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Gerusalemme, una capitale, tre popoli

Ha chiesto solo una terra. La sua terra

Quando le ragioni non stanno mai da un lato, ma nemmeno dal lato opposto la convivenza, la mediazione [che a prima vista può sembrare cosa banale] diventa difficile da gestire. Ma serve sempre la forza?
Giacomo Alessandroni13 novembre 2004


tu che cercavi una terra
ora hai un cielo tutto per te,
senza guerre, senza barriere,
ora hai la pace che sognavi,
nei tuoi occhi puri,
chiusi nel tuo sogno di vita.
solo chi sa volare più in alto
vede per primo la terra.
ora che il tuo cuore é leggero,
e la tua anima non prova più dolore,
potrai aprire i tuoi occhi
e cercare ancora un posto dove andare.
il tuo battito instancabile d'ali
ti porterà ovunque vorrai
e quando il tuo corpo potrà posarsi
quella sarà la terra che hai cercato.

[p.m. 10 novembre 2004]



Scusate, ma siete proprio sicuri che Arafat sia stato un grande uomo? Siete proprio sicuri che Arafat possa essere dipinto come un gabbiano dalle grandi ali?

Un popolo non piange un dittatore. Può rimpiangerlo, se gliene capita uno peggiore, ma non piangerlo. Il popolo palestinese, o almeno la maggioranza schierata con Arafat, sta piangendo da tempo questo piccolo grande uomo, che forse ha fatto i suoi errori, ma ha sposato senza ombra di dubbio la causa del suo popolo. Adesso che è morto lasciamolo volare libero nella pace del cielo. Non ha chiesto soldi, ha chiesto solo una terra. La sua terra.

Ignorante è chi non conosce il terrorista Arafat e preferisce ricordarlo come portatore di speranza piuttosto che come terrorista che ha fatto morire ingiustamente bambini messi come scudo per le sue crociate...

Io ricordo i bambini fatti uccidere da Sharon a Sabra e Chatila... e comunque, se il suo popolo lo ricorda come simbolo, una qualche riconoscenza ci sarà pure... chi siamo noi -qui- dalla sicurezza delle nostre case, per poter giudicare i metodi di lotta di chi ogni giorno viene umiliato ai check point, ha perso familiari, non può portare cibo alla famiglia perché impossibilitato ad andare a lavorare, è obbligato a fare lo slalom fra le pallottole dei cecchini... lasciamolo decidere ai palestinesi come ricordare arafat...
Per me, rimane un simbolo di quello che è stato uno dei più importanti movimenti di liberazione degli ultimi 50 anni... ripeto, gli errori politici ed umani fanno parte del percorso di ogni uomo... ma i bambini come scudo per le crociate... non mi risultano...

Non ci sono commenti per la retorica di Farid.
Arafat è stato il padre dei terroristi... è un dato di fatto.

Dal 1917 al 1948 i padri della patria di Israele, hanno promosso, attuato ed affettuato azioni terroriste; vogliamo scendere su questo piano?
Spero di no. La Storia è Storia, per chi la vuole conoscere, le valutazioni sulla vita e le azioni di Arafat, possono aspettare, e non credo che spettino per ora a noi.


Rabin incontra Arafat

Non so cosa pensate voi, ma questa è l'immagine più bella che riesco a concepire di quest'uomo. Forse non tutti gradiranno l'accostamento. Si può obiettare argomentando elencando i diversi tratti delle singole personalità e con i diversi errori, ma in questo modo ritorneremmo a quello che vi ho appena mostrato: un dibattito avvenuto nella lista [pace] di PeaceLink che, partendo da preconcetti opposti non troverebbe mai fine.

Parlando del conflitto israeliano-palestinese si rischia di scadere sempre in schemi preconfezionati:

1. Jahwhé consegna la Terra Promessa a Israele;
2. Israele, a seguito di guerre e persecuzioni abbandona la sua terra;

Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo
al ricordo di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.

Là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
canzoni di gioia, i nostri oppressori:
«Cantateci i canti di Sion!».

Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se ti dimentico, Gerusalemme,
si paralizzi la mia destra;

mi si attacchi la lingua al palato,
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non metto Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.

Salmo 136, 1-6


3. passano i secoli ed il Libano [la terra promessa] viene abitata dai palestinesti;
3.bis. Betlemme e Gerusalemme diventano città sante, oltre che per ebrei e musulmani anche per i cristiani;
4. finisce la seconda guerra mondiale: il popolo ebraico riconquista una sua identità, vuole ritornare nella sua terra d'origine [punto 1], che però ora è abitata [punto 3];
5. la convivenza non è semplice, le cose vanno come sappiamo, la ragione è sempre del più forte...

...e qui mi fermo. Non voglio schierarmi.
Questi, in estrema sintesi, sono i fatti che hanno scatenato una guerra civile di proporzioni inaudite; il tutto inasprito dal fatto che lo stato di Israele dispone di mezzi economici e militari notevolmente superiori a quelli in mano al Libano.
Entrambi hanno commesso grandi errori.
Entrambi hanno grandi uomini di pace, sì anche Israele e questo voglio gridarlo oggi.

Ma se esiste un kamikaze, una persona disposta a morire, deve esistere anche una causa che l'ha generata.
Un esempio per capire: Bush cercava armi di distruzione di massa in Iraq: queste armi non c'erano. La militarizzazione, le bombe, gli omicidi e gli attacchi sulla popolazione civile l'hanno creata. Ora c'è, ed è pronta ad esplodere in qualsiasi istante.

Tra Israele e Libano è accaduta la stessa cosa: l'oppressione, le difficoltà per recarsi al lavoro, per far passare un'ambulanza al check point, hanno creato un'arma di distruzione di massa. Ogni accanimento accresce le dimensioni di quest'arma.
Questo fatto non santifica Arafat [occasioni di distensione le ha perse], ma nemmeno iscrive Sharon alle Giovani Marmotte, che non ha fatto altro che mostrare i suoi muscoli, con l'idignazione dei suoi stessi militari e del suo stesso figlio [obiettore di coscenza e, quindi, sbattuto in carcere senza tanti covenevoli].

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