Non riusciamo a vedere una pace possibile in tempi brevi
“Abbiamo paura. Temiamo una guerra civile e prevediamo nuove violenze. I bombardamenti e gli estremismi stanno aggravando la già difficile situazione. La speranza di pace è davvero lontana.” Sono le parole di Padre Manuel Musallam, parroco di Gaza in un intervista di Giovanni Augello (www.diaridiguerra.com), trasmessa da Radio Vaticana, per descrivere le condizioni di vita nella Striscia di Gaza in un periodo pieno di tensioni che non risparmiano gli schieramenti politici dell’Anp. “La popolazione palestinese di Gaza – continua Padre Manuel Musallam - sta soffrendo: non ha più cibo, non ha elettricità, scarseggia anche il carburante. Abbiamo davvero toccato il fondo. Attualmente Gaza è realmente esposta ad una situazione molto pericolosa. Gran parte della popolazione mangia soltanto pane ed acqua.”
La decisione da parte della comunità internazionale di sospendere gli aiuti umanitari sta sfiancando la popolazione palestinese. In un rapporto del 15 Marzo 2006 la Banca Mondiale afferma che se le cose non cambieranno, entro il 2008 il 75% della popolazione palestinese vivrà sotto il livello di povertà. È di alcuni giorni fa l’allarme lanciato dall'Unrwa, l'Agenzia Onu per i profughi palestinesi, secondo cui “una crisi umanitaria a Gaza è alle porte''.
“Non c’è cibo a sufficienza per nutrire in modo adeguato i bambini. A complicare la realtà i continui bombardamenti, anche di notte. I bambini a Gaza piangono dalla paura e non riescono a studiare. Una settimana fa ho incontrato una bambina di sette anni nella mia scuola. Piangeva perché non era riuscita a scrivere alla lavagna ciò che le aveva chiesto la maestra.
Mi disse che non ci riusciva perché non ne aveva la forza. La notte precedente non aveva dormito a causa dei bombardamenti. Molto spesso le esplosioni avvengono in prossimità delle abitazioni, a volte le distruggono uccidendo chi le abita. Come può un bambino pregare, studiare, come può essere un buon bambino in queste condizioni? Ho 600 studenti a scuola e una quarantina di insegnanti. Sono tutti stressati. Gli insegnanti più degli studenti, ed è la stessa fame a provocare lo stress, causando anche allucinazioni. In queste condizioni nessuno ha la forza di insegnare e di studiare.”
Nella Striscia di Gaza le condizioni di vita sono cambiata soprattutto dopo la vittoria elettorale di Hamas, spiega Padre Musallam:
“La vita a Gaza è cambiata repentinamente. I rapporti con la comunità internazionale si sono deteriorati subito dopo la vittoria di Hamas. Ma questa formazione radicale è stata eletta dalla maggior parte dei palestinesi, non perché sia un gruppo armato. La gente ha eletto Hamas sperando in una riorganizzazione della vita sociale a Gaza. La decisione della comunità internazionale di chiudere i rapporti con l’autorità palestinese ed impedire l’arrivo degli aiuti è una punizione eccessiva per la popolazione palestinese. Noi chiediamo soltanto che sia rispettato il diritto al cibo.”
Degli ultimi giorni la notizia, ancora non ufficializzata, di un’apertura da parte del governo israeliano in materia di aiuti a beneficio del sistema sanitario palestinese. Aiuti all’ospedale di Gaza, inoltre, sono stati promessi nei giorni scorsi dal premier israeliano Ehud Olmert. Intanto nella Striscia di Gaza, mentre aumentano le tensioni in seno all’Anp e si susseguono le promesse di interventi a favore della popolazione palestinese, la vita è ancora in pericolo:
“Non riusciamo a vedere una pace possibile in tempi brevi. – conclude il parroco di Gaza - Non vediamo intorno a noi persone capaci di proteggere e difendere la popolazione palestinese e di promuovere la pace. Intorno a noi vediamo soltanto gente che uccide e che schiaccia la povera gente.”
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