Abu Mazen accusa Israele: «Criminali»
«I palestinesi presi a Gerico saranno tutti incriminati secondo la legge israeliana e riceveranno la pena che meritano». Parlava con tono da capo di stato maggiore ieri Ehud Olmert a proposito della cattura del leader del Fronte popolare Ahmed Saadat. Il premier che non aveva medaglie conquistate sul campo di battaglia, come i suoi predecessori, da ostentare in pubblico, ora ha ottenuto i gradi di generale agli occhi dell'opinione pubblica. I sondaggi danno il suo partito di nuovo a 42 seggi (contro i 37 di qualche giorno fa) e la stampa e' tutta con lui. I titoli su gran parte dei quotidiani sono stati un tripudio di nazionalismo e militarismo. «Il conto è chiuso» ha scritto Yediot Ahronot, «Li abbiamo presi» ha esclamato Maariv che all'interno ha aggiunto: «Il giorno del giudizio». Un analista militare ha parlato addirittura di «Giorno di orgoglio nazionale». Nessun dubbio sulla legalità oltre che sulla opportunità politica di una azione militare che potrebbe essere seguita da una rappresaglia palestinese contro Israele. Diversi esperti legali hanno sollevato dubbi sulla possibilità di processare Saadat e gli altri detenuti palestinesi in Israele. Quattro di loro infatti sono già stati condannati da un tribunale dell'Anp nel 2002. Poco importa, quello che conta per Olmert sono i «suggerimenti» del suo stratega politico preferito, Reuven Adler. Ieri Yossi Verter ha riferito su Haaretz che la parola d'ordine dettata da Adler è: «Restituisci i territori e ammazza gli arabi». Lo «stratega» che nel 2000 rifece il volto di Ariel Sharon, ha convinto Olmert che alla popolazione piace molto un leader che si ritira appena un po' dai territori occupati e allo stesso tempo uccide i palestinesi. Ma, come è noto, in vita e politica si raccoglie quello che si e' seminato. Il premier da parte sua si affanna a negare di aver voluto favorire la sua campagna elettorale e ha precisato che i tempi dell'operazione di martedì li ha scelti in funzione della decisione dei governi americano e britannico di richiamare i loro ispettori dal carcere di Gerico.
Non è quello che sostiene il presidente palestinese Abu Mazen che ha accusato Israele di avere commesso un «crimine imperdonabile» e ha respinto le critiche che gli sono state rivolte dopo il blitz israeliano. Il rais ha ribadito di essere stato informato genericamente dell'intenzione di lasciare Gerico da parte degli osservatori inglesi e americani che sorvegliavano la prigione in cui era detenuto Saadat. «Ci hanno informato che intendevano ritirarsi ma non ci hanno detto quando» ha affermato ieri mentre faceva un sopralluogo a Gerico. «Non abbiamo alcuna responsabilità, non possiamo essere criticati per quanto è accaduto» ha affermato. Abu Mazen ha aggiunto di avere proposto a Usa e Regno Unito, i cui osservatori criticavano le scarse condizioni di sicurezza nel carcere di Gerico, di trasferire i cinque esponenti del Fplp nella Muqata, il palazzo presidenziale di Ramallah, «ma non abbiamo ricevuto risposta alla proposta». Il presidente ha sottolineato che americani e britannici hanno lasciato il carcere di Gerico alle 09:20 del mattino e «le truppe israeliane sono arrivate alle 09:25». Tempi ravvicinati che alimentano i sospetti dei palestinesi.
Si difende Abu Mazen ma il danno ormai è fatto. Ora è ancora più contestato e isolato nel suo solitario scranno di presidente dell'Anp in attesa della nascita del governo di Hamas e di nuove azioni di forza di Israele. Secondo Ali Jarbawi, docente di scienze politiche all'università di Beir Zeit, «quello che è successo a Gerico è un esempio di come la comunità internazionale si comporterà in futuro, specie con il governo di Hamas. Nessuno si è schierato dalla nostra parte, nel rivendicare il rispetto della legalità e degli accordi passati e temo che nessuno si schiererà con noi in futuro». Dall'Europa però sono giunti segnali diversi. Il commissario europeo alle relazione esterne, Benita Ferrero-Waldner, ieri ha detto che «l'attacco israeliano alla prigione di Gerico e il modo in cui sono state trattate le guardie carcerarie è inaccettabile e deve essere condannato». Ha anche condannato le violenze e i rapimenti di stranieri a Gaza e gli attacchi agli uffici della Commissione Europea. Ieri sono stati finalmente rilasciati gli ultimi tre occidentali sequestrati due giorni fa a Gaza, durante una giornata terribile, segnata da una caccia allo straniero inaccettabile da parte di militanti armati ma respinta da tutto il resto della popolazione. Ieri sera si è concluso lo sciopero generale nei Territori occupati, oggi sono previste nuove manifestazioni. A Rafah, a sud di Gaza, verrà commemorata Rachel Corrie, la giovane pacifista americana uccisa da un ruspa israeliana tre anni fa mentre tentava di impedire la demolizione di una abitazione civile.
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