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"Agnese, la Joan Baez di Alife che canta la Pace"

Agnese Ginocchio il 5 e 6 giugno è al Meeting dei Giovani a Caserta, con Gino Strada e Teresa Sarti, presidente di Emergency, dal 10 al 12 è a Fano e così via, con la sua chitarra e sventolando la bandiera arcobaleno.
5 giugno 2004
Franco Tontoli
Fonte: Il Corriere del Mezzogiorno - Caserta - 31/5/04

La cantautrice Agnese Ginocchio

Una guerrigliera della pace, con la chitarra imbracciata spara a mitraglia note di (auspicata) fratellanza, cantautrice per vocazione,uno scricchiolo di donna, taglia da Barbie, una cascata di capelli a torciglione ("Non sono curati alla moda rasta, sono ricci naturali"), abbronzata che sembra una brasiliana, un mix tra Teresa De Sio e l’israeliana Noa, una bonzai con la forza di un baobab, un ramoscello d’ulivo, la pieghi e non la spezzi e quando hai finito con un po’ di domande provocatorie su quel che fa, ti spara il sorriso di chi a porgere l’altra guancia fa modello di vita e non soltanto tema di canzoni.

Dove spuntano i sette colori dell’iride c’è lei.

"Mica mi descriverai come una bigotta?", domanda, scrutandoci, questa San Francesco in jeans. "Mi identifico nei valori cristiani che mi sforzo di vivere e interpretare, ma non sono poi mica tanto d’accordo con la Chiesa intesa come organizzazione. Io non sono per il parlare, sono per il fare. D’accordo, la religione ha bisogno dei suoi rituali ma anche, e soprattutto, di tanto fare a maniche rimboccate. Tanti poveri intorno a noi e, magari, siamo a parlare di quelli lontanissimi da noi. E se incominciassimo a dare una mano a questi più vicini? Questo lo dico per praticità, io apprezzo anche quelli che ai poveri di lontano pensano con operato in prima persona, mica parlando e ammonendo. Uno per tutti? Ma anche Alex Zanotelli, quale migliore esempio di questo missionario comboniano che in Africa s’è dato tanto da fare? L’ho incontrato tante volte alle manifestazioni pacifiste.Lui con i suoi sandali sdrucidi io con la mia chitarra e le mie stornellate finalizzate allo stesso scopo".

Schitarrate, festival, marce, adunate arcobaleno, Agnese ha un carnet da popstar, appuntamenti fissati da qui ai mesi a venire: non becca un euro, un rimborso per dormire quando va bene, in trattoria si paga alla romana e, dopo un concerto in cui ha innaffiato sulla folla note di buoni sentimenti bordate di folk, poprock, gospel, spesso ci scappa il supplemento dopopizza, perché basta che dagli altri tavoli notino la chitarra e sono richieste con rumoreggiare di posate e bicchieri. C’è chi l’accosta a Joan Baez, chi a Bob Dilan.
"Esagerazioni - si schernisce sincera - sono soltanto Agnese Ginocchio un cognome che non sostituirò mai".

Abita al centro di Alife, cittadina della provincia di Caserta, con la mamma che si chiama ‘Speranza’ e che precocemente vedova ha tirato su due figli, il primogenito commerciante mobiliere, il diploma magistrale per Agnese. Salottino di casa poltrone e camino, fotografie e immagini sacre alle pareti, coppe e targhe ricordo ricevute in tutta Italia, la bandiera arcobaleno stesa a mò di copridivano, un’altra è al balcone. E’ ora di funzione religiosa serale nella chiesa che è a un passo e mamma Speranza che è piccola e minuta ed è una goccia di mitez-za non deve far tardi, saluta e con gli occhi raccomanda questa figlia-bambina che non smette di sognare.

"Avevo nove anni - racconta Agnese - e proprio andando con mamma in Chiesa notai due giovani, uno aveva la chitarra ed erano i primi tempi in cui le cerimo- nie religiose venivano accompagnate da musica improvvisata. Fu una folgorazione e tanto chiesi e tanto implorai che una chitarra me la comprarono".

E lo strumento venne a continuare quello che in diari e poesie - Agnese la sognatrice - già andava facendo. Una pacifista, prima, molto prima che il termine diventasse movimento, impegno politico, impegno di piazza.

Pace, Amore, Amicizia, Solidarietà, No alla guerra, No alle
armi, nemmeno per difendersi; sì al Dialogo, al Confronto, mano nella mano, occhi negli occhi,il più Forte in soccorso del più Debole, mai con la forza.

Sono i temi delle canzoni di Agnese che ora sta per pubblicare il suo primo compact, "Gente del 2000", con dediche a Rachel Corrie, pacifista statunitense morta in Palestina e i cui genitori ha conosciuto in Piemonte a una manifestazione.

Le chiediamo: la politica? "Lei di là, io di quà".

I No Global? "La pace non la si invoca a propaganda e sprangate".

Un modello di vita? "Gandhi, non s’è capito? E i padri comboniani dove li mettiamo? E tutti i preti che organizzano mense per i poveri? Dove c’è NONVIOLENZA c’è vera PACE".

Un’emozione su tutte? "Il premio ricevuto a Sulmona al festival in onore di Augusto Daolio dei Nomadi. C’era anche Stefano Giaquinto, il prete di Casagiove che dei Nomadi è grande amico. Ecco, anche questo giovane prete è un mio idolo, ha contestato chi non rispetta la nostra Costituzione inviando italiani in guerra, è attivo a fornire il piatto quotidiano a chi non se lo può permettere".

L’Iraq? "La vedo nera, male è cominciata e male finirà, io vado cantando supplicando il cambiamento, note e parole in memoria e onore dei morti delle Due Torri, dei nostri di Nassiriya".

Agnese il 5 e 6 giugno è al Meeting dei Giovani a Caserta, con Gino Strada e Teresa Sarti, presidente di Emergency, dal 10 al 12 è a Fano e così via, con la sua chitarra, sventolando la bandiera arcobaleno, recitando stornelli che sono il suo rosario di speranza.

Note: Si ringrazia la redazione del "Corriere del Mezzogiorno" di Napoli e il Direttore Angelo Agrippa per avere permesso la pubblicazione del presente articolo.


Per altre informazioni http://www.agneseginocchio.it
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