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Zanotelli: "La pace può nascere solo dal basso"

Alex Zanotelli, prete contro da 40 anni

Centinaia di amici e fedeli lo hanno festeggiato a Malga Binasia di Livo. E lui ha marciato per quattro ore.
11 luglio 2004
Andrea Bergamo
Fonte: L'Adige - 05 luglio 2004

Ha festeggiato i suoi quarant´anni di sacerdozio con quattro ore di camminata in montagna e poi ha celebrato messa presso la Malga Binasia di Livo davanti a centinaia di amici e fedeli che in lui vedono un faro si saggezza in un mondo che pare destinato all´autodistruzione. «La pace nascerà soltanto dal basso. All´interno delle piccole comunità, si imbocchi la via del perdono e dell´accoglienza» ha detto padre Alex Zanotelli.
Il ritorno in quella cellula di Chiesa dove è stato «innestato» in Cristo.
Padre Alex Zanotelli ha festeggiato ieri il suo quarantesimo anniversario
di sacerdozio, assieme a oltre 400 amici e fedeli, presso la malga Binasia
di Livo. La giornata del comboniano è iniziata molto presto; dal bivacco di
Santa Barbara, dove ieri si è tenuto un meeting fra gli appartenenti alla
rete di Lilliput, è giunto a destinazione dopo circa quattro ore di
tragitto a piedi. Si è presentato come un pastore, pantaloni da montanaro e
camicia a scacchi, seguito dal suo «gregge»: gli amici della scuola
autogestita «Korogocho e… dintorni», che hanno organizzato l´evento.
Senza fermarsi un attimo per prendere fiato o bere un sorso d´acqua dopo la
lunga marcia, ha celebrato una messa contraddistinta da particolari
simbolismi come il passaggio tra i fedeli di una candela, immagine di luce
e salvezza, e di una tinozza contenente dell´acqua per la purificazione.
«Com´è bello ritrovarsi numerosi in montagna, stare assieme serve a
recuperare consapevolezza in merito all´importanza della natura; nonostante
il Parlamento europeo abbia votato due emendamenti al "Rapporto Miller"
raccomandando di cessare ogni forma di liberalizzazione dei servizi
pubblici, entro il primo gennaio il Wto voterà il Gats che permetterà
l´inserimento dell´acqua all´interno della lunga lista di servizi vitali
privatizzabili» ha asserito Zanotelli ad inizio omelia, rivolgendo lo
sguardo verso un piccolo torrente che sgorgava accanto all´altare ed una
mandria di cavalli che, incuriosita, si avvicinava alla folla.
«La pace nascerà soltanto dal basso. All´interno delle piccole comunità, si
imbocchi la via del perdono e dell´accoglienza - ha esortato - fu proprio
Gesù ad insegnarci la non violenza attiva, tentando di far rifiorire quella
Galilea schiacciata da Cesare, Erode e sacerdoti del tempio».
È poi seguito un invito: «Formate piccole comunità di ascolto al Vangelo,
mettetevi insieme e mostrate la vostra capacità di fare rete; tessete reti
di conoscenza e non abbiate paura del male perché è già stato vinto. Dio
aspetta la nostra responsabilità storica».
Padre Alex non ha dimenticato di sottolineare che la politica è
strumentalizzata negativamente, ma non per questo la si deve abbandonare o
disinteressarsene. Un pericolo in cui frequentemente si incorre quando si
dichiara che l´amministrazione del governo e pure dell´opposizione è marcia
su tutti i fronti: «È fondamentale per la sopravvivenza di ogni popolo - ha
affermato - Dobbiamo inoltre premere sui partiti in modo che capiscano
veramente qual è la volontà del popolo ed indirizzarli verso lo
sfruttamento delle fonti di energia alternative».
Durante gli anniversari, è d´obbligo rivivere i ricordi di una vita intera,
entrarci dentro con tutto il corpo, e poi con un battito di ciglia tornare
alla realtà; è avvenuto anche con Zanotelli che ha ripescato i momenti più
significativi di quando era missionario a Korogocho. «Negli occhi dei
poveri ho riscoperto il vero volto di Cristo - ha detto commosso - e
proprio loro mi hanno dato qualcosa in più del vero battesimo o dell´unzione del vescovo: mi hanno posto le mani sul capo, ed invocando il Signore hanno pregato dicendo "Abbà (papà), donagli il tuo spirito affinché possa tornare dalla sua tribù bianca per convertirla", ed è quello che sto cercando di fare».
Questa sera alle 20 padre Alex sarà al cimitero di Livo, il suo paese
natale, per salutare i morti che «dobbiamo ringraziare per il solo fatto di
esistere», e per questo porrà su ogni tomba un lumino. Inviterà inoltre le
piccole comunità trentine ad un salto di qualità, poiché stanno decadendo
in umanità e dialogo.

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