Abbiamo bisogno che il diritto e i diritti prevalgano in quella terra e che nasca uno Stato palestinese, finalmente libero, democratico, che possa vivere in pace a fianco dello Stato di Israele, con Gerusalemme capitale condivisa. La Palestina ha bisogno di noi da sempre, da quando non esiste.
Ancora di più oggi che è stretta in una morsa micidiale. Una morsa fatta da un lato da una politica internazionale ostile, indifferente e silenziosa, concentrata sulla «sicurezza» di Israele, senza capire che la vera sicurezza per israeliani e palestinesi sta nella realizzazione delle legittime aspirazioni palestinesi e di una pace giusta e duratura, che parte dal reciproco riconoscimento e si fonda sul diritto internazionale e le risoluzioni Onu.
Dall'altro, l'occupazione militare che continua e si inasprisce,con decine di vittime sotto i bombardamenti, mentre crescono violenze e tensioni all'interno della stessa società palestinese. Una situazione sociale e politica, ogni giorno più grave, che è favorita anche dall'isolamento in cui è stato costretto un governo eletto democraticamente, ma «sgradito» alla comunità internazionale. Una realtà drammaticamente ignorata, anzi incrementata dalla decisione di Israele, degli Usa, della Unione Europea di tagliare i fondi alla autorità nazionale palestinese, che ha ridotto buona parte della popolazione alla disoccupazione, alla fame, alla disperazione. Anche se, anche grazie alla pressione della società civile internazionale, quei fondi saranno parzialmente erogati, l'emergenza sanitaria e sociale continua a fare vittime.
E intanto, a due anni dal parere della Corte internazionale di giustizia dell'Aia, che ne ha sancito l'illegalità, prosegue la costruzione del Muro. Linea di frattura che definisce fisicamente la separazione brutale tra il diritto riconosciuto e quello disprezzato, il Muro continua implacabile nel suo tracciato di oltre 700 km., annettendo ulteriori territori palestinesi e sottraendo possibilità di lavoro e di vita.
Per queste ragioni il manifesto, Liberazione, Carta e Left, promuovono una campagna che prenderà le mosse il 7 luglio nel corso della giornata di mobilitazione europea a piazza Farnese a Roma (ore 20.00), e farà arrivare direttamente i fondi raccolti alle strutture sanitarie e sociali indicate, nel mese di novembre. Lo facciamo in un tempo in cui parlare di Palestina è scomodo e ignorato. Lo facciamo perché abbiamo un enorme bisogno di un mondo in cui il diritto internazionale e i diritti fondamentali siano rispettati senza eccezione alcuna, in cui a nessuno sia concesso violarli. E' l'unica via per chi voglia davvero costruire pace e giustizia in Medio Oriente, nel cuore delle speranze di pace nel mondo. Fra le prime adesioni: Arci, Assopace, Ass.Ong italiane, Ass. Giuristi Democratici, Beati i Costruttori di pace, Cgil, Donne in Nero.
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