Assistiamo purtroppo da tempo alla dura repressione dei diritti fondamentali nel Paese islamico, soprattutto nei confronti delle donne.
Ma in Iran con coraggio è in corso una rivoluzione nonviolenta straordinaria, espressa dallo slogan “Woman-Life-Freedom”, “Donna, vita, libertà”
9 novembre 2024 - UDIK - Unione Donne Italiane e Kurde
La Lituania è entrata a far parte dell'Unione Europea dal 2004
Olga Karatch è stata condannata dal Tribunale bielorusso di Brest a 12 anni per i reati di “tentato colpo di stato per impadronirsi del potere statale con mezzi incostituzionali”, con le aggravanti di “screditamento della Repubblica di Bielorussia” e “diffamazione di Aleksandr Lukashenko”.
21 luglio 2024 - Redazione PeaceLink
Sit organizzato dall'Associazione socioculturale Newroz
Gli Hazara sono un popolo nativo dell'Afghanistan e costituiscono più di un quarto della popolazione. Sono più di centotrenta anni che vengono massacrati nella loro patria; le loro terre sono state confiscate e sono stati sfrattati con la forza dalle loro case con omicidi mirati.
Il governo cinese alimenta un programma di rieducazione forzata delle popolazioni uigure dello Xinjiang. La paura irrazionale per l’insicurezza non condiziona sola la vita degli uiguri ma mina alle fondamenta la stabilità dell’intera repubblica popolare.
La Corte dei diritti dell’uomo rileva violazioni della convenzione europea che l’Italia ha sottoscritto. Le autorità italiane, si contesta, “non hanno adottato tutte le misure necessarie per garantire una protezione efficace” della popolazione.
24 gennaio 2019 - Emanuele Bonini
Si esprimerà la CEDU (Corte Europea dei Diritti Umani)
Lo Stato italiano è accusato di violare, con le sue leggi Salva-ILVA, i diritti alla vita e alla salute, nonché il diritto al rispetto della vita privata e familiare
24 gennaio 2019 - Alessandro Marescotti
Appello di PeaceLink ai parlamentari e al governo italiano
Il 30 dicembre il popolo congolese è andato alle urne. Martin Fayulu - il candidato di opposizione sostenuto dalla società civile - avrebbe ottenuto oltre il 60% dei voti. Ma il regime di Kabila ritarda la comunicazione dei dati elettorali e blocca le comunicazioni elettroniche.
Nella Repubblica Democratica del Congo Kabila ha capito di aver perso le elezioni e per questo blocca gli sms e Internet, rinviando la comunicazione dei risultati elettorali
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