Palestina

Calma piatta a Jenin, nessun morto; solo una città piombata nelle case. Il mondo osserva indifferente.

"Nulla di nuovo" sul fronte "occidentale" dopo la fine della roadmap.

4 settembre 2003
Vincenzo Tradardi

Jenin , Palestina occupata , 27 agosto 2003
Nulla di nuovo a Jenin. Calma piatta. Da tre giorni l´esercito israeliano ha decretato il coprifuoco totale, 24 ore su ventiquattro. E non si sa quanto potrà durare. La citta´ che in giorni normali ci accoglie in un grande brulicante, rumoroso, variopinto, caotico, mercato all´aperto, ora e´ un guscio vuoto spettrale, silenzioso, Negozi chiusi. Le famiglie, piombate nelle case, aspettano. A cominciare dalle sei di mattina, a intervalli regolari, mezz´ora, un´ora, il ruggito rabbioso e ferrigno dei tanks e degli APC israeliani irrompe violento nelle strade. Cannone alzo zero. Mitragliatrici puntate., Sputi di fumogeni nerastri e puzzolenti contro ogni assembramento e contro ogni supposta minaccia. Mister Sharon puo´ essere soddisfatto . Da tre giorni condanna i 40.000 abitanti di Jenin agli arresti domiciliari. Detenzione collettiva. 10 Tanks, 200 soldati, jeep, polizia e forze speciali, scorazzano da padroni, nella citta´. Risultati scarsi, ridicoli. Ieri cinque cittadini arrestati e liberati dopo qualche ora. Questa mattina alle quattro irruzione nella casa di Shu a´ Jalal, 20 anni, arrestato. Parata di tanks davanti all´ospedale (dove da alcune settimane opera una unita´ di Emergency (e c´è anche una dottoressa italiana, di Mantova). Strade sconvolte e macinate dai cingoli; ringhiere divelte, cordoli sbriciolati. danni difficilmente calcolabili. Nessuna apparente e logica motivazione per questa punizione collettiva. Israele semina odio. Raccoglierà tempesta? Gli adulti chiusi in casa. La citta´ e in mano ai giovani e giovanissimi. Confluiscono nella strada principale, angolo fra Abu Baker str. e Al Da Year str. ; sbucano rapidi dai vicoli laterali, sfidano i tanks a farsi avanti, lanciano pietre, si ritraggono. E la presenza di fotografi e giornalisti aumenta l´eccitazione. Qui non c´è bisogno di play station; i giochi di guerra si fanno per le strade; giochi pericolosi certo; a volte i tanks non si limitano a spalmare fumogeni; sparano raffiche alte o verso terra e un incidente è sempre possibile.
Siamo in 10 volontari internazionali ( Usa, Inghilterra, Irlanda, Italia, Canada). I nostri programmi sono bloccati. Si lavorava alla preparazione della seconda campagna per la raccolta delle, olive. Nei villaggi a nord di Jenin, il muro ha rubato migliaia di dunums di terreno a oliveti. E i coloni imperversano anche qui come altrove. Ma il coprifuoco ci impedisce gli spostamenti; si rischia di non poter rientrare in città. Così dobbiamo inventarci altre occupazioni, oltre quella ripetitiva e futile di scattare foto al glorioso esercito israeliano. Decidiamo che possa essere utile portare il pane, almeno il pane , la tipica focaccia araba, direttamente a casa delle famiglie: Greta e Mustafa´ comprano 100 shekel di pane e .... avviene l´imprevisto: i ragazzini depositano le pietre e si aggregano : saranno loro a vendere il pane e si opporranno alla proposta di venderlo a meta´ prezzo. Prezzo intero, business are business, pochi shekel. Ripeteremo l´operazione fin che dura il coprifuoco. La popolazione ha bisogno di non sentirsi isolata. Peccato non conoscere l´arabo: apprenderemmo molto di piu´ delle loro storie di sofferenze e di umiliazioni. E di dignita´.
Agosto 2003: calma piatta a Jenin, nessun morto; solo una città piombata nelle case. Il mondo osserva indifferente. Mister Sharon può essere soddisfatto. Semina odio. Raccoglierà tempesta?

Note: Vincenzo Tradardi è un volontario italiano che si trova in questo momento a Jenin (Cisgiordania).
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