La storia si ripete: usiamo violenza contro violenza
Dopo la lettura del Diario di Etty Hillesum, è inevitabile constatare che la storia nulla ci ha insegnato e che continuiamo a perseguire i nostri interessi seminando violenza e morte. Quanto tempo è necessario per smettere di fingere di non capire?
11 marzo 2004 - Santi Greco
"Storicamente la sinistra si è sempre infranta sullo scoglio della guerra"
Riflessione di Mao Valpiana, direttore di Azione Nonviolenta, sul seminario "Agire la Nonviolenza", organizzato dal PRC lo scorso fine settimana
7 marzo 2004 - Mao Valpiana
Elezioni e cultura politica (19-2-2004)
Il problema elettorale. Ma, di più, il problema culturale: l'etica privatistica ha contagiato anche il popolo di sinistra. La politica dei moderni, sostanziata di dura rivalità, è fallita. Per un'Europa di pace. Un'Alleanza Costituzionale.
28 febbraio 2004 - Enrico Peyretti
Una puntualizzazione necessaria (gennaio 2003)
Una confusione voluta. Polizia non è guerra. La forza morale. La forza nonviolenta.
23 febbraio 2004 - Enrico Peyretti
Nonviolenza evengelica (da "il foglio" n. 313, giugno 2004)
Gli apparenti paradossi del Discorso della montagna, di Gesù, ritenuti ingenuità per chi ama farsi vittima, sono in realtà, nell'analisi di Wink, proposte che danno potere e indipendenza agli oppressi, al modo della nonviolenza attiva.
20 febbraio 2004 - Enrico Peyretti
1964-2004
Quest'anno compie 40 anni Azione Nonviolenta, storica rivista fondata da Aldo Capitini. In questi decenni è stata il punto di riferimento del movimento pacifista italiano
7 febbraio 2004 - Mao Valpiana
Terrorismo (29-12-2003)
Terrorismo, violenza strutturale, guerra, arma nuova, corpo come arma, tecnica invincibile, religioni e culture, agire sulle motivazioni
20 gennaio 2004 - Enrico Peyretti
Vangelo e politica (dicembre 2003 - gennaio 2004)
La beatitudine evangelica dei miti
Mitezza e politica in un saggio di Bobbio
Ereditare la terra
Enrico Peyretti
Etica nonviolenta e guerra
Non e' affatto detto che venire ammazzati sia il massimo male, da cui
difenderci con ogni mezzo. Se mi uccidono mentre lotto per una causa giusta,
muoio vivendo per un motivo umano, e non per mero esaurimento biologico.
Invece, se io uccido, anche per difendermi dall'essere ucciso - per questo
atto (difesa legittima, omicidio legittimo, depenalizzato) la societa' non
mi condanna - mi faccio autore di morte, la morte mi usa; divento rapinatore
di una vita che devo guardare, anche quando e' colpevole, con rispetto sacro
e assoluto, se voglio sperare lo stesso rispetto.
14 dicembre 2003 - Enrico Peyretti
Risposte a sei domande
Rispondo alle domande, non facili, che recentemente mi ha rivolto l'amico
Daniele Rocchetti, con una certa reticenza perche', per affrontarle in modo
piu' articolato e approfondito di quanto non faccia in questa sede,
richiederebbe, almeno per me, piu' tempo e spazio di quello che ho
disposizione
10 dicembre 2003 - Giuliano Pontara
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