Liberata Giuliana Sgrena, ma i militari Usa sparano sulla sua auto e uccidono Nicola Calipari, agente del Sismi
Il funzionario del Sismi Nicola Calipari, ucciso dai militari Usa, si era impegnato nei giorni scorsi per la liberazione della giornalista italiana. Nell'auto dopo la liberazione si sarebbe gettato addosso alla Sgrena per proteggerla quando i soldati Usa hanno sparato per sbaglio sul convoglio.
Nell'attacco di "fuoco amico" è rimasto ferito anche l'autista iracheno e, secondo i giornalisti del Manifesto, sarebbero stati colpiti anche gli altri due agenti dei servizi di sicurezza che viaggiavano sull'auto sulla quale viaggiava Giuliana Sgrena appena liberata. Con lei, appunto, c'erano tre agenti dei servizi, tra cui Calipari, l'uomo che più di tutti aveva lavorato per liberarla e che è rimasto ucciso per portare a termine il suo compito.
"Nicola Calipari è la persona che dobbiamo ringraziare di più per la liberazione di Giuliana. Purtroppo è stato ucciso da pallottole americane" ha detto il direttore del Manifesto Gabriele Polo. "Questa è una beffa atroce" ha aggiunto, "anche se Giuliana Sgrena è stata liberata non riusciamo a essere felici dentro".
Pier Scolari, il compagno dell'inviata, diviso tra rabbia e felicità
"Sono folli, hanno ucciso un eroe sparando quattrocento colpi"
La premessa è che "c'è poco da dire, Giuliana è stata quasi ammazzata dagli americani". Ma in realtà Pier Scolari, il compagno della giornalista del Manifesto tornata libera oggi dopo un mese di prigionia in Iraq, è un fiume in piena di parole che ripercorrono l'assurdo epilogo del sequestro.
"Gli hanno sparato addosso - racconta al cellulare parlando della morte dell'agente del Sismi Nicola Calipari -. Gli americani hanno fermato le macchine che stavano trasportando Giuliana, hanno sparato 300-400 colpi ed hanno ucciso un uomo, senza alcun motivo". "Ci troviamo di fronte alla follia più assoluta - dice ancora - e siamo nella mani di pazzi. Hanno messo a rischio la vita di tutti. Non possiamo rimanere lì un minuto di più".
"Mi dicono che potrebbe esserci un problema di ri-pressurizzazione dell'aereo - prosegue Scolari - Comunque io voglio riportarla a casa subito. Se è possibile, allora potremmo rientrare per le 12 di domani. Ma comunque, al più tardi nel pomeriggio, saremo qui".
Il compagno di Giuliana Sgrena torna poi a parlare di Nicola Calipari, "uomo straordinario". Scolari ricorda di averlo conosciuto nei giorni scorsi, ma tanto è bastato perché proprio Calipari gli ha dato "la certezza che Giuliana sarebbe tornata a casa. Quando ho appreso della sua morte per mano dei soldati americani, dopo che tante volte mi aveva detto che rischiava che gli tagliassero la gola i sequestratori di Giuliana, ho provato un dolore che per un momento ha superato la gioia per la liberazione".
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