Palestina

Il rabbino che parla con Hamas «Noi e loro, in nome di Dio»

Intervista a Menachem Fruman, religioso ortodosso che vive in colonia e (da destra) dialoga con gli islamici: «Faremmo la pace in cinque minuti»
2 agosto 2006
Annalena Di Giovanni
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)

Rabbino della colonia di Tekoa, vicino a Betlemme, fondatore del movimento stesso che ha portato agli insediamenti religiosi nei Territori occupati palestinesi, il rabbino Menachem Fruman sembra quasi offendersi di fronte al nostro stupore nello scoprire dei suoi rapporti con Hamas. «Preciso che i miei rapporti con Hamas proseguono da almeno 25 anni», ci dice;«del resto intrattengo rapporti anche con lo sceicco Tantawi di al-Azhar e con tutti i leaders religiosi che riesco ad avvicinare.Sono stato in contatto per anni con lo sceicco Ahmad Yassin, che israele ha assassinato due anni fa, e per anni sono stato personalmente molto vicino a Yasser Arafat. Ritengo che l'aver speso tutta la mia vita a cercare un dialogo sia un dovere religioso, perchè è l'unico contributo per costruire la pace e quindi servire il mio Dio. Da anni sono convinto che il conflitto israelo- palestinese non è un problema politico quanto piuttosto culturale e religioso. L'unica soluzione per esso è la riconquista di Gerusalemme come città santa, capitale della pace nel mondo. Questa terra è sacra: non è nè dei palestinesi né degli ebrei. Ma il conflitto che vi si perpetua affligge il mondo intero. E lo scontro fra Occidente, rappresentato dagli ebrei, ed Islam, rappresentato dai palestinesi. Portare la pace qui sarebbe portarla nel mondo. Io non chiamo questa terra Israele: per me è la Terra Santa, è di tutti e quello sionista è un progetto anti-religioso.
Lei ritiene dunque che il dialogo sia possibile?La nostra religione è molto vicina all'Islam. Entrambi siamo sottomessi alla legge divina. essa pervade ogni aspetto della nostra vita - politico, intellettuale, fisico, sessuale. I doveri e le proibizioni investono ogni sfera. In questo siamo simili.Con l'aiuto di Dio possiamo costruire un ponte fra i nostri popoli. Ma prima noi ebrei dobbiamo liberarci della nostra arroganza e chiusura. ho passato anni a studiare l'Islam perchè ritenevo fosse mio dovere capirlo. Per costruire un dialogo, per il bene dell'umanità. E' il nostro dovere come leaders spirituali dei nostri popoli. Ahmad Yassin usava dirmi: io e te, Menahem, faremmo la pace in cinque minuti....
Se la convivenza fra ebrei e palestinesi è possibile in base all' aderenza ai principi religiosi, come mai ci sono 1000 soldati stanziati ad Hebron per separare le due comunità?Mio figlio serve fra i soldati stanziati ad Hebron. E' per proteggere la piccola isola ebraica dai 300 000 palestinesi che li circondano...
E lo sceicco Yassin era d'accordo con lei riguardo ad Hebron?Tutto quel che posso dire è che se c'era una cosa che avevamo in comune era la nostra attitudine: questa terra appartiene a Dio. E noi ne siamo soltanto ospiti.
Cosa pensa del conflitto in corso fra Israele ed Hezbollah?La posizione di Israele è ridicola. Non possono pretendere di risolvere con le armi un conflitto contro hizbullah. Sono religiosi. Sono il partito di Dio. Devono lasciare a noi religiosi il compito di risolvere i conflitti. Ma l'imperatore del mondo, mr. Bush, non sa dialogare con le comunità religiose.
Questi 25 anni di rapporti con Hamas potranno servire nei negoziati per il rilascio del soldato Shalit?Con l'aiuto di Dio. Non posso dirmi ottimista. sono in costante contatto con i leaders di Hamas, oggi ho già parlato tre volte con Ismail Haniyyeh, ma è una situazione molto, molto difficile.

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