Gerusalemme: l'esercito israeliano ferma gli attivisti ultra ortodossi
"Gli Arabi hanno capito che chi controlla il Monte del Tempio controlla il paese. [.] Hanno capito che la guerra è di quelle religiose, Islam vs Ebraismo. [.] Solo una marcia di massa al Monte, che tenga particolare attenzione alla purità rituale di chi vi prenderà parte, mostrerà inequivocabilmente agli Arabi e al nostro governo che il Monte del Tempio è nostro!"
Con queste parole Yisrael Meir Cohen incitava dal sito del movimento giudaico ultraortodosso Revava (http://www.revava.org) alla partecipazione di massa (revava) alla marcia sul Monte del Tempio tenutasi questa mattina a Gerusalemme.
Il Monte del Tempio è un sito sacro agli ebrei e ai musulmani. Vi si trova il muro occidentale dell'antico tempio ebraico, noto come Muro del Pianto, e le due moschee di al-Aqsa e della Roccia, da dove il profeta fu trasportato in cielo per ricevere la rivelazione coranica.
La polizia israeliana è stata allertata al grado 8, in una scala di 10, per la manifestazione non autorizzata. 3000 agenti hanno circondato la Spianata delle Moschee. Alcuni attivisti ortodossi hanno cercato di superare le barriere e ci sono stati momenti di alta tensione.
Alla fine della giornata si contano 16 arresti tra gli ortodossi, compreso il loro leader Yisrael Meir Cohen, e diversi feriti.
Dall'inizio della seconda intifada l'accesso alla Spianata è limitato ai soli arabi israeliani e ai palestinesi residenti a Gerusalemme Est. Per motivi di sicurezza oggi era ristretto a chi di questi avesse più di 40 anni d' età. Queste misure eccezionali non hanno però impedito la presenza di uno dei leader di Hamas, lo shaykh Hasan Yusef, riuscito in qualche modo ad eludere i controlli. Nel pomeriggio lo stesso shaykh è stato però fermato sulla via del ritorno verso Gaza, ad un check point militare nei pressi di Gerusalemme, e immediatamente arrestato.
A Gaza intanto si sono tenuti oggi i funerali dei tre ragazzi assassinati ieri a Rafah dall'esercito israeliano in circostanze poco chiare. Secondo la versione dei militari i tre (due di 15 anni e uno di 14) sarebbero entrati in una zona vietata (sul confine con l'Egitto) e non si sarebbero fermati al segnale di arresto. Sono sospettati di contrabbando di armi. Secondo testimoni oculari i tre adolescenti stavano giocando a calcio ed erano entrati nella zona vietata soltanto per recuperare la palla.
Hamas ha rivendicato il lancio di 9 razzi Qassam contro le colonie di Gush Katif, nel sud della Striscia, in risposta alle tre uccisioni. Non ci sono state vittime o feriti.
Abu Mazen ha condannato con fermezza l'assassinio dei tre giovani, come un'aperta violazione della tregua di Sharm al-Shaykh: "Non accetteremo che i nostri figli vengano uccisi così".
Questa mattina Sharon è partito per gli Stati Uniti in visita ufficiale.
Il presidente Bush ha dichiarato che "la Road Map contiene chiari obblighi sulle colonie" e che gli USA si aspettano che "il primo ministro si attenda a quegli stessi obblighi".
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