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Una vittoria giudiziaria del pacifismo nonviolento

Archiviato il procedimento penale contro Peppe Sini per l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" per bloccare i decolli dei bombardieri ad Aviano durante la guerra dei Balcani del 1999.
26 gennaio 2000
Peppe Sini

Durante la tremenda guerra dei Balcani vi furono in Italia pacifisti nonviolenti che cercarono di opporsi concretamente, e non solo simbolicamente, alla realizzazione della guerra.
Una delle azioni di questi pacifisti consistette nel tentativo di impedire i decolli dei bombardieri che seminavano strage; tentativo che fu condotto con una impostazione rigorosamente nonviolenta, accuratamente preparato, pubblicamente annunciato e limpido nell'esecuzione.
Precisamente in due occasioni ad Aviano il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo in collaborazione con il movimento ecclesiale nonviolento "Beati i costruttori di pace" tentò di fermare i decolli dei bombardieri con l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", cioè cercando di ostruire lo spazio aereo circostante e sovrastante l'area di decollo dei bombardieri della base dell'aviazione militare Usa-Nato di Aviano invadendo quello spazio aereo con mongolfiere di carta e palloni ad elio recanti leggeri fogli metallici di disturbo sia della visibilità sia dei congegni elettronici degli strumenti militari.
L'11 aprile 1999 l'iniziativa fu realizzata con risultato positivo per alcune ore, poi sfortunatamente sopravvenne un'altra ed incompatibile manifestazione che non aveva caratteristiche nonviolente, cosa che sopraffece e di fatto vanificò (e conseguentemente cancellò dai mass-media, e quindi dall'attenzione dell'opinione pubblica) l'azione nonviolenta che stava ottenendo un clamoroso risultato positivo.
Il primo maggio nuovamente si tentò l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace, ma i pacifisti nonviolenti viterbesi furono fermati dalle forze dell'ordine che su disposizione della magistratura territorialmente competente eseguì il sequestro delle mongolfiere e dell'attrezzatura atta al loro lancio controllato, e procedette all'azione giudiziaria contro il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, Peppe Sini, che dell'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace era l'ideatore e l'organizzatore. Va notato che durante le operazioni di sequestro delle mongolfiere, i bombardieri non decollarono.
Come è noto i promotori dell'azione nonviolenta delle mongolfiere per la pace sostenevano che occorreva fermare la guerra, che occorreva far cessare le stragi e che l'unico modo per farlo concretamente senza mettere in pericolo nessuno era impedire il decollo dei bombardieri invadendo lo spazio aereo circostante e sovrastante le piste di decollo con oggetti volanti come appunto le mongolfiere di carta cui erano appesi leggeri fogli di metallo, così da disturbare sensibilmente le operazioni di partenza degli aerei-killer, la visibilità aerea e la strumentazione elettronica dei bombardieri e della base.
I promotori dell'iniziativa nonviolenta qualificarono la propria azione come atto dovuto in rispetto e applicazione della Costituzione della Repubblica Italiana e denunciavano l'illegalità della guerra ai sensi sia della Costituzione italiana, sia della Carta delle Nazioni Unite, sia dello stesso Statuto della Nato.
Per aver promosso l'iniziativa Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, venne denunciato per i reati previsti e puniti dagli articoli 432 (attentato alla sicurezza dei trasporti) e 414 (istigazione a delinquere) del Codice Penale, col rischio di pene che potevano arrivare a più anni di detenzione.
Ora è stato emesso il decreto di archiviazione da parte della magistratura di Pordenone.
Il significato a nostro avviso ricavabile da questo pronunciamento della magistratura ci sembra chiaro ed incoraggiante: i pacifisti nonviolenti che l'11 aprile (prima che altri scatenassero insensati scontri) hanno bloccato per alcune ore i decolli dei bombardieri, e che il primo maggio hanno nuovamente tentato di bloccarli, non sono pericolosi criminali, ma cittadini italiani che prendono sul serio la Costituzione (che all'art. 11 "ripudia la guerra"), persone che dinanzi a reiterati massacri si adoperano per far cessare la strage; e per la loro azione nonviolenta non devono essere puniti col carcere. E' nostro parere che in condizioni di non nuocere dovrebbero essere messi invece tutti coloro che la guerra e le stragi hanno scatenato e realizzato.

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