrazia che non ammette il dissenso è una contraddizione in termini, a nostro parere.
E il nemico, contro cui dobbiamo difenderci, alla fine non è che la proiezione delle nostre paure e insicurezze: demonizzare il nemico -per cui noi siamo i buoni e loro i cattivi, noi i portatori di civiltà e democrazia, loro i barbari-, ci evita di porci domande imbarazzanti sugli interessi economici e politici che stanno dietro alla guerra.
E quelli che, come noi, proprio a difesa dei principi repubblicani, esprimono dubbi e si pongono fuori dal coro, sono avvertiti anch'essi come nemici della Repubblica e della democrazia .
Noi rifiutiamo queste visioni schematiche, unilaterali; a difesa del pluralismo e della libertà di opinione, crediamo che la Festa della Repubblica debba essere aperta a tutti quelli che credono nella Costituzione, a tutte le forze sociali, e non ridotta ad una parata militare.
Stranieri in patria; un vecchio adagio: essere pacifisti, secondo noi, è l'unica forma di patriottismo possibile.
E ci vuole, in realtà, un certo coraggio.
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