Jean-Marie Muller: "Il principio nonviolenza. Una filosofia della pace"
ISBN: 88-8492-157-0 - 344 pagine - 14x21 - 1 tomo - 15,00 euro
Didattica e ricerca Collana di Studi del CISP
(Centro Interdipartimentale Studi per la Pace dell’Università di Pisa)
L'ambizione dell'Autore, in questo libro nel quale trova sbocco una sua ricerca trentennale, è fondare il concetto filosofico di nonviolenza. La nonviolenza positiva è 'principio' filosofico, perché è per lo scandalo della violenza che si mette in moto il pensiero interrogativo e costruttivo. Per Jean-Marie Muller il vero dibattito sulla nonviolenza - in tutte le sue dimensioni: etica, culturale, strategica e politica - può aprirsi solo con una 'disputa' filosofica che permetta di confutare a fondo l'ideologia che considera la violenza necessaria, legittima, onorevole. Solo rifiutando e superando l'ortodosso 'uso ragionevole della violenza' - ciò che Roberto Mancini nella prefazione chiama 'razionalità vittimaria', un 'sentire e pensare secondo la morte' - potremo combattere e superare la violenza degli estremismi, che oggi appaiono come l'unico male. Con un linguaggio chiaro per ogni lettore attento, Muller confuta quella ideologia mediante un'accurata confuciana 'rettificazione dei nomi' (chiarimento dei concetti), un serrato confronto logico con filosofi 'vittimari' di ieri e di oggi, e l'indicazione di vie positive alternative.
Jean-Marie Muller. Filosofo francese, nato nel 1939, direttore degli studi presso l'Institut de Recherche sur la Résolution non-violente des Conflits (IRNC). In gioventù ufficiale della riserva, fece obiezione di coscienza dopo avere studiato Gandhi. Ha condotto azioni nonviolente contro il commercio delle armi e gli esperimenti nucleari francesi. Nel 1971 fondò il MAN (Mouvement pour une Alternative Non-violente). Nel 1987 convinse i principali leader dell'opposizione democratica polacca che un potere totalitario, perfettamente armato per schiacciare ogni rivolta violenta, si trova largamente spiazzato nel far fronte alla resistenza nonviolenta di tutto un popolo che si sia liberato dalla paura.
Roberto Mancini (1958) è docente di Ermeneutica filosofica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Macerata. Alcune sue pubblicazioni in volume: Comunicazione come ecumene. Il significato antropologico e teologico dell’etica comunicativa, Brescia, Queriniana 1991. L’ascolto come radice. Teoria dialogica della verità, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane 1995. Esistenza e gratuità. Antropologia della condivisione, Assisi, Cittadella Editrice 1996. Etiche della mondialità. La nascita di una coscienza planetaria, Assisi, Cittadella Editrice 1997, in collaborazione con altri. Il dono del senso. Filosofia come ermeneutica, Assisi, Cittadella Editrice 1999. Il silenzio, via verso la vita. (Il codice nascosto. Silenzio e verità). Magnano, Edizioni Qiqaion 2002. Senso e futuro della politica. Dalla globalizzazione a un mondo comune, Assisi, Cittadella Editrice 2002.
Enrico Peyretti (1935) ha insegnato nei licei Storia e Filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, il mensile torinese il foglio, che esce tuttora regolarmente; è ricercatore per la pace nel Centro Studi 'Domenico Sereno Regis' di Torino, sede dell'IPRI (Italian Peace Research Institute); è membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Università piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista Satyagraha, edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; ha pubblicato, in questo campo, La politica è pace (Assisi, Cittadella Editrice 1998); Per perdere la guerra (Torino, Beppe Grande editore 1999) e numerosi articoli su riviste e volumi collettivi; è membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione.
invierà nelle librerie.
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