Una Rondine vola per la Pace
Dal suo maestro ha imparato bene un verbo, anzi una pratica: osare, osare sempre e comunque. Franco Vaccari, professore di psicologia in un liceo di Arezzo, ma soprattutto fondatore e presidente di una coraggiosa associazione, Rondine Cittadella della pace, deve essersi ricordato di questo monito di Giorgio La Pira, quando ha chiesto a se stesso e a chi lavora con lui che cosa fare per l'Iraq. Domanda ardua, che suscita scoramento e senso d'impotenza. O velleitarismo. A meno che… A meno che, osando, non venga un'idea giusta.
Così Vaccari qualche settimana fa si è messo intorno a un tavolo con gli esperti e gli amici della scuola della pace della Cittadella, e ha pensato un documento in pochi punti. "Vivevamo, come tanti, una grande angoscia e frustrazione davanti allo stallo della situazione", racconta. "Ma per noi, abituati a costruire la pace, quello stallo era doppiamente doloroso e insopportabile".
Il “noi” di Vaccari riguarda questa associazione nata a Rondine, un paese a dieci chilometri da Arezzo, 25 anni fa. Una piccola realtà che poco alla volta ha raccolto simpatie e consensi, sino a diventare nel 1997 la Rondine Cittadella della pace, aprendo uno studentato internazionale che è un'esperienza unica nel suo genere. Vengono ospitati ragazzi provenienti da zone in conflitto, che per un'annualità seguono dei corsi interni e poi si iscrivono a un istituto superiore o all'università. L'unica condizione è che da ogni Paese arrivino giovani delle due parti in guerra. Con questa storia di pace diffusa e vissuta, la Rondine si è dunque buttata in un'idea “impossibile”: quella di stilare un manifesto per la pace nell'angolo più ingarbugliato del pianeta. "Più che un documento lo definiamo una proposta. Perché non è un testo chiuso, ma aperto al confronto e al contributo di chi si sente interpellato", spiega Vaccari.
Tre i punti, anzi le “mosse” che la proposta contiene: una giornata nazionale in cui cristiani e musulmani pregano insieme e preparano un appello comune (la giornata ha già una data: il 24 maggio a La Verna, il luogo dove San Francesco ricevette le stimmate); secondo, una forza multinazionale euromediterranea come soluzione-ponte prima dell'intervento dell'Onu; terzo, un progetto di cooperazione economica, in chiave equa e solidale, che riallacci legami che la guerra ha brutalmente interrotto tra Europa e mondo arabo.
La proposta viene messa sul sito (Associazione Rondine Cittadella della Pace) e fatta girare. E inizia a destare una curiosità sorprendente, come se tutti aspettassero che qualcuno osasse fare una mossa. Arrivano messaggi di stima e di adesione da più parti: due ex presidenti della Repubblica come Scalfaro e Cossiga invitano a insistere, esponenti politici delle due sponde si fanno vivi. In prima fila c'è Grazia Sestini, senatrice, sottosegretaria al Welfare. Che spiega a Vita la sua adesione: "Una proposta di pace, quella della Rondine, che chiede innanzitutto di restituire una nuovo protagonismo all'Europa e in particolare all'Europa cristiana, come simboleggia il luogo stesso dove si terrà il momento di preghiera comune, il 24 maggio, e dove andrò anche io, alla Verna, luogo simbolo di San Francesco e dunque del dialogo tra le tre grandi religioni monoteiste".
Intanto il 12 maggio la Rondine va in udienza dal Papa. Avvenire, per l'occasione, dedica una pagina alla proposta. Giovanni Paolo II, sotto le volte dell'aula Nervi manda un saluto caloroso agli ideatori dell'iniziativa. Per Vaccari & soci è come un invito a osare di più. Vengono a sapere che il vescovo di Montepulciano e Pienza, Rodolfo Cedoloni, giovane e attivissimo, ha invitato il cardinale Carlo Maria Martini per una conferenza in diocesi. Martini da due anni si è ritirato a Gerusalemme, e difficilmente si concede uscite pubbliche, specie su temi di attualità. Ma quando tra le mani riceve la proposta della Rondine, decide di uscire allo scoperto. Dopo un giorno di riflessione, accetta la proposta di intervista da parte di Luigi Accattoli, vaticanista del Corriere. "Occorre avere il coraggio di pensare pensieri nuovi per uscire da situazioni bloccate", dice il cardinale. E ancora: "Condivido pienamente il desiderio di sbloccare la situazione irachena da cui parte la proposta della Rondine: se questo sentimento guadagnasse tanti cuori, forse la situazione si sbloccherebbe davvero". Ma ci sono anche altri ragionamenti che gli spazi del quotidiano hanno costretto a tagliare.
E che ora Accattoli “affida” a Vita: "Il cardinale condivideva molto il punto della proposta che riguardava la cooperazione economica". Questa la sua motivazione: "Mi piace molto che il terzo punto accenni alla questione economica e alle iniziative per realizzare un rapporto equo e solidale tra i popoli. Questa via è importante per il coinvolgimento delle singole persone, con il loro vissuto immediato, nei grandi processi collettivi". E poi c'era anche un pensiero, emblematico, dedicato a La Pira: "Penso che se fosse qui", diceva Martini, "avrebbe l'intelligenza di adattare a una situazione così complessa le sue grandi intuizioni, che non sono affatto invecchiate. Quando sogno un sussulto di intelligenza penso a lui, a Gandhi, a Mandela".
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