Con l’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania, il 10 giugno del 1940, la Regia Aeronautica giunge al conflitto già provata dalla campagna d’Etiopia e dalla partecipazione alla guerra di Spagna disponendo complessivamente di circa 3000 velivoli, di cui solo due terzi efficienti e di pronto impiego, spesso con caratteristiche di volo e armamento nettamente inferiori a quelle degli aerei alleati e avversari. Nonostante il coraggio e le capacità dei nostri piloti, le difficoltà si rivelano enormi e i risultati del conflitto sono pesantemente condizionati dallo scarto tecnologico e dall’insufficienza delle risorse. I piloti italiani si battono con onore in Africa, nel Mediterraneo, nei Balcani, in Russia e naturalmente in Patria, ma dopo due anni il destino della guerra appare segnato e nulla serve che la nostra industria inizi a produrre aeromobili competitivi. Dopo lo sbarco alleato in Sicilia, i nostri reparti, pur nella consapevolezza della disfatta, si impegnano in una estrema resistenza, dimostrando un ardimento che verrà riconosciuto dallo stesso nemico.