Messaggio della campagna Sdebitarsi ai Presidenti, Capigruppo della Camera e del Senato
Ai Presidenti della Camera e del Senato
Ai Capigruppo della Camera e del Senato
CANCELLARE IL DEBITO SI DEVE E SI PUO’
Non possiamo dimenticare!
La tragedia dello tsunami e la crisi argentina hanno ricordato a tutti che il problema debito estero dei paesi del Sud del mondo e’ancora drammatico, concreto e irrisolto. A fronte delle sempre più scarse risorse destinate dai paesi ricchi allo sviluppo dei paesi poveri, quelle loro versate dai paesi poveri per ripagare il debito sono di gran lunga superiori. Negli ultimi anni il Sud del mondo ha ripagato più di 230 miliardi di dollari l’anno su un debito che supera i 2.500 miliardi di dollari a fronte di 50 miliardi di dollari di aiuti e di 100 miliardi di rimesse che gli immigrati mandano ai loro paesi. Il povero Sud diventa sempre più un finanziatore del ricco Nord offrendo come garanzia per il ripagamento del debito le proprie risorse naturali e perpetrando così un’ingiustizia storica mai risolta, che smaschera l’ipocrisia delle misure adottate fino ad ora per affrontare la questione del debito.
Anche l’iniziativa Hipc di Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale, avviata su richiesta del G8 nel 1996 è fallita, visto che ha cancellato appena un terzo del debito dovuto a queste istituzioni dai paesi più poveri e più indebitati. E chi ha avuto il debito cancellato, a causa delle condizioni imposte dal FMI si è ritrovato subito di nuovo con un debito insostenibile e non potrà mai raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio fissati da tutti i governi nell’ambito delle Nazioni Unite.
La grande mobilitazione internazionale sviluppatasi in vista del Giubileo del 2000 chiedeva ai governi e alla comunita’ internazionale di cogliere quella occasione simbolica per cancellare il debito, permettendo cosi’ ai paesi poveri di avere un nuovo inizio libero dal fardello del debito e di uscire dalla povertà. A cinque anni da allora, constatiamo che e’ stata un’occasione storica in gran parte sprecata. Si sono infatti registrate positive iniziative di singoli stati comunque insufficienti di fronte ad una questione che ha carattere globale e richiede risposte di respiro globale.
Le iniziative annunciate più volte dal G8 ed in altre sedi internazionali sono state puntualmente disattese.
La Conferenza ONU di Monterrey che doveva individuare gli strumenti e le misure utili al reperimento delle risorse necessarie a finanziare i programmi d’azione elaborati dalle conferenze tematiche dell’ONU di Rio de Janeiro, Pechino, Copenhagen e Cairo per affrontare i grandi problemi del pianeta, ha prodotto soltanto impegni in favore di misure e iniziative parziali ed insufficienti.
Cosa è stato fatto dall’Italia
In Italia forte e’ stata la mobilitazione e la campagna “Sdebitarsi” per la cancellazione del debito –ha conquistato nel luglio del 2000 uno straordinario strumento, la legge 209. Una legge unica nel suo genere a livello mondiale che disciplina la cancellazione dei crediti governativi bilaterali italiani.
Dalla sua entrata in vigore ad oggi la 209 ha più volte subito il tentativo da parte del Governo di depotenziarla e perfino azzerarla. Il primo fra questi e’ stato il regolamento attuativo che ha introdotto elementi che hanno indebolito l’efficacia dell’iniziativa e dilazionato i tempi di applicazione. Quindi l’Italia, nonostante si fosse impegnata ad andare oltre l’approccio multilaterale, di fatto ha continuato a seguire i dettami del FMI anche in caso di cancellazione del proprio debito bilaterale.
Ad oggi soltanto la metà della cancellazione è stata raggiunta in violazione della scadenza originaria di tre anni - 2 miliardi di Euro a fronte degli 8.000 miliardi di vecchie lire stabiliti come soglia minima, e ancora meno rispetto ai 12.000 miliardi auspicati come obiettivo politico molto più significativo.
Inoltre alcuni articoli considerati punti qualificanti della legge non sono stati pienamente applicati. Ad esempio l’articolo 7 che impegna il Governo Italiano ad attivarsi per promuovere nelle sedi internazionali il coinvolgimento della Corte Internazionale di Giustizia, e’ stato totalmente disatteso. Anche l’art. 5, che permette la cancellazione del debito dei paesi che vengono colpiti da disastri naturali e’ rimasto inapplicato nell’occasione drammatica del maremoto che ha sconvolto il sud est asiatico e l’Africa orientale lo scorso 26 dicembre.
Allo stesso tempo in Italia la cancellazione del debito e’ stata strumentalmente utilizzata per cancellare anche la cooperazione. Le risorse per lo sviluppo allocate con la legge finanziaria del 2005 per gli aiuti pubblici allo sviluppo corrispondono allo 0,11. Una politica di aiuto pubblico allo sviluppo se vuole essere seria e credibile deve fare marciare di pari passo la cancellazione del debito con l’allocazione di nuove risorse per la cooperazione. E’ scandaloso che una tale pratica sia stata legittimata alla fine anche in ambito di OCSE da parte dei principali paesi donatori.
Cosa dobbiamo chiedere
Raffaella Chiodo, Sdebitarsi
Alberto Castagnola, Rete Lilliput
Luca De Fraia, Azione Aiuto
Giulio Marcon, Sbilanciamoci
Antonio Tricarico, Campagna Riforma della Banca Mondiale
Alex Zanotelli, missionario comboniano
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