Rendere omaggio a Baldoni e a tutte le altre vittime del conflitto, innocenti o colpevoli, significa impegnarsi ancor di più contro la guerra e gli strumenti che la rendono possibile, armi ed eserciti.
La morte di Baldoni ripropone il tema di come la guerra non risolva i problemi ma serva solo a svegliare altra violenza. Eppure l'Italia potrebbe mostrare la sua saggezza ritirando l'esercito dall'Iraq e dedicandosi alla mediazione in nome della pace.
Enzo Baldoni scriveva su Diario e Linus. Aveva cominciato la sua attivita' nel 1996 incontrando il subcomandante messicano Marcos in Chiapas; era poi andato in Birmania a Timor est e in altre aree calde del mondo. La barbara esercuzione è stata rivendicata dall'organizzazione "Esercito islamico".
27 agosto 2004 - Alessandro Marescotti
Invece che inviare in Iraq medici, tecnici, operatori di pace
La morte di un altro soldato italiano conferma la falsità della guerra umanitaria, costringendoci ad aprire gli occhi sulle bugie con le quali siamo nutriti ogni giorno.
L'Italia non aveva nessuna intenzione di invadere l'Iraq, ma solo di aiutarlo contro il dittatore. Sono stati gli iracheni a non capire le nostre buone intenzioni ed a costringerci a fare i cattivi.
Ha scritto il Corriere della Sera del 19 aprile scorso a Nassirya «...sono state ore di fuoco feroce. Chi è rimasto in Iraq continua a sentire sotto le dita il grilletto premuto tante e tante volte" (...) Non li abbiamo potuti contare", dice il Generale Gianmarco Chiarini. E intende i morti iracheni». Qualcuno lì a Nassiriya si è premurato di accertarsi quante fossero le vittime il 6 aprile 2004?
22 aprile 2004 - Francesco Martone
Dopo l'annuncio di Zapatero di ritirare il contingente spagnolo
Repubblica e Corriere della Sera danno versioni differenti dell'umore che serpeggia fra le truppe italiane. Blair prevede: la situazione peggiorerà. Ma l'ex obiettore di coscienza Rutelli vorrebbe far rimanere i soldati italiani in Iraq.
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