Palestina

Pinochet in Palestina

18 novembre 2006
Joseph Massad
Tradotto da per PeaceLink
Fonte: http://weekly.ahram.org.eg/ e The International SOlidarity Movement http://www.ism-france.org - 11 novembre 2006

Prima di subappaltare ai militari cileni il rovesciamento del governo democraticamente eletto di Salvador Allende nel 1973, il governo americano condusse nel paese un certo numero di importanti missioni , in vista del colpo di Stato dell'11 settembre.
Ciò incluse importanti scioperi, come quello dei camionisti, che paralizzò l'economia, massicce manifestazioni nelle quali donne e bambini delle classi medie brandivano vasi e pentole esigendo cibo, purghe di ufficiali dell'armata cilena che si opponevano alla sospensione della democrazia e all'introduzione di un governo fascista sostenuto dagli Stati Uniti e campagne mediatiche contro il regime, con la CIA che controllava giornali come El Mercurio e altri.

Ciò si verificava in un contesto in cui il Partito Comunista e il Movimento Rivoluzionario di Sinistra (MIR) criticavano e a volte attaccavano il regime di Allende per il suo cambiamento rispetto a posizioni di sinistra.

E' importante ricordare l'esempio cileno quando si osserva la situazione palestinese oggi, poichè essa funziona come una specie di corso di formazione per i colpi di Stato anti-democratici pianificati dagli Stati Uniti in giro per il mondo.

Non soltanto gli Stati Uniti e Israele sostengono finanziariamente la preparazione pubblica di un colpo di Stato attraverso la direzione di Fatah (e nel caso di Israele, il permesso di trasferimento di armi alla Guardia Pretoriana del Presidente dell'Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas), ma i servizi di informazione di un certo numero di paesi arabi amici di Israele e degli Stati Uniti hanno recentemente installato i loro uffici a Ramallah, mostrando più apertamente e senza vergogna la loro implicazione nella gestione dei territori palestinesi.

In effetti la "delegazione" dei servizi di informazione di uno di questi paesi arabi, ha affittato un edificio di molti piani a Ramallh per gestire le proprie operazioni.

Israele ha sosotenuto questo progetto eliminando e fermando quei membri di Fatah che resistono alla politica collaborazionistica degli alti responsabili.

Quanto alla propria direzione, Fatah ha periodicamente purgato i membri che si opponevano alla sua politica ed emarginato attraverso la Diaspora coloro che continuano a opporre resistenza.

I capi del colpo di Stato di Fateh/ Autorità palestinese sono Abbas e un triumvirato governante: Mohamed Dahlan, Yasser Abd Rabbo e Nabil Amr.

I profili di questi tre uomini li rappresentano come totalmente adeguati a questo compito.

Dahlan è universalmente conosciuto come un militare corrotto, l'uomo degli Stati Uniti e di Israele sul terreno.

Abd Rabbo (o Yasser Abd Yasser, letteralmente "Yasser, fedele di Yasser", a causa della sua sottomissione ad Arafat) è l'architetto degli Accordi di Ginevra che riconoscono come legittimo il diritto di Israele a essere uno Stato ebreo razzista e respingono come illegittimo il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi. Adb Rabbo ha recentemente confermato la posizione israeliana quando si è battuto con il Ministro degli Esteri Qatari e la sua équipe all'epoca della loro ultima visita nei Territori occupati.

Amr è l'anziano ministro dell'Informazione dell'Autorità Palestinese e un vecchio compagno della Lobby israeliana, il Washington Institute for Near East Policy.
E' anche lui ad aver scritto i discorsi di Abbas e Dahlan.

Abbas e questi tre uomini hanno organizzato i massicci scioperi di agenti clandestini della sicurezza di Fatah che essi stessi hanno armato per mantenere l'ordine nei Territori nel nome di Israele, gli scioperi dei burocrati dei ministeri dell'Autorità palestinese e hanno ugualmente obbligato un gran numero di palestinesi, compresi insegnanti e professori, sotto la minaccia delle armi, a fare sciopero contro Hamas, nonostante la maggior parte avesse votato per Hamas e rifiutasse di scioperare.

I Palestinesi che hanno combattuto in questi decenni per mantenere aperte le loro scuole e le loro università, malgrado le censure draconiane degli israeliani e il blocco del sistema educativo palestinese, sono ora obbligati ad arrestare il loro processo educativo attraverso scioperi contro Hamas imposti da Fatah e le sue bande armate che minacciano di sparare sulle persone se rifiutano di seguire le direttive del colpo di Stato.

Inoltre Abbas e il triumvirato di Fateh/ Autorità Palestinese hanno organizzato a Ramallah, contro Hamas, manifestazioni di palestinesi appartenenti alle classi medie, durante le quali donne casalinghe brandivano vasi e pentole, come a Santiago del Cile nel 1973.

La stampa controllata da Fatah, in particolare Al-Ayyam, fomenta la maggior parte della campagna di propaganda anti Hamas in vista del colpo di Stato e gioca lo stesso ruolo del giornale El Mercurio in Cile.

Al-Ayyam è sostenuto nei suoi sforzi dall'intelligentia palestinese laica anti Hamas, di cui la maggior parte dei membri è pagata dai finanziatori del processo di Oslo e dalle sue Ong.

Questi vecchi palestinesi di sinistra, come la loro controparte libanese, sono oggi meglio conosciuti come "sinistri di destra", perchè prendono posizioni di destra nel momento in cui insistono sul fatto che appartengono pur sempre a una sinistra che si rifà su posizioni adottate negli anni 80 o prima.

Il piano è che i dirigenti di Fateh/ Autorità Palestinese facciano l'impossibile al fine di provocare Hamas per scatenare una guerra grazie alla quale Fatah, con l'aiuto dei servizi di informazione dei paesi arabi amici, di Israele e degli Stati Uniti, distrugga Hamas e prenda il potere.

In effetti, il primo round ebbe luogo quando il governo israeliano rimosse un terzo del governo di Hamas, dei Ministri del Consiglio e dei membri del Parlamento, chiudendoli nelle prigioni israeliane, ma non fu sufficiente a distruggere Hamas a causa del mancato aiuto di Fateh agli occupanti israeliani.

Oltre all'incendio dell'edificio del Consiglio legislativo, le guardie di Fateh hanno anche bruciato l'ufficio del primo ministro, sparato sulla sua auto, bruciato più volte gli uffici di vari ministeri, molestato e minacciato i ministri e i parlamentari di Hamas che Israele non aveva eliminato e arrestato, interdetto i ministri ad agire.

Tuttavia Hamas è fortemente e saggiamente deciso a rispondere con la forza al tentativo di Fatah di lanciare una guerra globale per realizzare il suo colpo di Stato, ma non prima.

Il colpo di Stato previsto da Fatah è basato non solo sulla popolarità di Hamas e della sua vittoria elettorale, ma ugualmente sulla capacità accresciuta di Hamas di difendersi contro le forze di Fateh.

Se gli Stati Uniti e Israele hanno armato le guardie di Fateh sotto la direzione di Arafat per schiacciare la prima Intifada palestinese e tutto il resto della resistenza all'occupazione dal 1994, oggi, Hamas è armato quasi quanto le forze di Fatah e può difendere i diritti dei Palestinesi resistendo all'occupazione israeliana e ai collaboratori palestinesi ben armati che la affiancano.

E' in questo che la situazione differisce rispetto alla metà degli anni 90.

Per compensare questo nuovo equilibrio di forze, il governo americano, secondo il giornale israeliano Haaretz, sta formando la Guardia Pretoriana di Abbas a Gerico da già più di un anno, con istruttori di armate americane, britanniche, egiziane e giordane, fornendo loro armi in vista del confronto con Hamas.

Il governo israeliano ha, a sua volta, recentemente approvato il trasferimento di migliaia di cannoni dall'Egitto e dalla Giordania alle forze di Abbas.

Gli israeliani hanno ugualmente accettato la richiesta degli Stati Uniti affinchè Israele autorizzi la Brigata Badr - una parte dell'armata di Liberazione della Palestina attualmente in Giordania - a dispiegarsi a Gaza.

Queste tappe sono state concepite dal generale Keith Dayton, il coordinatore americano per la sicurezza nei territori occupati che vuole che la Brigata Badr funzioni come forza di intervento immediato di Abbas a Gaza.

Per aumentare la sua sicurezza e il suo ruolo militare nei territori occupati, il governo giordano ha recentemente creato un comitato giuridico per rivedere le disposizioni della decisione della Giordania di disimpegno dalla Cisgiordania annunciato il 31 luglio 1988, suggerendo così la possibilità di un cambiamento di una o di tutte queste disposizioni.

Più recentemente gli Israeliani hanno intensificato i loro bombardamenti e i loro massacri a Gaza, il più recente a Beit Hanoun uccidendo più di 50 palestinesi in pochi giorni.

Mahmoud Abbas ed il suo triumvirato di dirigenti esita, attualmente, a lanciarsi in una guerra aperta per timore di una reazione pubblica. Preferiscono imporre un governo di unità nazionale che disimpegni Hamas progressivamente e pacificamente.

Tuttavia, Abbas e il suo triumvirato perdono rapidamente la pazienza.

Effettivamente, nel corso di una riunione organizzata di fretta dal Comitato centrale del Fatah incentrato sulla diaspora che doveva svolgersi ad Amman tre settimane prima per ratificare i piani del colpo di Stato, i membri del comitato si sono opposti al colpo di Stato di Abbas, sostenuto dagli Stati Uniti e da Israele. Ciò ha obbligato Abbas ad annullare la riunione adducendo come falso prestesto la mancanza del quorum.

Ciò spiega la disperazione di Abbas nel preparare un colpo di Stato senza adeguata preparazione.

Una voce si è diffusa nei territori occupati: gli attacchi commessi recentemente contro chiese cristiane palestinesi erano opera di Fatah.

I mandanti di questi atti vogliono che i cristiani palestinesi e tutto il mondo pensino che si tratti di attacchi di Hamas in risposta alle dichiarazioni razzisteche del Papa contro l'Islam. Hamas ha debitamente condannato gli attacchi.

Alcuni nei territori occupati pensano che Hamas fosse responsabile degli attacchi, ma la maggior parte sa che è opera di agenti clandestini.

Il piano di Fateh è semplice: laddove Israele e i suoi alleati libanesi non hanno distrutto gli Hezbollah durante la sesta guerra, Fateh e i suoi alleati israeliani riuscirannoa distruggere Hamas anche se questa guerra diventasse una settima guerra globale.

Le numerose visite di Condoleezza Rice nella regione durante queste ultime settimane avevano l'obiettivo di mettere il sigillo finale a questo piano.

Se Hamas come Hezbollah potesse essere provocato a rispondere militarmente, per gli organizzatori del colpo di Stato la collera di Fatah e di Israele (sostenuti da Stati Uniti, Hiordania, Egitto e Arabia Saudita) dovrebbe abbattersi su Hamas.

Ma, mentre la direzione di Fateh e i suoi agenti affilavano i coltelli per la prova di forza, Hamas manteneva la calma di fronte a tale pressione.

Nell'attesa, Ramallah che (esclusi i villaggi circostanti) continua ad essere considerata una specie di Zona Verde palestinese, protegge le équipe di informazione israeliana e dei paesi arabi amici di Israele, i palestinesi pagati e protetti dal processo di Oslo, la burocrazia di Oslo, i suoi tecnici, i suoi intellettuali remunerati o gli uomini d'affari e le classi medie recentemente abituate al nuovo consumismo che la Zona Verde può offrire.

Questa vita opulenta differisce dalla vita del resto dei palestinesi al di fuori di Ramallah che vivono nella miseria, la fame e sotto i bombardamenti degli Israeliani e gli attacchi selvaggi dei coloni ebrei, per non menzionare le violenze degli agenti di Fateh.

A Ramallah questi agenti dal grilletto facile, sparano a caso durante le loro manifestazioni, ferendo o uccidendo i passanti "per errore".

Anche alcuni intellettuali laici che si oppongono a Fateh all'interno di Ramallah sono molestati in vari modi facendo l'esperienza di voli misteriosi che si ripetono ogni volta che fanno dichiarazioni anti Fateh.

Il mantenimento di Ramallah come Zona Verde è fondamentale per Abbas e il triumvirato di Fatah/ autorità Palestinese perchè si teme che una riforma presentata da Hamas defrauderebbe l'elite dei vantaggi della corruzione e dei benefici della "dolce vita" che la direzione di Fateh assicura.

Nell'attesa, Abbas e il suo triumvirato continueranno a trattare Hamas nello stesso modo in cui Israele ha sempre trattato l'OLP e altri paesi arabi.

Durante le interminabili negoziazioni di Hamas con Fateh per evitare una prova di forza, ogni volta che Hamas era d'accordo con una richiesta di Fatah, Fatah rilanciava la sfida e insisteva per ottenere un'altra concessione o sosteneva che le sue richieste iniziali avevano sempre incluso termini supplementari, così non accettava.

Da parte sua, Fateh interpretava pubblicamente le concessioni di Hamas dopo averci incluso delle cose su cui Hamas non aveva potuto dare il proprio accordo.

Questa è una reminescenza della strategia delle negoziazioni post-Oslo che gli Israeliani hanno utilizzato con successo con Arafat; è la stessa tecnica.

Abbas ha abbandonato i negoziati e ha rifiutato di parlare ai capi di Hamas, come gli israeliani facevano con l'Autorità Palestinese.

Del resto, se gli israeliani portano spesso attacchi clandestini contro interessi occidentali per implicare responsabilità di paesi arabi, l'esempio più evidente fu l'infame affaire Lavon alla metà degli anni 50 riguardante l'Egitto, operazioni simili sono commesse da agenti clandestini per coinvolgere Hamas, come illustra il recente esempio di attacchi contro le chiese. Potrebbero essere molte le operazioni di questo genere previste.

Il velo che copriva la totale collaborazione e la sottomissione della direzione di Fatah agli interessi israeliani è ora venuto meno.

Di conseguenza ci sono poche cose che possano fermare Fatah dall'agire.

Le prossime settimane saranno decise in funzione del desiderio dei responsabili di Fatah a battersi al fine di salvare la loro pelle e le loro fortune e alla pazienza di Hamas.

Nell'attesa, ciò che avviene nei territori palestinesi non è altro che ciò che accadeva in Cile.

Pinochet è in Palestina. Tutavia il suo successo è lungi dall'essere certo.

Note: Joseph Massad è assistente professore di politica e storia intellettuale arabe contemporanee all'Università Columbia. Recentemente la casa editrice Routledge ha pubblicato una delle sue opere: "La persistenza della questione palestinese" (Routledge 2006).

Link al testo in lingua francese:
http://www.ism-france.org/news/article.php?id=5754&type=analyse&lesujet=R

Tradotto da Francesca Quarta per www.peacelink.it
Il testo e' liberamente utilizzabile, per scopi non commerciali, citando la fonte (Associazione PeaceLink), l'autore ed il traduttore.

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