Palestina

L'arte d'arrangiarsi

Creativita' dei palestinesi per oltrepassare i check point
Amira Hass
Fonte: Internazionale - http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=3518 - 29 maggio 2003

Non so chi sia quest’uomo, ma è probabile che soffra di una malattia cardiaca.

Guardate le gambe gonfie e l’aspetto stanco. Non so da dove venga, ma dodici giorni fa era diretto a un ospedale di Ramallah. L’ambulanza lo aspettava accanto a un posto di blocco che separa la città dai vicini villaggi. Doveva essere ricoverato proprio il giorno in cui i soldati hanno vietato alle ambulanze di attraversare questo trafficato posto di controllo (le ambulanze possono percorrere un’altra strada, a nordest di Ramallah).

Così le persone sono costrette a camminare, sotto lo sguardo vigile di soldati visibili o invisibili (abbastanza vicini da accorrere con una jeep ogni volta che un’auto cerca di eludere la loro sorveglianza). Con il tempo la distanza da percorrere a piedi, su e giù per la collina, è aumentata, passando da cinquecento metri a due chilometri. Alcune persone ci guadagnano da vivere: hanno dei “risciò” – casse verdi su ruote – su cui trasportano pacchi pesanti, borse, attrezzatura elettrica e così via.

Tom Kay ha 67 anni e insegna architettura all’università palestinese di Bir Zeit. È un ebreo britannico. Insegnare lì è un modo per esprimere solidarietà alla lotta palestinese per l’indipendenza. Tom porta sempre con sé una piccola telecamera digitale che immortala centinaia di scene simili, una più sconvolgente dell’altra.

Ha osservato i familiari dell’uomo che spingevano la minuscola sedia a rotelle, lottando contro l’asfalto rotto e polveroso, finché non sono più riusciti a muoverla. Allora hanno trovato una soluzione migliore.



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