Haider Abdel Shafi: «Muore la speranza di uno Stato palestinese»
«A Gaza stanno uccidendo l´ultima speranza di uno Stato di Palestina. Ciò che sta avvenendo è terribile, terribile...». La voce è fioca, la telefonata si interrompe più volte. Quella di Haider Abdel Shafi, il «grande vecchio di Gaza», l´unico tra i fondatori dell´Olp ancora in vita, è la testimonianza drammatica, in presa diretta del suicidio di una nazione: «La gente è terrorizzata - racconta colui che fu il primo capo della delegazione palestinese ai colloqui di Washington - l´odio sembra aver accecato ogni barlume di ragionevolezza. Hamas sta imponendosi con la forza, ma quella che sta conquistando è una prigione a cielo aperto, isolata dal mondo». Shafi denuncia anche l´atteggiamento della Comunità internazionale: «Mantenendo il boicottaggio - afferma - non ha solo reso ancora più terribili le condizioni di vita della popolazione civile, ma ha finito per affossare anche il governo di unità nazionale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. E tutti dovrebbero vergognarsi perché la tragedia di Gaza, la tragedia di un popolo era ampiamente annunciata».
Dottor Shafi, qual è in questo momento la situazione a Gaza City dove lei vive?
«La gente è terrorizzata, chiusa in casa. I generi alimentari scarseggiano, mentre si combatte in ogni strada...».
Hamas ha lanciato un ultimatum alle milizie di Al Fatah...
«Hamas sta vincendo la guerra di Gaza, ma la sua è una vittoria sulle rovine della causa palestinese. Hamas ha conquistato le chiavi di una prigione a cielo aperto, perché questo è ormai da tempo Gaza...».
Da Ramallah, il presidente Abu Mazen parla di «pazzia» e lancia l´ennesimo appello alla tregua?
«Abu Mazen è stato colpevolmente abbandonato da tutti coloro che pure si erano riempiti la bocca lodandone la moderazione: oggi è un rais senza potere...».
Ad Abu Mazen guarda ancora Ehud Olmert.
«Israele ha responsabilità pesantissime per la guerra civile in atto a Gaza. Perché Israele ha fatto di tutto per delegittimare qualsiasi controparte, perché ha strangolato Gaza con un assedio che dura da un anno, perché ha puntato sulla guerra interpalestinese, ma il caos armato finirà per avere effetti destabilizzanti per l´intero Medio Oriente. Nella prigione di Gaza Israele sta allevando un esercito di shahid (terroristi suicidi, ndr.)».
È ancora possibile evitare il disastro?
«È difficile, molto difficile...Si è aspettato troppo tempo per rendersi conto della tragedia che si stava consumando. Se c´è ancora una possibilità, questa è legata ai comportamenti dei Paesi arabi e dell´Europa: occorre predisporre un piano straordinario di aiuti alla popolazione civile supportato da una presenza sul campo di una forza di pace. Una forza che per essere accettata deve però essere garante della fine dell´assedio di Gaza. Il tempo degli appelli è scaduto da tempo. L´Europa agisca se non vuole essere complice dell´annientamento di un popolo».
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