Tsumani, gli aiuti costano un 20esimo della guerra in Iraq
Per aiutare le vittime degli tsunami nel sud-est asiatico, il Pentagono spende meno di un ventesimo di quello che sta investendo in Iraq.
Lo ha implicitamente ammesso uno dei portavoce del Pentagono, il colonnello dell'esercito Gary Keck, spiegando che i costi delle operazioni per gli tsunami - movimenti di navi, aerei, elicotteri - vengono stimati in circa 6 milioni di dollari al giorno, in media 180 milioni al mese. I costi delle operazioni in Iraq vengono stimati invece in circa 4 miliardi di dollari al mese, oltre 130 milioni al giorno. Nei 6 milioni quotidiani spesi per gli aiuti, rientrano anche gli stipendi dei 13mila militari presenti nell'area a bordo delle 17 navi che stanno operando nell'area.
La comunità internazionale, tra governi e privati, ha promesso 4,8 miliardi di dollari. 473 milioni provengono dall'Ue. E il commissario europeo per gli aiuti umanitari, Louis Michel, ha riproposto che i Paesi ricchi riservino lo 0, 7% del proprio Pil ai Paesi poveri. A New York per la conferenza dell'Onu sul "rapporto del millennio", Michel ha anche sottolineato che l'Ue dovrebbe fare di piu' per la cooperazione allo sviluppo, anche alla luce delle devastazioni provocate dallo tsunami in Asia e soprattutto della situazione in cui si trovano molti paesi africani. A questo riguardo, il commissario Ue ha ricordato sia la "Tobin tax" - la tassa sulla transazioni valutarie, i cui proventi dovrebbero andare ai paesi in sviluppo - sia altre idee e progetti illustrate di recente dal presidente francese Jacques Chirac e dal ministro dell'economia e delle finanze britannico, Gordon Brown. Sul problema del debito estero di alcuni dei paesi più poveri del mondo, Michel ha sottolineato che «la cancellazione del debito dovrebbe avvenire caso per caso, altrimenti si potrebbero creare delle ingiustizie». Il commissario europeo ha infine ricordato la «disastrosa» situazione in cui si trovano molti paesi dell'Africa, «il continente dimenticato» del mondo, che dovrebbe essere al centro della cooperazione allo sviluppo.
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