Emergency risponde alle dichiarazioni di Maurizio Scelli (Croce Rossa)
Le dichiarazioni di Maurizio Scelli su Emergency
Rispondere alle offensive affermazioni del commissario straordinario della
Croce Rossa Italiana risulta doveroso per il rispetto dovuto al personale
di Emergency, continuativamente in Iraq dal 1995, dove è giunto ed è
rimasto ininterrottamente a proprio pericolo e senza la protezione di alcun
apparato militare, curando oltre 300mila persone anche nei contesti dei
violentissimi combattimenti che hanno avuto luogo nel Nord del Paese negli
anni tra il 1995 e il 1999.
Nel corso della guerra, nel 2003, il personale di Emergency ha portato
aiuti a Karbala e a Bagdad nonostante e contro i suggerimenti di autorità
civili e militari che prospettavano problemi di sicurezza.
Se qualche "confronto" fosse sensato, sarebbe più opportuno avesse ad
oggetto il contenuto quantitativo e qualitativo delle attività di cura,
l'impiego delle risorse e la trasparenza della gestione, non il livello
mediocre e sguaiato di un millantato "coraggio fisico": un confronto
questo, peraltro, tra chi viaggia al seguito delle truppe e chi ha portato
aiuti a Karbala, a Baghdad, a Falluja durante gli scontri armati e sotto le
bombe che, dalla stessa provenienza, cadevano nei 2001 sull'Afganistan come
più recentemente sull'Iraq.
Sul rilascio degli ostaggi
Martedì 8 giugno, alla notizia della liberazione degli ostaggi, altro non
abbiamo detto che la nostra soddisfazione e il nostro sollievo.
Il coinvolgimento di Emergency nella vicenda poteva così essere concluso.
Nelle giornate di mercoledì 9/6 e di giovedì 10/6 sono comparse sulla
stampa congetture circa trattative, riscatti offerti o richiesti, presunti
segnali "in codice" da parte degli ostaggi in un video. Nel contesto di
queste esposizioni, era citata Emergency.
La sola cosa che ci riguardi, e che ovviamente confermiamo, è che Emergency
è stata impegnata in un tentativo di rilascio, richiesto a puro titolo
umanitario. Questa iniziativa è stata assunta in seguito a una
dichiarazione dei sequestratori, nella quale si manifestava la
disponibilità a un rilascio ad appartenenti al mondo del "pacifismo"
italiano: la nostra presenza in Iraq per attività umanitarie, dal 1995, ci
ha fatto ritenere possibile una nostra funzione utile.
Abbiamo ritenuto doveroso chiarire che in nessun momento le nostre
richieste avevano l'aspetto di uno scambio tra gli ostaggi e denaro.
Lo abbiamo ritenuto doveroso verso i nostri sostenitori, che appoggiano le
attività umanitarie di cura dell'associazione. Esclusivamente a questo
scopo ci riteniamo autorizzati a impegnare il denaro che riceviamo.
La decisione di rispondere a interviste è stata assunta per fornire questa
precisazione.
Nel chiarire questo aspetto - il solo che ci interessasse - diventava
imprescindibile una sincera esposizione di quanto ci era stato detto e
avevamo sentito dire, anche in merito all'eventualità di un riscatto e di
un suo ammontare, oltre che alle modalità del rilascio.
Vogliamo ribadire di avere riferito solo quanto ci è stato detto, senza
alcuna ingenua confusione tra ciò che viene affermato da interlocutori
decisamente problematici e la verità dei fatti.
(Approfondimenti su quanto riferito da queste fonti sono stati pubblicati
da http://www.peacereporter.net)
0286316336
info@emergency.it - www.emergency.it - CODICE FISCALE 97147110155 - C/C
POST. 28426203
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