Intitolato a Rachel Corrie il centro per la pace di Ovada
Giovedì 11 settembre ad Ovada (Alessandria) verrà inaugurata la sede del Centro d'Iniziativa per la Pace e la Nonviolenza intitolato alla memoria di Rachel Corrie.
Per l'occasione saranno in Italia grazie all'interessamento del Centro, i genitori della giovane americana. Forse qualcuno ricorderà di aver sentito parlare di lei: il 16 marzo di quest'anno, nei Territori occupati dall'esercito israeliano nella Striscia di Gaza, una giovane pacifista di 23 anni, americana, veniva brutalmente schiacciata da un bulldozer israeliano a cui cercava di opporsi pacificamente. Rachel Corrie era originaria di Olympia (Washington), e da circa un mese viveva in una tenda con altri sette attivisti della sua organizzazione, l'International Solidarity Movement; da qui quotidianamente partiva per missioni di interposizione pacifica tra i palestinesi del vicino campo profughi e i militari israeliani. L'International Solidarity Movement è un'organizzazione di attivisti di tutto il mondo che utilizzando i principi dell'azione diretta nonviolenta, si oppone all'occupazione delle terre palestinesi da parte del governo israeliano e in accordo al diritto internazionale e alle risoluzioni dell'ONU che condannano tale occupazione, sostiene il diritto dei palestinesi ad avere un proprio Stato.
Domenica 16 marzo Rachel ed altri volontari dell'organizzazione stavano tentando di interporsi tra i bulldozer israeliani e le case di alcuni palestinesi, tra cui quella di un medico, a Rafah, nella Striscia di Gaza. In quei giorni sono state centinaia le case palestinesi distrutte dalle truppe israeliane perchè vi abitavano presunti terroristi, e decine le vittime tra la popolazione civile.
In un messaggio inoltrato solo due giorni prima di essere uccisa Rachel denunciava il ricorso al fuoco indiretto di artiglieria anche contro i suoi compagni. Un testimone, Greg Schnabel, di Chicago, racconta che la ragazza stava protestando davanti ai bulldozer. "Rachel era sola davanti alla casa, mentre noi cercavamo di fermare le operazioni. Ha urlato ai bulldozer di fermarsi. Poi è caduta ma il mezzo ha continuato a muoversi. Abbiamo urlato chiedendo che si fermasse ma non lo ha fatto, le è passato sopra e ha fatto marcia indietro." (fonte: Repubblica on line - 16 marzo 2003)
Il governo israeliano, incalzato dall'opinione pubblica internazionale, dichiara che si tratta di un "deprecabile incidente" e poi tenta di screditare i pacifisti sostenendo che il loro comportamento in quella zona di combattimento "non è responsabile".
Ma Rachel Corrie è una delle tante vittime innocenti di quella violenza a cui aveva tentato di opporre pacificamente il suo corpo, la sua voce, la sua intelligenza e il suo cuore; la sua testimonianza, raccolta dagli amici e dalla famiglia nelle e-mail che spediva a casa e in cui spiegava i motivi per cui rischiava consapevolmente la vita, ora è un forte stimolo all'impegno per tutti coloro che credono nella forza della pace e della nonviolenza. Conoscendo la sua storia, la sua passione, il suo amore per la giustizia, la sua fiducia nella forza della nonviolenza, il Centro d'Iniziativa per la Pace e la Nonviolenza ha deciso di riconoscere nella sua figura di martire (che in origine significa "testimone") del nostro tempo il simbolo del proprio lavoro per costruire una civiltà di pace, dando il suo nome alla propria associazione. I genitori della giovane saranno ad Ovada unica loro tappa in Italia oltre a Firenze, giovedì 11 settembre, dove presenzieranno all'inaugurazione del Centro e alla serata in memoria di Rachel. Ospiti dell'Amministrazione Comunale, proseguiranno poi il loro viaggio il giorno successivo per la Palestina, dove parteciperanno ad altre iniziative commemorative.
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