Palestina

Incursioni a Maghazi e Nablus

Mentre i bombardamenti israeliani sul Libano sono in pieno svolgimento, continuano le operazioni militari dell'IDF in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.
24 luglio 2006
Patrizia Viglino


Intanto che si intensificano gli attacchi sul Libano, due grosse operazioni militari dell’IDF sono in corso da due giorni nei Territori Occupati.
A Nablus, nel nord della Cisgiordania, all’alba di mercoledì, l’esercito israeliano ha iniziato una campagna di arresti sostenuta da oltre 50 mezzi militari compresi carri armati. Il compound delle forze preventive di sicurezza dell’Autorità Palestinese è stato circondato ed in parte distrutto con i bulldozer mentre al suo interno si trovavano centinaia di militari palestinesi. Dopo un breve scontro a fuoco sono stati uccisi 3 palestinesi, militanti delle brigate al Aqsa. I soldati palestinesi si sono arresi dopo che l’IDF aveva intimato loro la resa dagli altoparlanti e sono stati arrestati in massa. Si parla di 150 prigionieri portati via bendati e di alcuni feriti gravi.
La città è posta sotto l’assedio dei mezzi militari che, sparando randomicamente per le strade, hanno imposto il coprifuoco. Alcuni giornalisti e personale medico sono rimasti feriti, tra cui il Dottor Ghassan Hamdan del Medical Relief di Nablus, rimasto ferito in modo leggero. L’operazione militare è tutt’ora in corso.
Contemporaneamente, una violenta incursione dell’esercito israeliano nel campo profughi di al-Maghazi, 22. 000 abitanti nel centro della Striscia di Gaza, iniziata mercoledì e non ancora conclusa, ha causato la morte di 9 palestinesi, 5 dei quali civili, tra cui una madre con due figli e un ragazzino di 16 anni. Secondo fonti palestinesi l’esercito israeliano aveva travolto una debole resistenza irrompendo nella notte tra martedì e mercoledì con truppe protette da un pesante fuoco di artiglieria e di aerei. Sempre secondo fonti palestinesi, un drone israeliano ha sparato a un gruppo di 20 civili, raccoltosi in una scuola, uccidendo un palestinese e ferendone moltissimi altri. Anche un palestinese di 17 anni è stato ucciso dalle truppe israeliane nel campo profughi di Bureij.
Fonti ospedaliere riferiscono oggi di un bilancio di 14 morti e 108 feriti, tra cui molti civili. Il dottor Hasanein dell’ospedale Shifa denuncia ancora l’uso di armi proibite (non convenzionali) da parte di Israele “che provocano bruciature sui corpi”. Il direttore del pronto soccorso ha anche parlato di “chiodi”, che fa sospettare l’uso di flechettes, assolutamente vietate dalla Convenzione di Ginevra. Il dottor Jodah ha dichiarato all’agenzia IMEMC, che “quando le schegge colpiscono i corpi provocano gravi bruciature e distruggono i tessuti intorno alle ossa. Quando queste schegge entrano nel corpo bruciano gli organi interni, come fegato, reni, milza e altri organi, rendendo impossibile salvare la maggior parte dei feriti”. Poi ha continuato dicendo che in qualità di chirurgo aveva visto molti feriti durante l’intifadah, ma mai nulla del genere.
Intanto che l’incursione militare continua a Maghazi, il portavoce dell’ospedale Shifa, dottor al Saka, ha dichiarato che “se l’operazione Summer Rain continuerà, finiremo presto tutte le scorte di medicinali”, ricordando come la Striscia di Gaza dipenda, dal punto di vista dell’approvvigionamento di forniture mediche, dall’esterno. La Striscia di Gaza resta invece sigillata, tutti i passaggi commerciali e pedestri sono chiusi. Da quando è iniziata la campagna del Libano è stata dichiarata inoltre la totale chiusura dei Territori Occupati che aggrava ulteriormente l’isolamento a Gaza. “Presto non saremo in grado di fare uscire le ambulanze”, ha dichiarato ancora dottor al Saka, all’agenzia IMEMC.
La situazione a Gaza è peggiorata in modo drastico dal marzo 2006 e in particolar modo dal 28 Giugno, quando è iniziata l’incursione vera e propria, battezzata Summer Rain. A dirlo, John Dugard, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani, giunto da poco nella Striscia di Gaza. Il bilancio dei raid militari israeliani nella Striscia è di oltre 100 palestinesi uccisi tra cui 18 bambini e di 400 feriti tra cui 108 bambini. Le vittime sono soprattutto civili. Dugard ha anche richiesto una commissione di indagine indipendente per verificare se ci siano stati crimini di guerra, sia in merito agli attacchi sui civili che in merito al bombardamento della centrale elettrica qualche settimana addietro, che ha lasciato l’80% della popolazione senza elettricità. Dugard ha denunciato inoltre il grave razionamento dell’acqua e l’impennata fino al 75% della fascia di popolazione che vive sotto la soglia di povertà. Il parlamentare palestinese indipendente dottor. Mustafà Barghuti ha denunciato come anche il sistema fognario della Striscia sia stato distrutto, con la conseguenza di porre a rischio le condizioni di salute della popolazione, esponendola al rischio di un esplodere del colera o di un riemergere della polio.
Un portavoce dell’esercito israeliano aveva annunciato che le operazioni militari nei territori occupati e in particolare nella Striscia di Gaza erano subordinate a una “nuova politica”. L’esercito ha lanciato sulla popolazione civile dei volantini dove di fatto si annunciavano ulteriori punizioni collettive. Le case dove l’esercito avesse rinvenuto delle armi sarebbero state distrutte, operazioni di demolizione delle case che l’esercito aveva fin’ora condotto metodicamente, con tanto di mappe alla mano, ma che adesso cerca in qualche modo di giustificare. Ad ogni modo la Convenzione di Ginevra proibisce la demolizione delle case e le forme di punizione collettive.
In seguito all’incursione sferrata sul campo profughi di al Maghazi, militanti della Jihad hanno lanciato razzi artigianali Qassam su Sderot, ferendo diverse persone e causando il panico, secondo quanto riportato da Ha’aretz. Lanci di razzi artigianali sono stati registrati anche nel deserto del Negev.

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