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Quando una partita a scacchi viola gli embarghi USA

Robert James Fischer arrestato

Aveva concesso la rivincita a Boris Spassky nella Ex Jugoslavia
17 luglio 2004
Giacomo Alessandroni e Igor Giussani

Il match deI secolo
Bobby Fischer è uno scacchista, e anche molto bravo. Ma pare che questa volta abbia commesso un grossolano errore, di quelli che un abile giocatore di scacchi dovrebbe saper intuire ed evitare. Ha concesso al suo avversario Boris Spassky una rivincita.

- Perché? Ha perso?

No, signora mia, il problema non è chi ha vinto e chi ha perso. Il problema è che la sfida è stata disputata dodici anni or sono nella Ex Jugoslavia, proprio quando il Governo americano aveva disposto un meraviglioso embargo economico.

- Ma loro volevano solo giocare a scacchi, se ho capito bene. Oppure alla fine hanno venduto scacchi e scacchiera?

Ha capito benissimo, ma il punto è che non l'hanno capito i cervelloni della Casa Bianca, così il nostro campione il 16 luglio 2004 è stato arrestato all'aereoporto "Narita" di Tokyo. La scusa era un passaporto scaduto o irregolare, non si capisce bene, ma il Governo americano che - non serve sprecare parole per questo - si sente sempre più padrone del mondo aveva da tempo emanato un ordine di cattura internazionale.

Giustizia è fatta.

Biografia essenziale

Robert James Fischer

Scacchista sin dalla fanciullezza a Robert James Fischer, iniziato dalla sorella Joan, a sei anni. A soli tredici anni, partecipava per la prima volta a un torneo di maestri negli Stati Uniti. L'anno dopo, vinceva il campionato nazionale libero e ripeteva il successo nel campionato ufficiale. Nel 1958 entrava [a quindici anni!] nell'elenco dei grandi maestri.

Da allora, la sua carriera è stata una ripetizione di successi. Il match deI secolo, [così venne prontamente definita la sfida] è stato in forse sino all'ultimo momento. Fischer ha ottenuto che la «borsa» complessiva dell'incontro fosse portata a 138mila dollari: ha scartato una dopo l'altra varie località proposte [notoriamente i suoi favori andavano a Buenos Aires, che i russi non gradivano]: ha fatto fallire i grandi sforzi e sacrifici affrontati da Belgrado e dalla federazione scacchistica jugoslava, che avevano preparata un'organizzazione grandiosa, e finalmente si è risolto ad accettare Reykjavik, dove dopo altri contrattempi il match ha avuto inizio l'11 luglio 1972 in un match contro Boris Spassky che contrapponeva, in piena guerra fredda, Stati Uniti contro Unione Sovietica.

Capricci da prima donna? Non si può liquidare cosi in poche parole sprezzanti il comportamento deI campione americano. Fischer si considera un artista professionista, anzi "il solo autentico professionista degli scacchi"; impone [lo ha sempre fatto] certe condizioni di ambiente, illuminazione, tranquillità al solo scopo di dare, quando gioca, il meglio di sé stesso. Né va dimenticata un'altra sua caratteristica che spiega molti lati della sua psicologia. Fischer non ha avuto maestri, è sostanzialmente un grandissimo campione autodidatta: la consapevolezza di non dovere nulla a nessuno lo condiziona nell'atteggiamento e nelle richieste. Molto deve essergli perdonato, perché per la popolarità del giuoco degli scacchi egli ha fatto moltissimo. Nell'epoca dei mass-media, egli li ha validamente sfruttati, comparendo molte volte alla televisione ad illustrare il suo pensiero: ma si inalbera se le telecamere o le macchine cinematografiche lo riprendono a sua insaputa o, peggio, contro la sua volontà.

Gli incidenti di Reykjavik sono stati quasi tutti provocati dall'aver trascurato la particolare mentalità del giovane americano. Quanto al suo carattere bizzarro, Fischer aveva alcuni amici anche tra i rivali sovietici (in particolare il Gran Maestro David Bronstein) e pare che certe bizzarrie da una parte fossero un modo per essere lasciato in pace, dall'altra per evitare alcune possibili sconfitte (pare che abbia disertato una Olimpiade e un torneo di qualificazione per il campionato del mondo proprio per questo, perché non si sentiva in grado di primeggiare e una sua sconfitta lo avrebbe ridimensionato, per cui ha addotto motivazioni prestestuose. Quando invece, nel match URSS-Resto del mondo del 1971 gli venne assurdamente negato il diritto di giocare in prima scacchiera del resto del mondo, accettò di giocare in seconda perché tanto non aveva più alcun timore). Infatti, dopo il 1972, cioè dopo la vittoria del titolo, non ha più giocato perché si era sottoposto a una mole di lavoro enorme, e non voleva affrontare l'inevitabile declino conseguente a una grande impresa, per cui ha creato il suo mito di campione imbattuto, rifiutandosi di difendere il titolo, e ogni tanto uscendose fuori con assurde riforme degli scacchi e dichiarazioni a effetto [l'ultima delle quali in un certo senso legittimava gli attentati dell'11 settembre]. Tra le sua varie stranezze, è noto per le sue tendenze antiebraiche, ma meno per la sua simpatia per la causa degli afroamericani [pare addirittura che abbia investito dei soldi in progetti a favore delle comunità nere].

Fischer, causa i suoi rapporti inevitabili con l'URSS e i sovietici, è stato avvicinato in diverse occasioni dalla CIA, ma si è sempre rifiutato di collaborare, benché fosse dichiaratamente anticomunista, e forse questo può spiegare l'accanimento dimostrato dall'amministrazione Bush. Nelle ultime ore Fischer ha chiesto asilo politico a qualsiasi paese terzo, ma è ben difficile che trovi sostegno, anche da parte della FIDE [la federazione internazionale di scacchi] che non gli ha perdonato il fatto di non aver voluto mettere in palio il suo titolo.

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