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Prima staffetta partigiana d'Italia, deportata ad AUSCHWITZ n. 81672

Nell'anniversario dell' 8 settembre ricordiamo la figura di Ondina Peteani

Trasferita in una fabbrica di produzione bellica ad Eberswalde, presso Berlino, attuo' un insospettabile programma di sabotaggio, rallentando sensibilmente il ciclo produttivo, grazie a continui e ripetuti, pignoli, controlli, con la scusa della verifica dei torni e delle parti prodotte.
8 settembre 2004
Giovanni Peteani

Ondina Peteani


Nata a Trieste nel 1925. Entrò diciottenne nel Movimento di liberazione. Arrestata due volte, la Peteani riuscì a eludere la sorveglianza con rocambolesche fughe, ma fu ripresa l'11 febbraio 1944 a Vermegliano (Ronchi dei Legionari), e segregata nel Comando delle SS di piazza Oberdan (Trieste), da dove venne poi trasferita al carcere del Coroneo, e quindi deportata a mezzo carro bestiame, dapprima ad Auschwitz, a fine marzo e successivamente, nel campo di Rawensbruck.
L'ottobre dello stesso anno fu trasferita in una fabbrica di produzione bellica ad Eberswalde, presso Berlino, dove attuo` un insospettabile programma di sabotaggio, rallentando sensibilmente il ciclo produttivo, grazie a continui e ripetuti, pignoli, controlli, con la scusa della verifica dei torni e delle parti prodotte.
A metà aprile 1945, nel corso di una marcia forzata di cinque giorni che doveva riportarla a Rawensbruck, riuscì a fuggire dalla colonna di prigionieri, rientrando in Italia in luglio. Come racconta chi l'ha conosciuta, la maledizione di quell'inferno atroce, la permanenza nel campo di sterminio, ha rovinato la sua esistenza dal punto di vista fisico, e ha minato il suo spirito, tanto da farle dire spesso:

«Non so cosa sia il sogno. Dal 1944 so benissimo cosa sia un incubo».

Nel dopoguerra la Peteani esercitò la professione di ostetrica. Poi, nel 1962, insieme al suo compagno Gian Luigi Brusadin, diede vita alla prima agenzia libraria degli Editori riuniti per il Triveneto, che ben presto nella sua prima sede di Viale XX Settembre, divenne centro d'incontro di intellettuali, artisti e attori.
In seguito costituì il centro di aggregazione per i giovanissimi della sinistra denominato «Circolo Ho Chi Min» e gestì diverse colonie estive ed invernali in Italia e all' estero.
Con aderenti al movimento democratico di Reggio Emilia fondò l'Associazione pionieri d'Italia.
Nel 1976, il terremoto del Friuli la vide subito presente, dando corpo alla tendopoli di accoglimento di Maiano.
Quindi divenne segretaria regionale del Sindacato Pensionati Italiani della Nuova Camera Confederale del Lavoro Cgil e dirigente delle organizzazioni di ex deportati e dell'Anpi.
Auschwitz e Ravensbruck sono stati i sui omnipresenti fantasmi, i suoi carnefici, che fino all'ultimo non le hanno dato tregua. Le calcificazioni polmonari ( sono le ferite tangibili di notti di appello fuori dai BLOCK , nuda all'addiaccio, torturata nel fisico e vilipesa nello spirito.
Da decenni anoressica, ha pagato lo scotto della sua sopravvivenza rifiutando, con crescente ostinazione negli ultimi anni, il cibo che non ha potuto condividere con la moltitudine di inermi trucidati nel Lager, verso i quali ha inconsapevolmente sviluppato e maturato il proprio latente "senso di colpa" , ampliamente trattato da Primo Levi.
Nulla ha mai intaccato la sua fede per la liberta` e l'indomita coerenza di antifascista, antirazzista militante, valori inestimabili che ne hanno contrassegnato l'identita` e ne manterranno vivo il ricordo, affinche` anche
la sua lacerante esperienza, il suo contributo, accresca IL DOVERE DELLA MEMORIA dell'OLOCAUSTO - l' immane tragedia dell'umanita`- immortale monito per le generazioni a venire.

L'attenzione sulla sua figura e` cresciuta ulteriormente dopo la certificazione del primato resistenziale e le molteplici iniziative dal giorno della scomparsa avvenuta il 3 gennaio 2003 si accavallano con frequenza. Il percorso al femminile di Ondina attraverso la stagione piu` dura del XX secolo trova riconoscimento partendo dalla pionieristica aggregazione partigiana nella prettamente maschile societa` italiana della prima meta` del '900, attraverso l'orrore di Auschwitz e Ravensbruck, ed alla fuga verso la Liberta`.
Attualmente e` in fase avanzata la ricerca per la stesura della sua biografia, curatrice e` la professoressa Anna Digianantonio dell' Istituto di Storia del Movimento di Liberazione del Friuli Venezia Giulia.
Il 26 gennaio 2004, nel quadro delle celebrazioni della Giornata della Memoria, si e` tenuta in Trieste la prima conferenza sulla sua storia.

Note: Di seguito il materiale su Ondina Peteani al momento fruibile in internet:

http://www.geocities.com/ondinapeteani/Ondina-Peteani.html

http://ondina-peteani.icqs.com

http://www.trieste.cgil.it/Documenti/Convegno%20due%20donne.htm

http://ondina-peteani.icqs.com/p10.asp

http://www.olokaustos.org/saggi/saggi/peteani/

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